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Un incubus.

Il suo incubus.

Un mutaforma impossibile da prevedere. Impossibile da comprendere leggendone lo sguardo.

Quello sguardo era una ruota di colori che girava e girava. Giocoso, allegro, infantile. Serio, oscuro.

Era un re e uno schiavo.

Era luce e ombra.

Durante il giorno, illuminava la stanza con i sorrisi più ampi e la risata più scrosciante.

Ma di notte...

Di notte cambiava aspetto. Diventava il suo insaziabile incubus.

Era il loro piccolo segreto.

Il sorriso di lui perdeva la sua infantile giovialità, affondava fino a diventare un'oscura promessa.

E lei beveva ogni goccia di lui.

Ogni colore nel suo sguardo e ogni sfumatura del suo cambiamento.

Lo attendeva in ginocchio. La sua voce rombava nel suo orecchio, silente eppure così sconvolgente.

-Sarai brava per me?



-Scar?

La ragazza sbatté le palpebre. Finalmente, dopo quella che parve un'eternità i suoi occhi misero a fuoco lo schermo che stava davanti a lei. Voltandosi appena, incontrò tre sguardi apprensivi posati sul suo viso.

-Sì?- chiese lei, sollevando appena gli angoli della bocca. I tre non sembrarono rispondere al suo sorriso.

-Stai bene?- pronunciò esitante la voce di Taehyung. Scarlett fece per replicare con una risposta istintiva ma si fermò. Aveva passato gli ultimi, lanciò un'occhiata all'orologio, quindici minuti a fissare la schermata del computer senza spingere neanche un tasto.

Avrebbe potuto sciorinare un semplice "Tutto bene", ma sarebbe risultato inutile. E tutto ciò solo perché era una stupida. Una stupida che non riusciva a fare ciò che era giusto.

Perché?

Che cosa stava aspettando?

Una semplice telefonata era tutto quello che doveva fare.

E poi loro... loro... sarebbero stati...

... felici.

... lontani.

Dall'altra parte del mondo.

Certo. Era giusto. Era quello che doveva auspicare succedesse. Una felice riunione e poi sarebbero tornati a casa, insieme alla loro famiglia.

Il posto a cui appartenevano.

E lei avrebbe continuato la sua vita, come aveva sempre fatto. Come era sempre stato. E sapeva che ce l'avrebbe fatta. Era ovvio che ce l'avrebbe fatta! Perché non avrebbe dovuto? Era il ciclo naturale delle cose!

Quindi... doveva solo fare una semplice telefonata.

Un trillo improvviso la fece sobbalzare. Per un istante, un singolo stupidissimo istante, pensò che fosse stata anticipata. Ma sapeva che era impossibile. Afferrò il telefono sulla scrivania, portandoselo all'orecchio e schiarendosi la gola.

-Centro protezione Omega, sono Scarlet. Come posso aiutarla?

-Salve, sono l'agente Sheen. Ci siamo sentiti qualche giorno fa.

La ragazza deglutì. Aveva dimenticato di quel dettaglio. Doveva averla chiamata... per...

-Ma certo, agente. Per caso è riuscito ad avere la informazioni che le avevo chiesto?

Vaniglia e caramello Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora