Capitolo 53

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COLE

Sono un coglione. Sì, credo proprio che questo termine mi rappresenti.
Sono passati due giorni da quando Lexi ha annunciato la sua decisione di lasciare il gruppo per dedicarsi completamente allo show di fine anno.
Inutile dire che non l'ho presa bene. Per niente.
Abbandonarci ad un mese dalla prova del nove?
Non capisco come i ragazzi abbiano potuto prenderla così bene. Si, eravamo fantastici prima di diventare un gruppo di cinque membri, ma sono mesi che Lexi canta con noi. Sono mesi che basiamo tutto sulle nostre voci insieme, abbiamo imparato a dosarle, a darci il giusto spazio, a giocare con loro e creare qualcosa che per me era unico. Non mi sono mai trovato bene a cantare con qualcuno come con Lexi, e questo ancora prima che provassi dei sentimenti per lei.
Durante la conversazione pensavo e ripensavo a se ce l'avremmo fatta. Provare in quattro è come ricominciare da zero, cancellare i mesi precedenti. Riusciremo a ritrovarci in quattro settimane? Riusciremo a trovare l'equilibrio senza la nostra co-voce? Riusciremo a tornare i JBCS di una volta? Mi auguro che sia così, un'altra chance come questa quando ci ricapita? Andare in tv nazionale. Farci conoscere da un pubblico più ampio di quello che frequenta la pizzeria dello zio e dintorni. E perché no, potremmo anche vincere l'ingaggio con una casa discografica. Ma al momento questi sono tutti sogni ed illusioni se prima non passiamo queste maledette audizioni.
Questo era il mio pensiero più grande. E poi ce n'era uno più piccolo, nascosto, ma presente. E Lexi l'ha colto, rispondendo in modo chiaro ad un mio pensiero silenzioso. Una parte di me, ha visto questo suo lasciare il gruppo come un uscire di scena da tutto ciò che ne riguardasse e di conseguenza anche dall'imminente discussione che avrò con la mia famiglia. Ho pensato, se mi ha spronato tanto ad accettare e poi lei per prima si tira fuori, chi mi dice che non farà lo stesso anche con il resto? Che non mi lasci da solo di fronte alla situazione che io stesso ho creato? Non ero pronto a raccontare la verità ma alla fine mi sono convito, sapendo che lei stesse con me.
Ma mi sono sentito un coglione subito dopo che lei ha rimarcato la sua promessa di non farlo.
Come diavolo ho potuto pensare una cosa del genere? Lei sta lasciando il gruppo, la band, non me. Lei continuerà a far parte delle nostre vite. Non scomparirà.
Ma in quel momento non ero del tutto ragionevole, anche se so che non è una scusante, ero risentito per la sua decisione.
Credevo davvero che avremmo potuto trovare una soluzione e che non sarebbe stato un problema quello che lei considerava tale.
Ma mi è bastato sbollire per rendermi conto che, tra i due, lei ha avuto un comportamento ragionevole e corretto, per se stessa e per noi. Per se stessa perché diamine, tre settimane non sono niente in confronto a tutto il lavoro che ha da fare. Si è ritrovata dal nulla ad avere mezzo spettacolo vuoto e deve colmarlo creando delle nuove coreografie e preparare diverse cover. Con la differenza che rispetto a prima, dovrà essere presente in ogni esibizione che ci sarà su quel palco. Lei non voleva nemmeno farlo lo spettacolo, aveva rinunciato per rispetto a Karol e per le tempistiche. Ma l'hanno convinta e ora ha un peso sulle spalle, dovendo fare un lavoro di mesi in un paio di settimane. Qualcun altro avrebbe deciso di preparare solo quello che riusciva a fare, senza preoccuparsi di riempiere l'intero show, date le circostanze, ma non Lexi. Lei andrà in scena fino all' ultimo passo, all'ultima nota. E come da perfezionista nata, non uscirà dalle sale prove finchè non sarà tutto come dice lei.
E come un coglione, l'ho ferita preferendo comportarmi come un'idiota invece che di capire il perché della sua scelta. Non era per niente felice a cena in pizzeria. Triste era dire poco. Sono sicuro che non avrebbe mai voluto avere quel tipo di conversazione ma ha avuto le palle di dirci come stessero le cose prima di trovarci ipoteticamente nei guai. Sapeva di non poter reggere tutto quel carico di lavoro, tutta la responsabilità non solo per lo spettacolo ma anche per la nostra audizione. Non avrebbe potuto garantirci niente, a partire dalla sua presenza. Ha fatto la cosa migliore per noi, dandoci tempo per provare solo noi quattro, tempo per compensare la sua assenza.
E come mio solito, l'ho capito tardi.
In questi due giorni non ci siamo visti, ci siamo solo sentiti attraverso vari messaggi e un paio di telefonate di breve durata, dato che si è già messa a lavoro. Durante le nostre conversazioni, non abbiamo menzionato la faccenda, preferendo parlare di tutt'altro ed ho avvertito da parte di entrambi po' di disagio. Forse perché stavamo temporeggiando il nostro chiarimento. Lexi ha evitato qualsiasi interazione in merito, forse aspettava che mettessi io in mezzo l'argomento o forse stava aspettando che mi passasse la scazzatura prima di riprendere il discorso.
E come il coglione, io non ho fatto niente, ho lasciato che facessimo finta che non fosse mai successo. Sarei dovuto andare da lei molto prima, almeno per scusarmi per la reazione che ho avuto, così ho deciso di farlo adesso.
Forse è tardi, ma meglio tardi che mai.
Ho preso le chiavi dell'auto ma proprio mentre scendevo le scale per raggiungere la porta di casa, mi arriva una telefonata di Carter. Il tempismo non mi è amico, ma ho deciso di rispondere, pensando che fosse un buon modo per eliminare, almeno in parte, l'ansia che mi attorcigliava lo stomaco. Ma non mi aspettavo che il suo argomento di conversazione, invece di aiutarmi, mi avrebbe stretto ancora di più lo stomaco, facendo così fatica a respirare.
Carter sa tutto. Ha scoperto tutto.
Non ho avuto nemmeno il tempo di dirgli "ciao" che ha subito preso la parola zittendomi.

Una melodia perfettaWhere stories live. Discover now