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Hoseok non capiva.

Un momento Namjoon era in piedi con la bocca dischiusa, la mano aggrappata alla sedia e il volto più pallido della camicia che indossava. Il momento dopo, era a terra.

-Namjoon! Namjoon, mio Dio!

Si fiondò su di lui senza un attimo di esitazione. Il grande corpo dell'Alpha era abbandonato sul pavimento, come se fosse stato un gonfiabile a cui avessero improvvisamente sottratto l'aria. Prendendolo per le spalle, lo fece voltare verso l'alto per scrutare il suo viso.

-Namjoon, mi senti?

Jin stava all'altro lato del capobranco con un'espressione che doveva riflettere la propria. Gli prese la mandibola, portando il volto nella sua direzione. Passò appena qualche secondo prima che Namjoon sbattesse le palpebre e prima che Hoseok potesse vedere il suo petto ricominciare a respirare.

Occhi frenetici si guardarono attorno come se si fossero appena svegliati in una terra sconosciuta.

-Joon, che è successo? Ti senti bene? Ti gira la testa?

Ma, davvero, aveva bisogno di chiedergli cosa era successo? Le pupille di Hoseok scivolarono dal corpo del suo Alpha fino al pavimento, dove il cellulare che fino a poco prima stringeva in mano giaceva abbandonato e da cui giungeva una debole voce che ripeteva il nome di Namjoon.

Hoseok deglutì.

-Joon, parla con hyung! Hai mangiato? Hai bisogno di zucchero?

La voce di Jin aveva perso ogni traccia dell'ostilità con cui si era rivolto a Namjoon fino a quel momento, ma aveva assunto una nota acuta che sapeva di angoscia. L'Alpha non rispose alle sue domande. I suoi occhi continuavano a guardare attorno a sé mentre le sue mani prendevano a tastare il terreno. Dopo istanti di ricerca, le sue pupille si dilatarono quando scorse il cellulare a poca distanza da lui. Le sue dita si allungarono verso di esso come se non esistesse altro in quella stanza in quel momento.

Una mano, però, fu più rapida di lui.

Hoseok sollevò occhi apprensivi su Seokjin, che si alzò rapidamente in piedi con dita arpionate attorno all'oggetto.

-No!

Namjoon protese una mano disperata verso il cellulare con sguardo stralunato. Il Beta, però, sembrava essersi trasformato in gelida pietra quando avvicinò il dispositivo al suo viso. Invece che portarselo all'orecchio, però, toccò lo schermo. Una voce femminile iniziò a risuonare chiaramente in tutta la stanza.

-Signor Kim, mi sente? C'è qualcuno del suo branco che possa accertarsi della sua salute?

Seokjin guardò il cellulare con sguardo rigido.

-Chi è lei e che cosa ha detto a Namjoon?

Hoseok non sapeva dove posare lo sguardo. L'Alpha accanto al quale era inginocchiato stava cercando di racimolare le forze per sollevarsi su braccia tremanti. Il maggiore della casa stava in piedi come una minacciosa statua. Yoongi...

Hoseok strinse le labbra.

Un corpo rimaneva immobile, con il capo abbassato e le braccia incrociate attorno al petto. Aveva lasciato che i capelli gli crescessero fino a raggiungergli il collo perciò le ciocche scure si riversavano davanti al suo viso, impedendo al Beta di scrutare la sua espressione. Ma la vedeva da quell'immobilità. Vedeva quella posa apparentemente non curante, che altro non era che un tentativo di stringersi attorno a se stesso. Stringeva tutto il suo essere per impedire che si decomponesse in uno schiocco di dita.

Vedeva i pensieri che attraversavano la sua mente.

Erano gli stessi che attraversavano la propria in quel momento.

Vaniglia e caramello Where stories live. Discover now