{Lie, Lies} Parte uno.

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Venere era (in astrologia parlando) in linea con la Luna, ed essa era favorevole a Marte.

Che cazzo significava?

Stavo leggendo il giornale che Rachel aveva lasciato sulla scrivania del suo ufficio.

Venere (umanamente parlando) era uscita fuori di testa.

Che cazzo significava?

Nulla, ero impazzita.

Avevo un esercito di farfalle allo stomaco. Stavo male e stavo bene. Avevo la nausea. Ero nervosa ed ero entusiasta.

Un mix di emozioni così talmente in contrasto fra di loro che facevo fatica anche a cacciare una singola parola.

"Hai una faccia che mi ricordi la sposa cadavere ma con i capelli color carota." Ironicamente e non tanto, mi parlò Marie.

Avevo Marte favorevole quel mese,
pensavo a quello. Stavo continuando a leggere il giornale da lontano e nelle orecchie risuonava la musica alta. In azienda da Rachel erano tutti fan di Britney Spears. Altrimenti non si spiegava la sua discografica in loop da ore ormai.

Io? Beh, avevo mollato il mio fidanzato al centro commerciale.

No, non lo avevo fatto come una cattiveria nei suoi confronti o cose simili. No, non avevo dato retta all'Avvocato. Cioè sì, forse. Non saprei dirlo.

Avevo però trovato la soluzione per il mio abito al Brunch/Party di Sabato.

In s.o.s di disperazione, avevo chiamato Rachel.
Rachel, come sottolineo nuovamente, lavorava nell'ambito della moda.

Erano centinaia gli abiti che non venivano mostrati in passerella, un po' per capriccio degli stilisti, un po' per eccellere secondo le loro scelte più ambiziose.

Ed erano centinaia gli abiti a cui Rachel aveva accesso. Poteva scegliere e prendersi ogni qualsiasi cosa lei desiderasse. Come un pesce lesso, non prendeva mai nulla.

Una ragazza che amava alla follia il mondo della moda, ma che non amava essere alla moda.
Prego, se qualcuno volesse darle della stupida, questo è il momento adatto.

E Marie? Beh lei si era accollata a me come una cozza ormai. Mi aveva telefonato poco dopo che io avevo abbandonato Noël e senza il minimo invito da parte mia, mi aveva raggiunta in azienda da Rachel.

Avevamo già scelto l'abito quando avevo avuto la telefonata con MisterX.

Avevamo scelto, grazie anche a Brigitte e i suoi consigli, un abito bianco.

Un abito di Valentino, di alta moda Italiana.
Me lo aveva scelto il collega (meno etero di Harry) di Rachel. Un tipo che mi aveva aiutavo a scegliere mentre ballava e cantava a ritmo di Baby one more time di Britney.

Volevo scappare.

Ma avevo l'abito dei sogni tra le mani.
Più lo guardavo, più ora avevo paura anche solo di indossarlo.

Era bianco, benissimo, ed era lungo. Molto lungo e molto aderente. Lo avevo provato e mi avevano sconsigliato di indossare il reggiseno. Aveva una scollatura sulla schiena da capogiro. Mi stava divinamente, solo che mi avevano sconsigliato di indossare anche le mutandine. Non era trasparente, ma l'intimo avrebbe rovinato tutto.

Il vestito aderiva così perfettamente su tutto il mio corpo che da solo sarebbe bastato.
Ah sì, mi avevano concluso con anche scarpe e pochette di Valentino.

Era tutto straordinariamente perfetto.

Il mio piccolo sogno di essere perfetta in mezzo a quella cerchia di ricconi, si era avverato.

Call me Daddy 3.Kde žijí příběhy. Začni objevovat