14: Napoli.

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EMANUELA'S POV

Entrai dentro casa dopo essermi girata un paio di volte.
Dav: dai Manu entra se n'è andato.
Io:non dirlo.
Dav: non dirmi che te ne sei innamorata, lo sai che è un rapper vuole giocare a calcio con il tuo cuore.
Abbassai la testa e salii le scale in silenzio, Davide mi aprì la porta e entrai salutando il padre e la madre e mi diressi verso camera sua. Ormai quella casa la sapevo a memoria.
Dav: ho detto qualcosa di sbagliato?
Io: non vuole giocare con il mio cuore.
Dissi mentre accarezzavo il suo cane.
Dav: cos'è successo? Ti ha tenuta una notte e già ti vedo diversa.
Io: ci siamo baciati.
Dav: MANU SEI SERIA? CON GIULIO? MA PORCA TROIA TE NE RENDI CONTO?!
Io: calmo, eravamo seduti sul letto ho iniziato a piangere e lui mi ha baciata, quando l'ho baciato ho sentito un emozione mai provata in tutta la vita.
Davide: non voglio che stai male ti prego, lo ammazzo se ti fa soffrire. E poi Marco? Vi siete baciati in discoteca.
Io: MARCO DOPO 3 ANNI SE N'È RESO CONTO DI ME, MA STAI SCHERZANDO?
Davide: lo so, ma gli piaci me l'ha detto.
Io: ma non dopo tre anni, Giulio si è reso conto di ME appena sono entrata in quella stanza.
Il cellulare squillò e sullo schermo apparì "Marco".
Dav: manu rispondi fallo per me.
Così presi il telefono.
Io: marco?
Marco: ei.
Io: dimmi
Marco: volevo parlare di ieri. Manu tu mi piaci davvero.
Io: tu mi sei piaciuto per 3 anni e ora te ne reso conto di me.
Marco: non me ne sono mai accorto scusa, ora non ti piaccio piú?
Io: non lo so.
Marco: giulio?
Io: si....e..
Davide mi fece segno di stare zitta.
Marco: e?
Io: no nulla io sto da ale vuoi venire?
Marco: 5 minuti e sono lì.
Staccai e iniziai a piangere.
Io: che cazzo sto facendo? non ce la faccio più Marco mi piace, ma Giulio, lui mi manca mi sento vuota senza lui.
Davide mi fece sedere a terra mi fece appoggiare sul suo petto e iniziò ad accarezzarmi i capelli.
Davide: te ne renderai conto da sola chi ti piace davvero. Te ne rendi conto che è la prima volta in 3 anni che piangi avanti a me? Come dovrei sentirmi? Non voglio vederti così.
Feci scendere le lacrime una ad una e scrissi a Giulio che mi mancava. Davide mi strinse forte e mi guardò negli occhi, ero consapevole che avevo gli occhi gonfi rossi e lucidi mentre le mie guance erano piene di lacrime.
Dav :calmati.
A quel punto entrò Marco e corse vicino a noi appena mi vidde che stavo piangendo.
Marco: ei cos'è successo?
Abbracciai forte Marco.
Io: ti voglio bene.
Iniziai a singhiozzare forte.
Marco: anche io.
Mi guardò negli occhi anche lui, ma mi diede un bacio e io ricambiai era uno di quei baci di un finalmente, lo baciai forte, premevo la sua testa alla mia, era l'ultimo bacio che potevo dargli. Lui mi portò sulle sue gambe e mi stringeva i fianchi, poi mi allontanai.
Io: non possiamo.
Marco: parla.
Io: ho baciato Giulio, lui si è reso conto di me appena sono entrata in quella stanza, io ti ho aspettato per tre anni.
Un'altra lacrima riiniziò a rigare il mio viso.
Io: ti ho aspettato tanto, e non sai quanto ci sono stata male e Dav lo sa troppo bene,ma per te non esistevo.
Dav: è vero, te lo sta facendo capire dalla prima volta che vi siete visti.
Marco: ma...io...scusami, cazzo sono uno stronzo.
Dopo un'ora ci trovammo di nuovo a ridere tutti e tre, ecco cosa mi piaceva della nostra amicizia.
Squillò di nuovo il telefono "friend of smoke" era Ester.
Ester: dove cazzo sei stronza?
Io: ester ti voglio bene anche io, sto da davide e c'è anche marco.
Ester: eheheheh alleluia vi siete baciati.
Io: no, ti spiego appena ci vediamo.
Ester: vabbuo basta che stai a casa di qualcuno di noi. Ciao.
Staccai anche questa volta, mi sdraiai sul letto e Marco mi diede un pizzicotto sul fianco, e pensai al fatto che avevamo iniziato a parlare appunto grazie ai pizzicotti, mi alzai e gli diedi uno schiaffo poi chiamò mamma e me ne andai, salutando con un forte abbraccio entrambi.

GIULIO'S POV:

Uscii dalla doccia e una volta vestito Giorgio bussò puntualissimo.
Gio: Giù muoviti che te stupro il cane 'rcoddio.
Aprii la porta dandogli poi una pacca sulla spalla.
Io: sei uno stronzo lo sai?!
Gio: non mi chiamerei Mostro.
Mi disse con un sorrisetto malizioso.
Gio: oh vedi che Valerio aka Sercho sta a Napoli e già è qui giù, andiamo un po' a dimenticarci dell'amore, tranne me.
Quando faceva così sembrava una femminuccia del cazzo.
Io: non voglio dimenticarla, gliel'ho promesso quindi silenzio.
Andammo a Napoli centro.
Valerio: bro ho saputo che hai gli occhi a cuoricino.
Io: non rompere le palle che succederá anche a te stronzo.
Valerio: viva la bontà oh.
Io: sono realista.
Dissi ridendo, in testa mi apparse la sua immagine e mi incantai a vedere il mare. Lei era paragonabile al mare, bello profondo e che se non sai nuotare ti ammazza senza volerlo.
La giornata passò sugli scogli a fumare come pazzi. Quando decisi di chiamarla.
Ema: giulio?
Io: ei come va?
Ema: direi abbastanza bene.
Io: hai già cambiato idea su di me?!
Ema: questo mai, anzi stavo vedendo il cielo stellato pensando a quanto sarebbe stato bello vederlo con te, abbracciandoti fino a dormire.
Io: sei unica.
Ema: vediti tu, la tua importanza non parte dal tuo nome, parte dal tuo carattere che mostri solo in alcune metriche, e che devi leggerle nel vero senso della parola per capire cosa vuoi trasmettere.
Io: mi manchi.
Ema: anche tu, ma ora devo andare a dormire domani scuola.
Io: notte angelo.
Ema: notte diavolo.
Staccai e avrei preferito stare lì accanto a lei e quando tornammo il letto era di nuovo vuoto, pensai che non mi ero goduto Napoli, non avevo calcolato Valerio che non vedevo da una vita, non capivo che mi stava succedendo, ed era bello e necessario, ma brutto allo stesso tempo.
-continua-

Beautiful disaster || LOWLOWDove le storie prendono vita. Scoprilo ora