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Il set si stava smontando pezzo dopo pezzo, con il nostro aiuto per diminuire il tempo prima della partenza e tenercene un po' in più per sistemare anche i nostri bagagli; dissi ad alcuni del gruppo che mi sarei allontanata per recuperare delle bottiglie di champagne per ringraziare lo staff del duro lavoro svolto, presi la stradina che avevamo fatto già parecchi volte per recarci nel kombini del quartiere, voltato l'angolo ed era lì a pochi passi, entrai e mi recai subito verso il reparto alcolici trovando il vino che cercavo, recuperai dei bicchieri di plastica e appoggiai il tutto davanti al cassiere, salutai e pagai la mia spesa precipitandomi fuori per raggiungere al volo il set ormai sgomberato. Nel tragitto per tornare, prima di svoltare l'angolo mi bloccarono alcuni ragazzi della zona, «Scusate ma sono in ritardo!» cercai di levarmeli di torno ma appena fui pronta a svoltare mi trovai proprio davanti al tipo che avevo preso dentro il giorno della nostra pausa alle terme, sgranai gli occhi cercando a tentoni il cellulare nelle mie tasche, il sacchetto lo tenevo saldo e avrei dovuto ringraziare di più il commesso per le bottiglie avvolte in alcuni fogli di carta da giornale e pluriball; indietreggiami ma caddi a terra inciampando in qualcosa che c'era al suolo, i soggetti che mi avevano bloccato all'inizio se ne erano andati, forse non erano della stessa gang, tenni stretta il sacchetto, quello si avvicinò a me con fare minaccioso, non sapevo bene cosa aveva intenzione di fare, come voleva la sua vendetta? Mi avrebbe messo le mani addosso o era soltanto una persona che non sapeva relazionarsi? Un scatto dell'uomo mi fece venire l'istinto autoproteggermi con le mani, chiusi gli occhi per evitare di prendere un ulteriore spavento. Non mi arrivò niente, neanche un leggero spostamento d'aria, aprii lentamente gli occhi, davanti a me a proteggermi cera Ziu, ma la cosa peggiore era che si era beccato una bella botta sulla mandibola ritrovandosi con un labbro spaccato; insomma Heejun in qualche modo aveva bloccato quel soggetto che mi stava seguendo da un paio di giorni, Jacob preoccupato arrivò in mio soccorso, stavo ancora a terra con le bottiglie nel sacchetto ancora sulle mie gambe, mi aiutò ad alzarmi e insieme raggiungemmo Ziu che si era spostato di qualche metro per evitare di mettermi in mezzo alla rissa che si era formata, chiamai la polizia per denunciare il fatto. In qualche minuto la volante con le sirene a tutto volume arrivò facendo stridere i freni, scesero in fretta e ammanettarono l'uomo senza fare domande, ci lasciarono li con dei semplici gesti del capo.

Ero un po' frastornata, stavo seduta sulla sedia da regista accanto a Jacob con la mia testa sulla sua spalla, non bevvi neanche una goccia di champagne, per lo spavento non mi sembrava neanche opportuno festeggiare, «Dobbiamo prolungare il nostro soggiorno qui...?» mi bisbigliò Cobi facendosi sentire da alcuni dei presenti, «Magari prendere l'aereo adesso è un po' esagerato....» disse Ziu tamponandosi il labbro con un fazzoletto che ormai non era più bianco ma rosso bordeaux, lo guardai sofferente, «Grazie, oppa...!» volevo alzarmi per abbracciarlo e ringraziarlo meglio ma le gambe continuavano a tremarmi anche da seduta, si avvicinò lui lentamente accovacciandosi davanti a me, «Noona, ero preoccupato perché non tornavi, fortuna che sono arrivato in tempo!» appoggiò una mano sul mio ginocchio, i miei occhi corsero dalla sua mano al viso di Jacob, non si percepiva nessuna traccia di gelosia nei suoi occhi, mi teneva le spalle massaggiandomele per tranquillizzarmi, ne fui felice, si erano davvero chiariti. Ripresi piano piano le forze, non volevo partire il giorno dopo quindi ci sistemammo tutte le nostre cose per recarci in aeroporto quella sera stessa, avevo ricondizionato i biglietti per tenerli buoni in qualsiasi ora di quella data, quindi non restammo per nessun altro giorno. Arrivati in aeroporto, aspettammo l'annuncio del nostro volo, che ci avrebbe chiamato da lì a breve, saliti in aereo, prima classe come per l'andata, mi addormentai. Mi svegliarono che eravamo ancora in volo, «Zana, scusami...» cercò di attirare la mia attenzione Cobi seduto al posto a fianco al mio, «Uhm...» uscì dalla mia bocca, ero ancora assonnata e mi issai seduta per guardarlo meglio in faccia, «...si, Cob?» dissi con un filo di voce, passandogli una mano che mi prese con entrambi massaggiandomi con un dito il dorso della mia, «...che genere di schedule abbiamo appena torniamo?» domandò lui, fissandomi intensamente negli occhi, «Amore bello...» dissi io cercando di scherzare un po' ma non al cento per cento, le sue guance si arrossirono per una manciata di secondi, «...non ci pensare adesso, appena torniamo a casa mi mangio un onigiri e mi butto a letto, chiedimelo domani...» sfilai la mano dalla sua presa avvicinandomi al suo viso lasciandogli un leggero bacio a fior di labbra, «...pensavo di prendere un giorno di pausa e non solo per me ma per tutti!» conclusi, ributtandomi sul mio sedile e lanciando uno sguardo fuori dal mio finestrino, poi mi girai per osservare lo stato de gli altri ragazzi, ACE, Ziu e Ayno stavano dormendo, St.Van e Lou avevano le cuffiette alle orecchie ed erano intenti a commentare qualcosa, sistemai il sedile a novanta gradi per rimettere la seduta normale e continuai a fissare all'esterno del mezzo, le luci di Seoul si iniziavano a vedere e l'atterraggio era imminente.

Avevo proprio bisogno del mio letto, arrivammo all'appartamento vero mezzanotte non prima di essere passati per un kombini a recuperare qualcosa da mettere sotto i denti, il viaggio era stato troppo corto per far passare le hostess per un qualsiasi spuntino. Le chiavi girarono nella toppa e finalmente eravamo tornati a casa, precipitandomi subito nella mia stanza ad appoggiare i miei bagagli, e tornare poi in soggiorno; ringraziai i ragazzi facendo un inchino e augurando loro la buona notte. Tornata nella mia stanza, indossai il pigiama e mi buttai sul letto, e stringendo il cuscino mi addormentai subito; mi passarono immagini confuse, cose di quando ero in Italia e altre di quando mi ero trasferita in Corea, stavo sognando o forse era semplicemente un incubo, non riuscivo a capire niente, mi svegliai di soprassalto e senza rimuginare su uscii dalla mia stanza per recarmi in cucina, aprii l'acqua dal rubinetto della cucina, il ticchettio dell'orologio scandiva i secondi nel silenzio del soggiorno, presi un bicchiere e lo riempii portandomelo alla bocca, lo finii tutto d'un fiato e lo appoggia su lato del lavandino a scolare, ma l'equilibrio non era perfetto facendolo cadere nella vasca del lavabo e facendo un fragoroso rumore di vetri rotti; lo guardavo ancora confusa, poi decisi di ripulire quel casino, togliendo tutti i pezzi più grossi per buttarli nell'apposito contenitore, «Cos'è successo?» sentii dire da dietro le mie spalle, per lo spavento presi male un vetro e mi tagliai, «Ahia...» d'istinto me lo misi in bocca girandomi di scatto, «Cobi...» bisbigliai per non far svegliare qualcun'altro, avevo già fatto abbastanza casino, «Ti ho svegliato, scusami...» dissi avvicinandomi a lui, tolsi il dito dalla bocca per verificare la gravità della ferita che mi ero procurata, «Ti sei tagliata?!» esclamò lui moderando il tono della voce, «Non è nulla di che, ho per sbaglio rotto un bicchiere...» mi prese per un polso e mi tirò verso il bagno aprendo l'armadietto delle medicine e tirandone fuori acqua ossigenata e cerotti, mi sedetti sul bordo della vasca idromassaggio mentre lui mi disinfettava quel misero taglietto, mi affiorò un sorriso sulle labbra, e i pensieri di quella notte mixati fra loro si diradarono, il mio sguardo rimase concentrato sul delicato tocco di Jacob sul mio dito; erano quasi le tre di notte e vederlo lì con me mi faceva sentire sempre protetta e amata, il pensiero mi vacillo davanti, come mi sarei comportata se i VAMPZ sarebbero venuti a conoscenza della nostra relazione? O come i VAMPZ mi avrebbero trattata anche solo come Idol? Mi avrebbero accettata in entrambi i casi? Avevo un po' paura ma con me cerano loro e come settimo membro dei VAV mi avrebbero per forza dovuta accettare.

무제 - UntitledWhere stories live. Discover now