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Si stava facendo sera, le mie gambe erano intorpidite nello stare seduta a gambe incrociate in quella sala; no, non me lo avrebbe fatta odiare solo una stupida posa, quella stanza sarebbe stata sempre la mia preferita, un po' di più da quando Jacob mi disse che era l'unico che la usava, a parte qualche volta che si univano St.Van e Ayno, raramente la occupava anche Lou. Cobi stava seguendo una coreografia dove ci sarebbe stato l'uso della katana ma al momento non ne aveva una, la musica di sottofondo era lenta e dava una enorme senso di tranquillità il quale mi fece quasi addormentare, era una canzone della tradizione cinese, mi piaceva molto il ritmo e faceva emergere tantissime emozioni contrastanti. La mia testa iniziò a ciondolare verso il basso, i miei occhi si stavano chiudendo lentamente, in un microsecondo, proprio nel mentre stavo per dare l'ultimo sguardo al suolo con la vista ancora ben nitida che una mano mi tenne la fronte; «Non ti starai addormentando?» disse una voce, ovviamente era quella di Jacob ma il mio subconscio non si era ancora ripreso del tutto, «Zana...» mi sentii chiamare e ripresi possesso della realtà, guardai negli occhi Jacob che mi teneva per le guance con le mani, «Mi... mi hai chiamato?» dissi con voce ancora spezzata e un poco confusa, mi strofinai un occhi con il dorso della mano, lui mi sorrise e levò delicatamente le mani dal mio viso, «Stai bene?» mi guardò un po' preoccupato, si era accovacciato al mio livello per osservarmi meglio e stare faccia a faccia con me, annuii e sorrisi facendogli notare che andava tutto bene, il suo viso si rilassò e tornò con i suo solito sorriso. Ci alzammo per uscire dalla sala prove, si era fatto tardi e mi era giunta voce, durante il mio mezzo sonnellino, che avrebbero organizzato una serata per festeggiare il mio arrivo, visto anche che non mi ero ancora presentata ad ACE. 

Non so come ero finita in quella situazione, eravamo ancora all'esterno dell'azienda che aspettavamo, Ayno, St.Van e Lou che non erano ancora arrivati, mi trovavo a braccetto con Ziu e quella fu la cosa che non capivo, Jacob mi continuava a fissare e io di conseguenza fissavo prima Ziu poi lui come per dire 'Come ci sono finita così? Liberami!'; ACE si era unito a noi qualche minuto dopo che mi ero riuscita a liberare dalla morsa di Heejun, non che mi dispiaceva, avevamo la stessa età ma ci eravamo ancora solo presentati e il mio ringraziamento per la cuffia non era un invito a nozze; anche perché la persona con cui avevo passato più tempo al momento era Jacob. Arrivarono anche egli altri tre e di nuovo Ziu mi prese sotto braccio, mi aveva preso fin troppo in simpatia, «Sai che ti vedo più come un fratello...» gli bisbigliai, mentre eravamo diretti verso un locale dove facevano barbecue coreano, spostò così il suo braccio dal mio e me lo mise introno alle mie spalle, sembravamo una coppia, peccato che il mio sguardo tornò sulla nuca di Jacob che avevo appena davanti, «Mi fa piacere saperlo» disse lui, io girai la testa verso di lui, «Davvero?» lo guardai perplessa, «Si, assolutamente...» si fermo e si giro verso di me tenendomi per le spalle, poi si avvicino e mi abbracciò, un gesto che per metà mi fece immobilizzare e per l'altra mi diede coraggio, durò qualche secondo giusto il tempo di dirmi una cosa all'orecchio che mi allarmò, lo guardai sgranando gli occhi, gli puntai un dito contro poi con lo stesso dito me lo portai alle labbra in segno di silenzio e infine mimai il gesto di tagliargli la gola, tutto in totale silenzio, la sua totale attenzione era su di me, rise e mi riprese sotto braccio, «Stai tranquilla, non sono così stronzo...» mi fece l'occhiolino, proseguendo la strada per raggiungere gli altri e non appena arrivammo, senza accorgermene andai a sbattere proprio contro la schiena di Jacob.  

Ci eravamo seduti all'interno del locale, che stranamente era mezzo vuoto pur essendo un posto molto rinomato, mi avevano detto i ragazzi, avevano prenotato solamente qualche ora prima. Avevano ordinato tutto loro, avevo dato e detto che non ero allergica o intollerante e nessun prodotto in particolare; ordinammo birra e soju e iniziammo a  bere e mangiare fino ad un certa che mi fecero alzare, imbarazzatissima, mi chiesero un discorso, titubante provai a mettere insieme due parole, «Credo di dover ripresentarmi come si deve...» li guardai prima tutti uno  ad uno, ero l'unica donna nel gruppo e mi sentivo al quanto in soggezione, «...il mio vero nome è Carlotta, ma non lo uso più, quindi spero che non sia un problema per voi chiamarmi Zana, sono venuta qui perché in Italia mi sentivo troppo pressata...» feci lunghe pause fra le frasi per riordinare i pensieri e  riorganizzarle meglio in coreano, così continuai «...sono dello stesso anno di Ziu...» lo indicai con una mano, avendolo accanto, abbassai la testa per evitare di incrociare lo sguardo «...e mi sento in dovere di dire che sono una VAMPZ e che i miei ultimate sono Lou, St.Van e Jacob...» alzai leggermente la testa per vedere le loro reazioni, Lou sorseggiava il soju con un sorrisino sulle labbra, St.Van si alzò rimanendo scioccato tenendosi sulla spalla di Jacob che lo sapeva già; «...Ziu è un wrecker, e per finire Ayno e ACE, ci siete voi come bias.» feci un profondo inchino per poi sedermi e nascondere la faccia tra le mani, il mio imbarazzo era abbastanza evidente, intorno a me iniziò un leggero applauso, rialzai lo sguardo sui ragazzi che mi sorridevano, «Benvenuta alla V-Moon Entertainment, Zana!» dissero in coro, spalancai gli occhi, il mio stupore si era trasformato in felicità e quella felicità mi fece iniziare a piangere, mi affiorò un sorriso luminoso e in automatico posai lo sguardo su Jacob mentre alla mia destra Ziu mi riprese tra le braccia stringendomi di nuovo, «La mia noonaaa!» esclamò mentre io cercavo di smettere di piangere appoggiandomi con un lato del mio viso al suo petto. Stavo bevendo fin troppo soju, ma ero felicissima e nel frattempo bisticciavo con Ziu accanto a me, ogni tanto mi dava delle spinte da dovermi far tenere da Ayno alla mia sinistra. Finimmo ad un orario fuori dal normale, anche per loro, e non volendo rimanere da sola, mezza sbronza in giro per Seoul mi accompagnarono insieme in hotel, mi piaceva la sensazione di protezione che mi davano, barcollavo un po' e St.Van mi ordinò di salire sulle sue spalle, cosa che non rifiutai, era così rilassante stare aggrappata ad un metro e ottantatré di calore e muscoli, che mi addormentai, cullata dal vociare degli altri cinque intenti in conversazioni bisbigliate.

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