19. Accettare la realtà

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Si sa. Come ogni cosa che succede, si ha una conseguenza.

Si potrebbe dire che nel caso di Cristina si tratta più di trasformazione che di conseguenza. E le trasformazioni, in un modo o nell'altro, portano tutto via con loro.

Qualcosa di ignoto ha fatto in modo che la bionda ragionasse lucidamente. Da sola ha capito che tutto quel piangersi addosso non sarebbe servito a un bel nulla. Al contrario, quell'eterna disperazione sta lasciando spazio a un qualcosa di ancor più pericoloso. L'indifferenza.

L'indifferenza, per la ragazza, é il sentimento più complicato di tutti da decifrare. Non é menefreghismo, né tantomeno cattiveria, ma é un qualcosa che forse nemmeno lei sa gestire. Non sa nemmeno se si tratti veramente di indifferenza, ma é il termine che più riesce a descrivere ciò che vorrebbe sentire.

"Lucy vieni con me all'incontro con le stiliste?" domanda la bionda alla sua amica con un grande e ruffiano sorriso sul volto.

L'americana, dal suo canto, le rivolge uno sguardo omicida. Ma la romana non demorde e comincia a chiederle in ogni modo possibile di accettare la sua proposta.

"Vengo, basta che stai zitta" cede la mora.

Dopo essersi infilata il giubbotto, raggiunge l'amica nel giardino della casa e insieme si dirigono verso gli studi.

"Sei strana Cri. Cosa é successo da un giorno all'altro?" si domanda preoccupata e confusa dal comportamento dell'amica. O meglio, rivolge questa domanda proprio alla diretta interessata.

"Non é successo niente. Sto semplicemente cercando di lasciare da parte lui e di concentrarmi solo sul motivo per cui sono qui. Non posso rischiare di mandare a puttane tutto" tenta di far capire alla sua amica.

"Secondo me stai solo fingendo che il fatto che se ne sia andato senza salutarti non ti abbia fatta stare male. Accetta la realtà Crì, oppure vuoi continuare a dire cazzate? Poi lo sai che a me le cazzate non le puoi dire" sputa diretta Lucia.

"Magari se continuo a ripetermi che non me ne freghi niente, poi sarà veramente così. Non trovi?" continua la bionda cercando di convincere più se stessa che l'amica.

"Ma sta zitta. Preferivo quando ti disperavi ma dicevi la verità" le confessa ancora una volta più sincera che mai.

"Preferivi quando stavo così male quindi? Non mi pare molto carino" risponde la bionda. Stavolta con un tono di voce un pizzico più alto e con qualche nervo che sta iniziando a salirle alla testa.

Ma che sta succedendo? Pensa Cristina. Come le sta venendo in mente di parlare così a una delle persone più importanti per lei. Questa situazione le sta dando decisamente alla testa.

"No, Cristina. Non é che mi piace quando piangi. Mi fa incazzare che fingi di essere quella che non sei e di pensare quello che non pensi. Lo sai meglio di me quanto lo prenderesti a schiaffi e quanto vorresti sputargli in faccia tutto il male che ti ha fatto. Ma sai anche meglio di me quanto non ce la faresti ad odiarlo. Quindi smettila di raccontare cazzate e a fare finta che non te ne frega niente" alza anche l'americana il tono della voce.

Cristina, di punto in bianco, si zittisce. Poi abbassa il volto e smette di camminare. Rabbrividisce al solo pensiero che Lucia la conosca così bene a tal punto da averla zittita. E non é facile farlo. Ma lei aveva decisamente ragione.

"Scusa, Lucy. Scusami" sussurra la romana quando ormai ha buttato a terra la sua maschera.

La sua amica, in risposta, apre le braccia e la stringe in un abbraccio fortissimo. Quasi come a volerla proteggere da tutta la fragilità che si é impossessata di lei.

Attorcigliarsi - HoldenKde žijí příběhy. Začni objevovat