Capitolo 42

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LEXI

Il cielo è particolarmente nuvoloso stasera e ha iniziato a piovigginare, date le goccioline che stanno cadendo una ad una sul parabrezza dell'auto di Cole. Per fortuna io e Lisa abbiamo scelto il karaoke come meta per trascorrere la serata insieme ai ragazzi.

<< Vi voglio bene anch'io>> Cole chiude la chiamata con i suoi genitori.

Mi giro nella sua direzione e vedo ancora un gran sorriso sul suo volto, sorriso che ha accompagnato tutta la conversazione aggiungerei.

<< Come ti senti?>> domando.

<< Direi bene...molto bene>> risponde senza staccare gli occhi dalla strada.

Sono circa due settimane che Cole e la sua famiglia si sentono regolarmente e ogni volta lo vedo sempre meglio. Era evidente che soffrisse per il distacco che si è ritrovato a creare, ma è intenzionato a recuperare.
Sposta la mano, che mi accarezzava la gamba, per prendere la mia. Intreccia le nostre dita. È un gesto diventato abituale, ci ritroviamo a farlo senza nemmeno rendercene conto. Ma ogni volta che succede, avverto le farfalle nello stomaco come se fosse la prima volta.

<< Avrei dovuto darvi retta prima>> Ben, io e i ragazzi l'abbiamo sempre spronato a fare un passo verso di loro. La sua paura era quella di fare dei passi falsi e rovinare tutto, ma piano piano sta capendo che parlare con loro non significa automaticamente uscire allo scoperto. Le domande sulle lezioni corrispondono all'uno percento delle loro conversazioni e questo lo rasserena.

<< L'importante è che alla fine l'hai fatto, sia per la tua famiglia ma soprattutto per te stesso>> stringo la sua mano nella mia.

Dal momento in cui sono venuta a conoscenza della situazione, ho cercato di stargli accanto come meglio potevo, spronandolo a fare tutto ciò che riteneva giusto. Questo non significa che sia stata d'accordo su tutto e qualche volta mi sono presa la libertà di dirglielo, ma preferisco non impelagarmi nelle loro questioni, soprattutto dopo la cena con Carter.
Ammetto che a volte avrei voluto fare più domande ma mi sentivo in difficoltà, non volevo che si sentisse messo sotto pressione o sotto una lente di ingrandimento. Ma poi è stato lui stesso a parlamene più dettagliatamente, quando aveva bisogno di sfogarsi o di chiedere un consiglio, ed io ero lì per ascoltarlo ed aiutarlo nelle mie possibilità. Vederlo felice perché sta rimettendo i tasselli ognuno al posto giusto, mi rende felice a mia volta.

<< Non vedono l'ora di conoscerti>>

<< Anche io. Tua madre è una donna super simpatica>>

Durante una delle loro telefonate, Lizzie, sapendo che stessi accanto a suo figlio, ha voluto salutarmi. E' una donna alla mano e mi sono sentita subito a mio agio. Mi piacerebbe davvero conoscerla insieme a Charlie.
Cole avvicina la mia mano, ancora intrecciata alla sua, alla bocca e mi posa un bacio delicato. Vorrei saltargli addosso, baciare quelle labbra morbide e stringerlo forte. Sentire le sue mani calde su di me mentre io passo le dita nei suoi capelli scuri. Ma sta guidando. Devo trattenere qualsiasi impulso perché se solo accennassi ad una di queste cose, Cole sarebbe capace di esaudire i miei desideri seduta stante, anche se ha le mani occupate con il volante.

<< E' un bene che state ricucendo un dialogo, soprattutto perché tra un paio di mesi c'è l'audizione del talent...>> dico cautamente mentre rivolgo con fare innocente lo sguardo sul mio lato del finestrino. Oggi mi sento particolarmente coraggiosa per intraprendere questa conversazione.

Cole si irrigidisce, lo avverto dalla stretta della sua mano sulla mia.

<< Non mi sembra che abbiamo deciso>>

Una melodia perfettaWhere stories live. Discover now