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Scarlett osservò con bocca tesa mentre una lacrima iniziava silenziosamente a scivolare sulla guancia dell'Omega. Mordendosi il labbro inferiore, cercò le parole adeguate nella sua mente prima di parlare.

-Vi manca molto il vostro capobranco?- chiese con tono cauto. Le tre teste annuirono allo stesso tempo e da Jungkook si sollevò un sottile singhiozzo. Scar assottigliò lo sguardo.

-E il resto del vostro branco? Vi mancano anche loro?

Di nuovo, i tre annuirono senza esitazione, osservando il pavimento con occhi pieni di una malinconia che sembrava indecisa tra il tirarli fuori con violenza dall'omegaspace o il spingerli fino a che non ritornavano al punto di partenza. Scarlett si umettò le labbra con sopracciglia aggrottate, osservandoli. Dopo qualche istante, distese il viso in un'espressione serena.

-Che ne dite di fare un disegno di loro? Così mi fate vedere che aspetto hanno?- propose con un piccolo sorriso, portando i tre visi a sollevarsi verso di lei con lieve sorpresa. Anche i timidi singhiozzi di Jungkook sembrarono fermarsi all'istante e parve perfino bizzarramente impaziente di ricevere il foglio di carta e il set di matite colorate da lei. I tre Omega, stringendo i materiali da disegno, si chiusero in un piccolo cerchio con le teste vicine e sguardi concentrati sul pavimento che era diventato il loro piano di lavoro. Scarlett osservò perfino con una punta di divertimento come Taehyung afferrava i pastelli a cera con una concentrazione che si traduceva nella punta della lingua stretta tra le labbra.

Attese pazientemente, osservando ogni loro minimo movimento. Aveva imparato molto dagli psicologi del Centro su come comunicare con degli Omega chiusi in omegaspace. Per certi aspetti, era come cercare di parlare con dei bambini, anche se il parallelo non era esattamente calzante. Anche in omegaspace, il loro cervello rimaneva quello di un adulto, ma si concentrava maggiormente su risposte istintive e la censura che normalmente regolava le interazioni sociali si abbassava. E nel caso dei suoi tre Omega, si creava una barriera comunicativa. Lei, perciò, doveva cercare di creare un linguaggio che anche loro potessero usare, un linguaggio in cui avrebbero potuto essere più sinceri che se avessero usato le parole.

Era evidente che il loro capobranco doveva essere una figura a cui erano affezionati. Ma non poteva dare per scontato che anche un solo elemento del loro branco potesse essere abusivo e, magari, perfino furbo abbastanza da non farsi scoprire neppure dal resto dei membri. Forse il branco in sé poteva essere composto da brave persone, ma ne bastava soltanto uno. Solo uno di loro poteva averli traditi e lei non avrebbe lasciato che quell'eventualità rimanesse ignorata. Non li avrebbe rimessi in braccio al pericolo.

Un foglio spuntato improvvisamente sotto i suoi occhi la riportò alla situazione attuale. Sbattendo le palpebre, si concentrò sulla mano protesa di Taehyung, che la osservò con sguardo attento e ansioso. Scarlett gli rivolse allora un ampio sorriso, ringraziandolo mentre afferrava il disegno. Quando posò l'attenzione sulle linee tracciate, il suo sopracciglio si sollevò.

I volti non erano in alcun modo realistici. Sembravano quasi raffigurazioni simboliche, volutamente astratte per rappresentare un'essenza più che dei tratti somatici. Una serie di quattro maschere delineate da linee spesse e nette si dispiegavano sul foglio, simili nella composizione ma diverse nel colore e nelle espressioni. La prima era rosa e aveva la bocca a forma di cuore. La seconda era blu e sembrava addormentata. La terza era gialla e aveva un ampio sorriso. La quarta era verde e sembrava osservare le altre con espressione pacata.

Scarlett osservò il disegno in silenzio. Nessuna delle maschere sembrava avere tratti minacciosi o esprimere emozioni negative. Nessuna era stata colorata con toni tetri, come il nero o il rosso. Il secondo a porgerle il disegno fu Jimin, anche se sembrava troppo imbarazzato per guardarla negli occhi mentre lo presentava a lei. Mordendosi il labbro, la osservò da sotto le ciglia con sguardo esitante, studiando la sua reazione.

Vaniglia e caramello Where stories live. Discover now