Capitolo 54

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COLE

E' passata un'ora.
E' passata un'ora dalla conversazione con mio fratello.
Inutile dire che sono a pezzi.
Mi sarei aspettato subito la chiamata di papà ma non è ancora arrivata e anzi, credo che sia impegnato a parlare con lo zio dato che ho provato a chiamare Ben svariate volte ma è sempre occupato. Un altro rapporto starà andando in fumo in questo momento. Mi passo con rabbia le mani tra i capelli.
E' tutta colpa mia. Solo e unicamente mia. Non avrei mai dovuto coinvolgere mio zio in tutta questa faccenda, sapevo fin dall'inizio che questo avrebbe comportato una litigata tra loro solo che... dio non so più niente. Vorrei solo parlare con lui e sapere cosa dobbiamo fare. Come possiamo risolvere questo fottuto casino. E chiedergli come posso farmi perdonare per aver distrutto il rapporto con suo fratello.
Sono assorto nei miei pensieri quando una bottiglietta d'acqua mi penzola davanti gli occhi.
Sbatto le palpebre per poi tornare alla realtà.

<< Bevi un po' d'acqua, sei pallidissimo Cole>> Simon mi tende di nuovo l'acqua mentre io lo guardo confuso, perso. In questo momento non riesco a fare nient'altro che non sia pensare e pensare e pensare.

Scuoto la testa.

<< Grazie ma non mi va di bere adesso>>

Annuisce debolmente mentre poggia le bottiglie sul tavolo, accanto a me. Si siede anche lui.

<< Nen ancora niente?>> domanda Bruno, all'altro lato del tavolo.

Scuoto la testa.

<< Niente. Risulta sempre occupato. E' più di mezz'ora che è così>>

<< Credi stia ancora parlando con tuo padre?>> domanda John mentre prende posto di fronte a me.

<< Non lo so...>> inizio a giocherellare con la bottiglia. Sento le mani fremere ed ho bisogno di fare qualcosa nell'attesa di avere notizie.

<< Ma immagino di sì, altrimenti mi avrebbe già chiamato>>

<< Come lo risolvo questo?>> rifletto ad alta voce.

Vedo i ragazzi con lo sguardo perso e al tempo stesso concentrato. Stanno pensando insieme a me qualche soluzione. Una qualsiasi mi andrebbe bene, ma almeno una da cui poter partire la desidero tanto.
Passano dei minuti in cui la casa è avvolta nel silenzio, con il mio telefono al centro del tavolo con la suoneria alzata al massimo.
Suonano al campanello.
Alziamo tutti di scatto la testa. Può essere che Ben sia venuto direttamente qui?

<< Entra!>> grido, mentre ci alziamo tutti in piedi.

La porta si apre ed invece dello zio, spunta Lexi.
Rilasso le spalle che non avevo notato aver irrigidito. In questo momento non so cosa provo di più, se delusione perché non è lo zio oppure sollievo così che posso rimandare ancora di più la situazione.

<< Scusate il ritardo>> afferma, facendo dei passi avanti ma rimanendo lontano dal tavolo, attorno al quale siamo riuniti noi.

<< Lexi>> dico sorpreso. Non mi aspettavo di vederla qui. La osservo e noto che indossa un leggins con una felpa che le arriva alle ginocchia. Ha una coda un po' disordinata e il viso leggermente arrossato. Si stava allenando.

<< Cosa ci fai qui?>> domando mentre deglutisco.

<< Ho saputo quello che è successo con Carter>>

Inclino di pochissimo la testa di lato. Come fa a sapere di Carter?
Quasi come mi avessero letto nel pensiero, John mi spiega.

<< Era al telefono con me quando ci hai avvisati della situazione>>

Una melodia perfettaWhere stories live. Discover now