18. Via da me

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Cristina

Avanti. E indietro.

La mia vita era sempre stata così. Ho visto troppe volte la meta ad un passo da me, e poi, magicamente, l'ho guardata frantumarsi in mille pezzi.

Avanti. E indietro.

Per anni ho cercato di passare sopra a ciò che sentivo e che pensavo di poter gestire. Ma ancora una volta mi é crollato tutto addosso.

Avanti. E indietro.

Forse era stupido pensare che qualcosa sarebbe potuto andare bene per una volta. E lo é ancora di più adesso che ci spero con tutta me stessa.

Sì, é stato decisamente sbagliato credere che una persona potesse rimanermi accanto. Io, che mai avrei pensato di costruire un qualcosa di così bello, mi ritrovo a stare male proprio per questo.

"Respira, amò" sussurra Gaia con un filo di tremolio nella voce. La sua mano mi accarezza la testa, che però non riesco a staccare dal cuscino.

É l'ennesima volta in tre giorni consecutivi che non sono riuscita a trattenere un bisogno sfrenato di piangere. Il magone che sento non me lo sta permettendo.

"Cri, te lo ripeto per l'ennesima volta. Tu hai fatto di tutto per lui, ci hai provato con tutta te stessa. E lo sai pure tu che non é facile stare accanto ad uno come lui. E sono sicura anche che non voleva" conclude lasciando in sospeso la frase, come se non volesse peggiorare la situazione. Come se non volesse accettare la realtà dei fatti, cioè quella che mi ha fatto stare più male.

"Non mi ha salutata Gà, non mi ha salutata" tento di farle capire per la centesima volta la causa scatenante di tutto.

Ed é vero. Lui, non si é preoccupato nemmeno di darmi un abbraccio e di dirmi che, nonostante tutto, per lui significassi qualcosa. E invece ha preferito, o meglio é stato obbligato da sé stesso, a mandare tutto a rotoli.

Gaia, di fronte alla mia affermazione, non può che tacere e sperare che prima o poi io possa superare questa situazione. Ma é difficile.

"Io ho cercato con tutta me stessa di stargli vicino e di farlo sentire al sicuro. Tranquillo. Senza pressione da parte mia. E non solo in questa situazione, credimi. Me lo ricordo bene quel giorno in cui me so' presa tutto il dolore suo cercando di stargli accanto. Ma non é servito a un cazzo, come sempre".

Decido per un attimo di ruotare gli occhi verso la mia amica. Un suo sorriso leggermente accennato mi fa pensare che nonostante tutto lei mi sarebbe rimasta accanto in qualsiasi momento. Così, dopo qualche secondo di riflessione, allaccio le mie braccia attorno al suo collo e la stringo forte a me.

"Amò, a me fa male vederti così, fa male a tutti. E non mi posso permettere di vederti così per sempre" mi confessa col cuore in mano, come si suol dire.

"Gà, già ho perso lui, nun me va' de perde pure a te".

.

A testa alta e a passo sicuro, almeno così ne é convinta Cristina, raggiunge la scuola e si dirige in sala 7, ovvero nel luogo in cui avrebbe avuto una lezione da lì a qualche minuto.

La musica era una cosa. Lui ne era un'altra. Nemmeno il suo nome riesce a pronunciare. Ma mai avrebbe permesso a qualcuno di intralciare il suo sogno.

Ed é convinta che sia facile. In fondo era riuscita tante volte ad ignorare ciò che le diceva la sua testa, anche a costo di morire dentro. Ma quando qualcosa é troppo grande rispetto a te, é inevitabile farsi condizionare.

La lezione é iniziata da ormai qualche minuto, o forse anche di più. Fatto sta che la bionda non ci sta con la testa. Ma non lo ammetterà nemmeno sotto tortura.

"Cristina, non ti vedo né presente né tantomeno concentrata. Lo so quello che é successo e credimi che ti capisco bene. Ma adesso non ti puoi permettere di perdere il focus sul tuo percorso. Non puoi farlo proprio adesso" le dice la sua vocal coach, Raffaella, con estrema delicatezza ma anche cercando di farla ragionare.

Cristina nemmeno riesce a guardarla dritta negli occhi. E ancora, per la terza volta in una giornata sola, esplode. E stavolta perché ha paura di poter mandare tutto all'aria con il suo carattere.

"Continuiamo. Fatti forza" La incoraggia la più grande.

La bionda é del tutto consapevole che non é questo il modo giusto di lavorare, soprattutto in una fase come questa. E le fa rabbia confessare che non sta riuscendo a gestire i suoi pensieri.

Nonostante tutto, ancora una volta, sta cercando di ritirare le lacrime e di andare avanti, sempre e comunque.

Quando l'orologio segna le sette in punto, Raffaella la congeda molto in fretta con un grande sorriso in faccia. Così, senza troppo giri di parole, se ne ritorna a casa con la testa bassa e con qualche lacrima che scende ancora amara sul suo viso.

La prima cosa che fa appena aver varcato la soglia di casa é accendersi una sigaretta che probabilmente é quasi la decima della giornata.

"Cristì basta con quella roba, non ti fa altro che male" la rimprovera severamente Salvatore.

Lei si limita solo ad alzare gli occhi verso di lui per accennargli un debole sorriso.

"Ha ragione amò, stai esagerando" concorda Marisol che si trova esattamente al lato del suo ragazzo. É brutto da pensare, ma invidia tantissimo che loro possano amarsi senza ostacoli.

"Mari io in questi giorni sto andando avanti solo per la musica, per voi, e per nient'altro" ammette lei con un tremolio evidente nella voce.

La coppia guardano Cristina con tutta l'empatia del mondo, ed é estremamente grata di tutto il loro supporto.

É vero, questo sarebbe potuto essere considerato un comportamento eccessivo. E sicuramente qualcuno lo pensa in casetta. Ma va bene così.

Solo lei e pochissime persone sanno di quanto Joseph sia importante e di quanto avesse aspettato prima di poterlo semplicemente baciare.

Lei, da un momento all'altro, ha visto il suo letto vuoto e delle facce fin troppo strane. Così all'improvviso si é ritrovata sola nella sua stanza prima di riuscire a collegare tutto.

Lui se ne era andato, come se niente fosse.

Lui, tutto d'un tratto, se ne era andato senza nemmeno averle rivolto un misero grazie.

Ed é la cosa che più le ha fatto male.

Al diavolo tutto.

"Te nei vai come non fosse niente
Come non fossi te
Te ne vai quando non c'è più niente
Più niente di me
Te ne vai, sbatti la porta e intanto
Ho capito già te ne stai andando"

16 marzo - Achille Lauro

Spazio autrice
Ho scritto questo capitolo cercando di entrare al meglio dentro la testa della nostra Cristina. Spero abbiate percepito tutto il suo dolore e la sua rabbia perché ne succederanno altre, ma non vi spoilero niente. Voi cosa pensate di tutta questa situazione? Se volete lasciate un commento e una stellina. Mi farebbe molto piacere.
Baci!!

Attorcigliarsi - HoldenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora