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Dalla cassa dell'impianto stereo della sala tatami usciva a volume moderato 'Black Swan' dei BTS, era una delle mie canzoni preferite dei Bangtan, ed era anche il terzo gruppo ad essere tra i miei ultimate; una cosa che non riuscivo a fare era ballare a caso delle canzoni con già una coreografia, non lo sopportavo, ma ero da sola in quella sala e la musica mi stava trasportando in un altro mondo. Ci si muoveva davvero bene su quella superficie, e cosa migliore era che non si scivolava, odiavo scivolare sul mio tappeto di camera in Italia; i miei piedi si spostavano sul tatami con mosse agili, realizzavo poco a poco che quel posto mi dava più ispirazione in tutti i passi che tiravo fuori. Avevo ancora delle fitte per non aver smaltito tutto l'alcol della sera prima, ogni tanto mi ritrovavo ad avere dei giramenti di testa, passarono altre canzoni e me le ballai tutte fino a quando non iniziai a grondare di gocce di sudore, l'unica pecca, non avevo con me un'asciugamano, uscire di fretta non mi aveva fatto preparare nel modo adeguato, maledetto Ziu e maledetto il mio mal di testa post sbronza. Passò una canzone che non ricordavo proprio di aver messo nella mia playlist, la ballai con molte pause perché iniziavo a non sentire quasi più le gambe, finita ne passò una che mi caricava e non la bloccai neanche per riprendere fiato, ero talmente immersa nella musica che non mi accorsi del minimo movimento alle mie spalle, solo un poco lo spostamento della porta scorrevole ma non ci feci neanche un po' caso, fino a quando un pezzo della mia no-performance mi fece girare e notai Jacob seduto a lato della porta a guardarmi, per la precisione fissava lo specchio, e sulla soglia della porta, Lou con dei fogli in mano. Mi fermai, corsi a spegnere la musica e mi girai facendo un enorme inchino «Annyeong!» dissi decisa tirandomi dritta con la schiena, poi con la faccia totalmente rossa per l'imbarazzo presi la mia roba spostandola in un angolo, mi avvicinai ai due ragazzi, la differenza di altezza era notevole, io ero un metro e sessantacinque e quei due raggiungevano un metro e  ottanta e passa ciascuno, «Buongiorno a te Zana!» disse Jacob posandomi una mano sulla testa, era un modo per sottolineare che ero bassa, poteva non ricordarmelo ma io lo guardavo con occhi sognati, sorridendogli di conseguenza, se solo Lou non interruppe un momento per me idilliaco; «Zana hai due minuti? Mi dovresti firmare delle carte...» fece un sorrisino ma gli lancia un occhiata fugace prima di seguirlo e lasciare la sala a Jacob, «Di cosa si tratta?» rimasi davanti alla porta, e guardai Hosung con curiosità, «Visto che sei la prima dipendente della V-Moon Entertainment, ti volevamo come Manager del nostro team...» si passò la mano dietro la nuca, «Eh? In che senso...» lo guardai sbalordita, «...cioè mi volete come Manager? Ma quando l'avete deciso, uhm...» i miei occhi erano spalancati e avevo anche alzato leggermente la voce oltre ad averla alterata per la sorpresa, sentendo Jacob che si piazzò dietro di me, lo capii da una presenza che mi sovrastava alle spalle ma non mi diede fastidio, mi appoggiò le mani sulle spalle e ripresi a sbattere gli occhi in modo naturale, era come un interruttore che spegneva la parte ansiosa di me, «Stai tranquilla...» lo sentii premere un po' sulla clavicola e verso le scapole, mi stava facendo un massaggio? «...abbiamo deciso insieme stamattina.» Ma la cosa che più mi fece sussultare ere che il suo respiro mi spostò alcune ciocche di capelli, aveva il viso praticamente al livello del mio. Firmai le carte, recuperai tutto quello che avevo lasciato in sala e mi allontanai dai due.

Mi ero rinchiusa in un ufficio che, per mia sorpresa, aveva all'esterno una scritta, 'Manager Zana/매니저 자나', era a tutti gli effetti il mio ufficio. Mi stravaccai sulla poltrona della scrivania, guardando il soffitto pensando come una come me, in così poco tempo, si fosse fatta amici sei Idol, e per lo più di un gruppo K-pop che conoscevo e che ammiravo. Sorrisi, girando su me stessa, ero davvero felice, mancava solo cercare un appartamento per stabilirmi meglio, i miei pensieri però furono bloccati da qualcuno che mi bussava alla porta, «Noonaa!» sentii urlare Ziu da dietro il vetro, «Entra Ziu...» mi passai la mano in faccia per poi riprendermi il meglio possibile, alzai lo sguardo su di lui e notai che non era solo, affianco a lui c'era Ayno, «Ciao Ayno!» sorrisi avvicinandomi ai due, prendendo a manate Ziu, «Sai una cosa...» mi bloccò una mano, a mia volta lo fissai in cagnesco, «Cosa?» sibilai io verso di lui, «...non sei tanto diversa da Cobi!» lo guardai storto mentre mi lasciò il braccio e lo ricolpii a livello pettorali con tutta la forza che avevo, fece una smorfia di dolore e io tutta soddisfatta, ripassandogli la mano dove lo avevo colpito in modo delicato, guardai Ayno sorridente, «Cosa vi porta qui?» mi girai e mi risedetti alla poltrona, «Hai mangiato?» mi domandò Yoonho; sapevo che in corea era un modo per chiedere se si stava bene, ma quella sua richiesta era proprio per chiedermi se avevo pranzato visto che era ormai mezzogiorno e mezzo passato, e che per le due meno un quarto avevamo una riunione, la mia prima vera riunione. «No, non ancora, state andando?» li guardai prima uno e dopo l'altro, sorridendo a entrambi, «Si, noona! Vieni con noi?» si avvicinò Ziu alla scrivania, «Gaja, oppa!» scoppiai a ridere, mentre lui mi guardava entusiasta per come lo avevo chiamato, uscimmo dal mio ufficio, e dirigendoci verso l'uscita saltellavo dietro a Heejun per dargli il più fastidio possibile, ma fu tutto il contrario e mi prese in spalla dopo il quinto salto che feci; la '97 line era decisamente fuori di testa. «Oppa...» dissi a pochi centimetri dal suo orecchio, lo sentii rabbrividire al mio richiamo, «Perché ora mi chiami così?» tirai in dietro leggermente le braccia che erano attorno al suo collo, quasi strozzandolo, sperando che si fermasse e quello fece, lascia la presa e scesi dalle sue spalle, lo tenni per un braccio aspettando che Ayno prese un po' di distanza da noi, «Magari a chiamarti così smetti di parlare di Cobi quando ci sono altri del gruppo...» feci spallucce e ripresi «...tu l'hai capito, ma non credo che lo abbiano capito tutti.» ripresi a camminare verso Ayno che stava aspettando all'ingresso, «Ho una voglia matta di pollo fritto!» urlai da quasi farmi sentire in tutto l'edificio, «E pollo fritto sia!» urlò di conseguenza Ziu, che mi corse dietro tirandomi su da terra, facendomi spaventare e urlare ancora più forte di prima, «OPPAAA SEI MORTO!».

무제 - UntitledWhere stories live. Discover now