{you can save me.} Parte uno.

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Marie era intenzionata nel farmi mille domande. Sulla mia giornata di lavoro, su come mi sentissi dopo ore senza riposarmi, senza una doccia e cazzate varie.

Io cercavo di darle la mia attenzione.

Pensavo a lui.

Pensavo sempre e solo costantemente a lui.

Mi causava una sensazione sulla bocca dello stomaco il fatto di avergli riattaccato il telefono in faccia e di non aver continuato a parlare di noi due.

Era come se tutto intorno a me, avesse smesso di avere un senso.

Ero distratta.
Ero distratta da lui.

Non pensavo più alla vita che mi circondava, era come se non mi importasse più nulla, di nuovo...

Ed era sbagliato, lo sapevo, ne ero perfettamente consapevole.
Ma cosa dovevo fare esattamente?

Eravamo giunte in un ristornate Francese che ormai conoscevo benissimo, da poco più di un anno era divenuto il mio posto nel mondo.

Ogni qualvolta pranzavo da sola, ci venivo sempre.

Era molto accogliente, decorato con piante e fiori di tutti i colori. Era rivestivo di un bianco moderno. Le persone che lo frequentavano, erano sempre lì sedute per i fatti loro. Nessuno sguardo indiscreto. La tranquillità più assoluta.

"Bonjour!" Dissi alla ormai solita cameriera che lavorava in quel ristorante, ricevendo un caloroso sorriso di benvenuto.

Io e la ragazzina ci accomodammo ad uno dei tanti tavoli liberi. Lei iniziò a sfogliare il menù, indecisa sul cibo da ordinare.

"Per me la solita omelette al formaggio ed una zuppa di cipolle!" Dissi io, una volta che la cameriere giunse da noi. Marie con sguardo disgustato all'udir delle cipolle, indecisa, andò su uno dei tanti panini con Hamburger in pieno stile Americano.

"Il tuo fidanzato comunque dormiva beatamente, ti avviso." Mi disse, una volta ordinato e rimaste da sole. Io feci le spallucce, servendomi un bicchiere di acqua. "Vedo che ti interessa molto il discorso..." Parlò quasi sarcastica. Sapevo già dove la sua curiosità stava per andare.

"Con chi hai passato la notte, Weed?" Mi chiese, come di fatti, pochi istanti dopo. Io bevvi tutta l'acqua nel bicchiere, soffermandomi poi sul suo sguardo per alcuni secondi.

Non erano fatti che le riguardavano.
E lei doveva saperlo.

"Non siamo qui per parlare di me. Non voglio parlare di me, non voglio che ficchi il naso nella mia vita." Le dissi quasi subito, con tono acido. "Che antipatica!" Esclamò lei, facendo una smorfia a fine frase. "Lo chiedevo per curiosità. Insomma, stai per sposarti ma hai un amante." Sorrise a fine frase, come se volesse farmi passare per una poco di buono.

Feci per risponderle, ma perché avrei dovuto?

"Disse la ragazza che ha scopato il fratello del mio fidanzato. Che ha una ragazza, d'altronde." Dissi io, usando il suo stesso tono spiaccicato.

Lei mi guardò, solo che a differenza mia, che la stavo prendendo sul personale, si stava quasi divertendo.

"Abbiamo gli stessi geni. Inutile prenderci in giro." Mi rispose. Come sempre l'ultima parola riusciva ad averla lei, non facendomi trovare alcuna risposta da darle.

"Beh, comunque il tuo amante deve essere uno stra ricco. Voglio anche io uno che mi porti al Moulin Rouge e che mi regali una Chanel, solo per averci passato la notte insieme." Continuò. Era inutile, avrebbe ficcato il naso fino a quando non le avrei raccontato tutto.

Call me Daddy 3.Où les histoires vivent. Découvrez maintenant