{Weed's Dream} Parte due.

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Guardai Noël.
Lui era davanti a me, in tutto il suo splendore.

"Piccola?" Ripetè lui, entrando in camera da letto e avvicinandosi a me.

Lo avevo sentito bene, lo avevo sentito anche la prima volta che mi aveva parlato. Non avevo molta voglia di aprir bocca quella mattina, mi sentivo del tutto strana e spaesata.

"Va bene Vi!" Esclamò lui, avvicinandosi. Mi guardò, poco prima di sedersi sul letto accanto al mio corpo sdraiato tra le lenzuola. Noël spostò lo sguardo, proprio sul mio corpo, del tutto coperto, ma solo dalle lenzuola. "Non hai la forza di parlarmi?" Aggiunse lui con un sorriso. Era sempre dolce. Perché era sempre così dolce?

"Vorrei delle spiegazioni..." Mi parlò poi, con un bisbiglio. Spiegazioni su cosa, precisamente? Mi chiesi confusa tra me e me, fissando dritta i suoi occhi. "Non mi piace quando bevi, insomma, come ieri sera..." Quasi come se rispose alla mia confusione, mi aggiunse. Io tirai come un sospiro di sollievo. Voleva solo delle spiegazioni sul perché avessi bevuto così tanto la scorsa sera. "Sono passato a prenderti io ieri sera, ho ricevuto la chiamata di Rachel ed ho lasciato il lavoro per venirti a prendere e riportarti a casa..." Mi continuò. Noël mi stava un po' rimproverando. Lo faceva sempre con dolcezza, come se quasi non volesse che io restassi male per le sue parole.

Mi sentivo, con i suoi modi, solo terribilmente in difetto nei suoi confronti.

Lui si era preoccupato per me, aveva lasciato il lavoro per venirmi a prendere. Ed io? Cosa avevo fatto per lui? Avevo risposto ad un tipo a caso su Instagram, avevo un profilo falso su Instagram. Mi ero ubriacata ed avevo anche fatto un sogno dove lui neanche esisteva...

Mi sentivo terribilmente in difetto.

Mi alzai dal letto, mettendomi seduta accanto a lui. Lo guardavo, riuscivo solo a guardarlo. Lui ricambiò il mio sguardo, si aspettava una mia parola, una mia risposta.

"Va bene, Vì..." Un po' amareggiato aggiunse sempre lui, distogliendo il suo sguardo dal mio, tirando come uno sbuffo. "Devo andare al lavoro." Mi parlò alzandosi e voltandomi le spalle. "Hai il giorno libero, giusto?" Mi chiese, anche se conosceva benissimo la risposta. "Questa sera ti va di andare a cena?" Sempre lui mi domandò, camminando verso la porta della camera da letto. Non vedevo il motivo per il quale avrei dovuto dirgli di no. Non avevo aggiunto parola alle sue frasi, domande e altro, ma non avrei mai detto di no ad una cena con il mio fidanzato.

Annuii...Annuii semplicemente alle sue parole. Forse stavo sbagliando nei confronti di Noël e, sia io che lui, lo stavamo man mano capendo sempre di più.

Lui mi guardò dopo il mio annuir e senza dirmi altro, chiuse la porta della camera da letto e andò via.

Restai per qualche secondo a fissare il vuoto, come se stessi aspettando un pensiero che mi urlasse di alzarmi e di raggiungere Noël prima che andasse via da casa; non lo feci.

Non ebbi quello stimolo, quella voglia di andare da lui, salutarlo e dirgli che ci saremo visti quella sera per una delle nostre cene romantiche. Tutto ciò non mi dava, ahimè, l'entusiasmo di cui avevo bisogno.

Era, come sempre, ancora una volta, un perfetto casino nella mia vita.

Ero scappata dai miei passati problemi ed essi si erano presentati sotto un'altra forma.
Quanto è vero che nella vita, in un modo o nell'altro tutto ritorna sempre indietro, come un boomerang.

Presi coraggio e mi alzai dal letto.
Avevo ancora un assurdo mal di testa. Quella sensazione di vuoto che mi accompagnava nei ricordi della sera precedente, era ancora lì presente. Mi era chiaro come fossi ritornata a casa, ma del resto, anche di Rachel e della sua fidanzata, mi era tutto come un vuoto.

Call me Daddy 3.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora