56. ᴀғғᴏssᴀʀʟᴏ

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❝<<Quando partiamo papi?>> Haruiki aveva le mani ben strette alla ringhiera dello yatch mentre saltellava su e giù entusiasta

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❝<<Quando partiamo papi?>> Haruiki aveva le mani ben strette alla ringhiera dello yatch mentre saltellava su e giù entusiasta. Un cappellino di paglia in testa, una canottiera bianca e un jeans chiaro strappato sulle ginocchia. Era quello più emozionato di tutti all'idea di partire finalmente per il Brasile.

Shōyō gli sorrise dolcemente abbassandosi alla sua altezza, gli lasciò un bacio sulla guancia per poi prendere a fargli il solletico sui fianchi. Haruiki rise, e lo stesso fece Shōyō. <<Partiamo presto presto. Devi aspettare solo un poco poco perché il capitano sta controllando che tutto sia apposto prima di partire verso il mare aperto>>

Haruiki si voltò verso il padre sorridendo allegramente e annuendo con diversi cenni della testa. Riportò subito lo sguardo verso il mare, chiedendo al padre perché fosse tutto buio e perché i pesciolini non accendessero la luce; nel mentre Dalai chiacchierava con Pedro su quali fossero le funzionalità della nave, quanto andava veloce e a che ora sarebbero arrivati in Brasile, chiedendogli inoltre come funzionava il fuso orario e se fosse uguale in tutte le Nazioni. Pedro sorrideva rispondendo diligentemente ad ogni quesito del bambino.

Shōyō prese Haruiki in braccio, che nel mentre si teneva il cappello di paglia con una mano per impedire che finisse in acqua. Era nuovo, lo aveva comprato proprio per quell'occasione e non voleva che qualche pesciolino dispettoso se lo mangiasse o glielo portasse via.
Si voltarono entrambi ad osservare Dalai e Pedro parlare e ridere allegramente su un divanetto bianco, poco distante un tavolino che Pedro aveva fatto allestire con tante buonissime caramelle e cioccolata. Shōyō sorrise dolcemente a quella vista perché non aveva mai visto Dalai aprirsi così tanto con "uno sconosciuto."

Haruiki portò entrambe le manine sulle guance del papà, in modo da voltarlo verso di lui. Aveva le sopracciglia aggrottate in un tenero broncio e le guance gonfie come due piccoli palloncini. <<Papi?>> La sua voce era pregna di confusione. Ed era adorabile. Shōyō trovava tutto adorabile in Haruiki, persino i suoi capricci e i suoi colpi di testa che lo facevano temere che un giorno sarebbe diventato un serial killer.

Shōyō gli lasciò un bacio sulla punta del naso sorridendogli allegro. Aveva staccato il cellulare qualche ora prima di salire sullo yacht — aveva fatto salutare ai bambini Tobio e Atsumu, i nonni. Shōyō aveva parlato con i suoi genitori promettendogli che li avrebbe avvertiti appena arrivato a Rio. Era calmo, niente avrebbe potuto interrompere quella tranquillità in cui si era rifugiato. <<Che c'è, squaletto? Cosa ti turba? Non sei più felice di partire per vedere gli squali?>>

<<Perché ci sono papà Tsumu e Tobi Tobi lì?>>

Shōyō inarcò un sopracciglio. Seguì la direzione che stava puntando Haruiki. Sì, quelli erano proprio Atsumu e Tobio. Atsumu e Tobio che stavano scendendo dalla macchina sgangherata di Kageyama. C'era anche Tsukishima, che ruotò gli occhi al cielo quando Atsumu e Tobio iniziarono a litigare su chissà che cosa.
Shōyō era confuso. Abbastanza confuso. Molto confuso. Anche Dalai e Pedro erano confusi, tanto da smettere di chiacchierare, alzarsi e avvicinarsi a Shōyō chiedendo che cosa ci facessero quei tre lì. Shōyō non lo sapeva e non avrebbe voluto saperlo, voleva solo partire per Rio e sorseggiare pinã colada senza pensare ai problemi della vita.
Mise giù il bambino e si avvicinò alla transenna, sporgendosi leggermente con il busto al di fuori e tendendo l'orecchio. Stava cercando di capire che cosa mai Atsumu e Tobio stessero cercando di dirgli, muovendo le braccia in quel modo e urlando. Haruiki dietro il padre saltellava su e giù muovendo entrambe le braccia a mo' di saluto.

ʀᴇᴘʟᴀʏ || ᴋᴀɢᴇʜɪɴᴀ, ᴀᴛsᴜʜɪɴᴀWhere stories live. Discover now