11. Il posto

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"staischerzando? sei disposta a spendere tutti questi soldi per fargliriavere il posto?". il piglio canzonatorio di poco prima si eravolatilizzato.

"quellaè la metà. Riassumilo e avrai il resto".

Senzadire altro, si alzò per concludere quel colloquio e, proprio comeaveva calcolato, l'uomo finì per annuire, arrendendosi al diodenaro. Kitten rise, provando uno strano piacere nel aver fattocadere ai suoi piedi quell'individuo tanto sgradevole.

"oranon sembra più così scorretto, non è vero? Ah dimenticavo,raddoppia la sua paga, ora te lo puoi permettere".

Fieradi quella stoccata finale, imboccò l'uscita dell'ufficio, equando voltò le spalle all'espressione ancora attonita dell'uomosorrise, trionfante. Come diceva sempre suo padre, tutti avevano unprezzo.

Kittentornò all'appartamento nettamente più tranquilla, sentendo di averfatto la cosa giusta.

Quandoentrò, trovò Richie steso sul divano, assorto nei suoi pensieri,mentre fingeva di guardare qualche sciocchezza alla televisione.Evidentemente non aveva ancora ricevuto la buona notizia.

Leicome al solito lo salutò accennando un sorriso, e lui le rispose conun cenno del telecomando. Mentre passò oltre, con tempismo perfettosentì il cellulare di Richie cominciare a squillare, eistintivamente si bloccò.

"pronto?".Dal suo tono parecchio interdetto Kitten capì che doveva trattarsidi una telefonata particolare.

"vuoleriassumermi? Cosa le ha fatto cambiare idea?". 

Kitten cominciò asentirsi soddisfatta del suo operato, ma quando sentì lo stuporenella sua voce, evidentemente informato dell' aumento, sisentì onnipotente.

"si...a domani, certo ,apertura... la ringrazio, arrivederci".

quandoterminò la chiamata, Kitten si affrettò ad entrare in camera sua.

Contenta,si sdraio sul letto, indossò le cuffie e accese il computer, e benpresto cominciò ad essere assorbita dalla musica.

dopopoco, con la coda dell'occhio vide Richie aprire la porta e farecapolino nella stanza. ebbe un sussulto e, non aspettandosi certoquella visita, si affrettò a togliere le cuffie. Fu contenta di nonessersi struccata.

"hobussato, ma non rispondevi", le disse quasi balbettando, come pergiustificarsi.

"posso...posso parlarti?"

Kittengli fece cenno di sedersi vicino a lei sul suo letto, bruciando perla curiosità. Ovviamente sapeva cosa voleva dirle, ma era curiosa diconoscere quali parole avrebbe scelto.

Richiesi sedette, tenendo gli occhi bassi.

"hointerrotto qualcosa?"

fudivertita nel sentirlo prendere il discorso parecchio alla lontana.

"no,non preoccuparti. Dimmi"

"miha riassunto"

lei loguardò, cercando di mostrarsi stupita. "hai riavuto il tuo lavoro?"

"già"

Kittencominciò a prodigarsi in congratulazioni, come se fosse all'oscurodi tutto.

"comesono contenta! Vedi? ti avevo detto che una soluzione si trovasempre", gli disse infine, sciorinando l'ennesima banalità.

Richietuttavia non parve venirle incontro nel rispetto delle convenzionisociali.

"seiandata da lui, non è vero?"

Shots (italiano)Wo Geschichten leben. Entdecke jetzt