38. John Schneider

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"nonsai quello che dici, non sai con chi hai a che fare!", gridò,alzandosi di scatto dalla sedia, "se solo non avessi la poliziaalle calcagna dio solo sa se non avrei fatto star zitto anche te!"

Quellapaura così mordace non gli fece rendere conto di essersi appenaincriminato.

Richieconosceva molto bene tutti i misfatti di quell'uomo, ma sentireuscire la conferma dalla sua bocca fu come una doccia gelata.

"tudici assassino a me? A chi pensi crederebbero, a John Schneider o alfiglio ribelle di un operaio? Posso corrompere tutti i giudici delpaese se lo decido!", concluse, ansante per la collera.

Dopoun istante però, sembrò rendersi conto dell'errore commesso, ecercò con fatica di ritornare al tono equilibrato di poco prima.

"perdonami,non voglio essere tuo nemico", disse, passandosi una mano tra icapelli. si mise poi a riflettere, a voce bassa, come se parlasse ase stesso. "deve esserci qualcosa che possa convincerti..."

All'improvviso,il suo sguardo si accese, come se fosse colto da un pensierofolgorante.

"prenditimia figlia"

Richiesgranò gli occhi, colto alla sprovvista da quella proposta che maisi sarebbe aspettato.

L'uomoparve interpretare il suo stupore come interesse, e questo lo fecesorridere, trionfante.

"ecco,ecco qualcosa che ti piace più dei soldi. Lo sapevo, tutti hanno unprezzo", disse, sentendo ormai di aver vinto la partita.

"nonpreoccuparti, so che pensi che lei non guarderebbe mai uno come te,ma lascia fare a me. Clementine è molto bella ma è ingenua, havissuto la sua vita protetta da qualunque cosa, non sa come va ilmondo. A differenza di noi, invece"

Glirivolse uno sguardo complice che Richie non riuscì a ricambiare,ancora troppo basito per le sue parole. Gli stava vendendo suafiglia, gli stava vendendo Kitten.

Schneiderfu ancora una volta incoraggiato dal suo silenzio, scambiandolo perassenso.

"basteràche le dica qualche parola e tra un paio di giorni sarà nel tuoletto, hai la mia parola. Mi sembra un accordo più che equo, quindi ora consegnami...",non ebbe il tempo di finire la frase che venne interrotto da una voceche fece gelare il sangue ad entrambi.

"ciaopapà"

Richiealzò lo sguardo e la vide. Stava lì, appoggiata allo stipite dellaporta, con le braccia conserte ed un espressione che lui non le avevamai visto addosso. No. Non era possibile.

Daldisprezzo con cui Kitten caricò quest'ultima parola, Richie capìche doveva aver origliato tutta la loro conversazione.

Schneider,colto alla sprovvista, gli lanciò un' occhiata fulminea, come sepensasse che lui l'avesse incastrato di proposito.

"tesoromio! Volevo farti una sorpresa, sapevo che..."

"nonprovarci neanche. Ti ho fatto credere di essere una stupida, ma tel'ho fatto solo credere", sibilò lei, additandolo.

"tuhai ucciso un uomo, hai ucciso un uomo! mi hai scambiato con il suosilenzio"

Scandivacon cura ogni parola, calma e fredda come se stesse affilando uncoltello. Si stava avvicinando lentamente a suo padre e a lui vennespontaneo indietreggiare, come se avesse paura di quelle parole chegli sbattevano in faccia la sua vergogna.

"tilascerà fare quello che vuoi? L'hai detto davvero? Sono tuafiglia, come hai potuto vendermi come una puttana!", urlò infine,con la voce rotta, lasciando andare quella calma inquietante.

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