{Love} Parte due.

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Zayn's Pov:

"Avvocato, le mie congratulazioni!"

"Avvocato, può lasciarci un'intervista?"

"Avvocato Malik, è vero che lei non si aspettava quest'esito positivo per l'ex Presidente?"

"Avvocato Malik, una domanda: Come si sente ora ad esser considerato l'avvocato più importante degli Stati Uniti d'America?"

"Avvocato!"

"Avvocato Malik, siamo del New York Times, permette un'intervista?"

"Avvocato Malik, lei è il nuovo idolo del nostro paese!"

Fuori dal tribunale, migliaia di giornalisti, erano pronti per una mia anche singola parola. Dovevo essere discreto più che mai. Ero stato scortato dalla polizia.

I media non volevano me, volevano sapere del mio cliente. Per politica di privacy, non una sola parola poteva uscire dalla mia bocca.

Risposi solo ad una giornalista, una ragazza molto giovane che con uno splendido sorriso mi disse: "Avvocato, dove andrà a festeggiare la sua vittoria?".

Non c'entrava molto con la causa di quella mattina, ma a lei potevo rispondere.

"A Parigi!." Sorrisi a quella bellissima donna e continuai a camminare scortato dalla polizia, dimenticando che le telecamere fossero tutte puntate su di me.

Riuscii, con molta fatica, a raggiungere la mia auto. Non avevo l'autista, volevo guidare io, da solo.

Una volta salito in macchina, potevo finalmente dire di essere rimasto in balia di me stesso.

Tolsi la giacca, la poggiai sul sedile passeggero. Snodai la mia cravatta e misi in moto la macchina.

"Sì!" Urlai una volta in corsa. "Cazzo, sì!" Urlai ancor più forte. Sorridevo, ero felice, ero soddisfatto di me stesso. Avevo un potere enorme tra le mani; avevo la nazione tra le mie mani. Ero riuscito lì dove molti non sarebbero neanche stati in grado di arrivare.

Il mio cellulare aziendale squillava a non finire. Avevo poggiato anche esso sul sedile passeggero, anche il mio personale era lì.

Sfrecciavo come un pazzo per le strade di New York, dovevo raggiungere il mio ufficio. Sapevo che c'era una festa in mio onore, indipendente dall'esito della causa. Ma cazzo, l'avevo vinta, ora aveva tutto un altro sapore.

"Pronto?" Dissi felice, rispondendo ad una delle tante chiamate in arrivo sul numero di lavoro. "Avvocato Malik!" Sentii questa voce, era un mio cliente molto fedele. Vi dice qualcosa il cognome Styles?

"Signor.Charles!" Esclamai io. Era il padre di Harry. Un mio cliente molto fedele. Le sue finanze erano tutto ciò che mi interessavano. "Sono io a doverla chiamare Signor.Malik." Mi aggiunse in modo molto confidenziale.

Un dettaglio molto importante.
Quell'uomo aveva così tanto potere economico a New York city, che sapere che ora ero io quello importante per lui, mi faceva sentire l'ego alle stelle.

La chiamata fu di complimenti continui.
Lo riattaccai poco dopo, evitando di rispondere ad altre chiamate in arrivo.

C'era una sola persona con la quale ci tenevo a festeggiare.

Tolsi una mano dallo sterzo, afferrando il mio cellulare personale solo per poter chiamare lei.

Una chiamata, due chiamate, mi fermai a tre.
Venere non mi rispondeva.

Call me Daddy 3.Onde histórias criam vida. Descubra agora