Le dispiacque perdere la lezione di storia greca, sapeva che il professore era molto attento a alle presenze. In più, quel giorno avrebbero dovuto cominciare la guerra del Peloponneso,praticamente l'argomento di punta di tutto il corso. Pensò che sisarebbe messa in pari con gli appunti l'indomani, e poi, in fondoquella guerra era durata quasi trent'anni, di certo non l'avrebberoliquidata in due ore.

Mentresperava che qualcuno dei suoi compagni si ricordasse di firmare perlei, cominciò a piovere

adirotto, e ovviamente lei non aveva nulla con cui ripararsi.

Kittennon poté far altro che precipitarsi nel primo locale che incontrò.Non appena entrò, infreddolita, si rese conto di essere del tuttofradicia, nonostante avesse cercato di essere il più velocepossibile. Si limitò a sospirare sconsolata, non avendo nulla concui asciugarsi. Subito si diresse verso uno dei tavoli liberi e siguardò intorno alla ricerca di un cameriere, ma all'improvvisovide sbucare dalla cucina una figura familiare. Guardò meglio,pensando che si trattasse di un antipatico scherzo della sua menteancora vagamente ubriaca. No, non era un allucinazione, era davveroRichie quello ragazzo assorto nel rileggere delle ordinazioni.

Kittensi sentì gelare, e senza pensarci si nascose dietro il menù aperto.Si sentì subito immensamente sciocca.

"vuoleordinare?", le disse quella voce, non avendo evidentementericonosciuto chi aveva davanti.

Kittensospirò e si costrinse a chiudere il menù e ad alzare lo sguardo,ma Richie stava ancora controllando le ordinazioni, senza fare caso alei.

Deglutì,e cercò di non abbandonare la sua sempiterna facciata amichevole.

"ciao",fu l'unica cosa che riuscì a dirgli e lui finalmente distolse losguardo dai suoi bigliettini.

Nonappena la vide quasi sussultò per lo stupore, come se non avesse maivalutato l'evenienza di incontrarla lì.

siricompose immediatamente. "cosa ci fai qui?"
Kitten cercò dinon mostrare l'imbarazzo nella sua voce. Avrebbe voluto andarsene, macontinuava a piovere talmente forte che dovette mettere da partetutto il resto.

"sonouna cliente infreddolita"

"intendodire... perché sei venuta proprio qui. letterature classiche èdalla parte opposta"

Kittenlo guardò stranita. "come sai che studio letterature classiche?"

lesembrò che non sapesse cosa rispondere. Fu contenta ad essere lei,una volta tanto, quella che lo faceva annaspare.

"hovisto i tuoi libri in giro"

"questonon vuol dire niente. Si utilizzano gli stessi libri per un sacco dicorsi diversi"

"nonquelli con quegli alfabeti strani"

Kittenprese la palla al balzo. "deduco che tu studi qualcos'altro",disse cercando come al solito di racimolare qualche informazione.

Inrisposta, lui alzò un sopracciglio. "sul serio secondo te iostudio?"

leialzò le spalle, improvvisando un'espressione innocente.

Richiesbuffò, riabbassando gli occhi sui suoi bigliettini.

"lavoroqui, è per questo che posso alloggiare insieme... agli studenti"

Kittenannuì, cercando di mascherare la soddisfazione per questo nuovotassello. Richie dovette pensare che stesse costruendo nella suatesta chissà quali pensieri, perché subito la imbeccò.
"bene,Ora rispondi tu a me invece, che ci fai qui?"

"avevovoglia di camminare"

per ilmodo in cui aggrottò le sopracciglia, Kitten sperò che non stessepensando che volesse incontrarlo di proposito.

Shots (italiano)Where stories live. Discover now