{Moulin rouge} Parte uno.

684 97 72
                                    


Zayn's Pov:

Ero nel mio ufficio.
Ero alle prese con delle pratiche di lavoro.
Quella settimana, il giovedì, prima della mia partenza per Parigi, prevista per venerdì, avevo una grossa causa in tribunale, da sostenere, molto importante per la mia carriera quasi arrivata all'apice.

Ero realmente divenuto il più importante degli Avvocati dell'intera New York.
Lo ero sempre stato, solo che ora lo sapevano tutti.

Ero sempre stato convinto che una volta separatomi da Perrie, per quanto importante fosse la sua famiglia, la mia carriera sarebbe andata a picco. E invece no. Ero già l'Avvocato che nessuno più osava o poteva anche solo lontanamente permettersi di toccare. Avrei distrutto tutti. Sarei stato capace di mandare in banca rotta Perrie e la sua intera famiglia. Ma ciò non accade e forse, per il bene dei miei due bambini, fu la cosa migliore.

Ero in ufficio.
Dovevo avere la concentrazione al massimo. Avevo la causa del secolo tra le mani, eppure...

Non riuscivo a pensare a nulla.

Non avevo la concentrazione.
Non avevo la voglia.
Nella mia testa, nei miei pensieri, c'era solo Venere.

Non facevo altro che pensare alla nostra telefonata.

Non riuscivo, nella mia testa, a smettere di immaginarla mentre eccitata da me, si era masturbata con le mie parole, la mia voce.

Quanto cazzo era bella!

Mi mandava a puttane i pensieri.
Mi faceva uscire di senno.
Avevo voglia di stringerla a me.
Avevo voglia di sbatterla sulla scrivania del mio ufficio. Farla godere, farla urlare, fare di tutto con lei.

Desideravo le sue labbra sulla mie.
Desideravo le sue mani sul mio viso.
Desideravo le sue labbra sul mio membro. Desideravo piegarla davanti a me, farle sentire tutta la mia lunghezza dentro di lei.

Io stavo impazzendo.
Ero già pazzo di lei. Lo ero sempre stato. Avevo sperato invano di dimenticarla, di farla andare via da me. Per colpa di quel cazzo di Styles, ero ritornato al punto di partenza.

Ero in un fottuto guaio.
Ero perso di lei, di nuovo.

Lei lo era di me.
Senza saperlo, aveva di nuovo perso la testa per me.

Aveva sentito la mia voce e non riuscivo a crederci che infondo non l'avesse riconosciuta. Doveva essere impazzita per non rendersene conto. Eppure era proprio così. Si era ubriacata lo sapeva lei per quale motivo e non mi aveva riconosciuto al telefono.

Ma le era piaciuto masturbarsi con MisterX.

Che cattiva ragazza che era diventata.

Quanto mi faceva impazzire lei neanche ne aveva idea.

Ma oltre al lato che mi eccitava, Venere era anche molto pericolosa. Quando era dolce con MisterX, con me, mi fotteva ancora di più.

Avrei desiderato prendere un aereo, andare a Parigi, portarla sotto la torre Eiffel e chiederle di tornare con me a New York. Le avrei chiesto di viverci, forse per la prima volta, forse per davvero.

Ma sapevo che tutto questo non era possibile.

Non nella vita reale almeno.
Per MisterX lo avrebbe fatto, ma per me?

Assolutamente no.

Ma io la volevo.
Io avrei fatto di tutto per riaverla,
anche farla innamorare di MisterX se fosse servito.

Non riuscivo a concentrarmi sul lavoro, poiché Venere, aveva smesso, da lei credo ormai pomeriggio inoltrato, di rispondermi.

L'ultimo messaggio da lei scritto fu un "Mi fido di te" ed io le avevo risposto con "Fai bene". Poi più nulla.

Call me Daddy 3.Where stories live. Discover now