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Natale al Circo delle Speranze

I canti di Natale svegliarono la combriccola circense di primo mattino. Gli strumenti, le campanelle e le voci angeliche dei piccoli e le piccole cantanti bussavano a tutte le porte tramandando allegria e gioia a chiunque aprisse. A volte ricevevano anche delle mance consistenti per potersi permettere una stecca di torroncino. Ma come di consueto, quando capitavano davanti ai portoni delle famiglie più aristocratiche, il più delle volte si beccavano parolacce e ordini di girare all'angolo. I ricconi, come diceva sempre Logan, non erano fatti per le feste.

Minù si affacciò dalla finestra per vedere e ascoltare quei canti meravigliosi. Alla fabbrica non le era mai capitato di sentirne uno, né i dipendenti avevano mai accennato il loro passaggio. Adesso che si trovava a casa della compagnia, il mondo le sembrava più bello e colorato, senza fumi né fili che si impigliavano, si intrecciavano e si spezzavano proprio nei punti dove era meglio non mettere le mani per paura di rimetterci un dito.

I ragazzi del circo non si erano ancora svegliati tutti, gli adulti non erano ancora nati delle loro camere, mentre i gemelli si erano già diretti in cucina per apparecchiare il tavolo. Dalla stanza proveniva un buonissimo odore di bacon e frittelle, addirittura al naso della piccolina arrivò il forte profumo del caffè. Avrebbe tanto voluto una tazza di latte, le era venuta fame e si era svegliata molto presto in effetti. Scese dallo sgabello che le aveva permesso di raggiungere la finestra e si diresse verso la cucina, venendo accolta da una leggera fumera che le fece per un attimo chiudere gli occhi dal fastidio.

“Oh! Ci dispiace piccola” disse la ragazzina agitando uno straccio per disperdere il fumo bianco più velocemente, “Oggi il fornello fa qualche capriccio”.

“Se solo si ricordassero di dare una controllata agli impianti, non ci sarebbero tutti questi problemi!” borbottò il gemello sbattendo una spatola di metallo dentro il foro dove fuoriusciva il fuoco per la cottura, “Ma che cosa potevamo aspettarci? Chi permette di affittare posti del genere, non presta attenzione alle cose essenziali”.

“Che cosa… che cosa succede se non va il fornello?” chiese Minù avvicinandosi ai ragazzi, indicando con un timido movimento del dito il grande apparecchio verde scuro attaccato alla parete da un grande tubo che permetteva di fare arrivare il gas e di filtrare i fumi.

“Succede che non possiamo riscaldare casa, che l’acqua calda finisce subito… insomma che restiamo al freddo” disse Jake scrollando le spalle, per poi esultare nel momento in cui riuscì a constatare che il piano cottura fosse tornato a funzionare. Ci appoggiò sopra la padella e si tirò su le maniche, prendendo poi una ciotola piena di impasto e versandone un po’ dentro il metallo ardente, che iniziò a sfrigolare con un piacevole suono. Minù adocchiò on un secchio dei gusci di uova rotti in due, e si avvicinò con l’intento di prenderne uno.

“Ma che cosa fai?!” il richiamo di Jessie la fece sobbalzare, e la bambina si girò di scatto con un ovetto ancora in mano. La guardò con occhi spalancati e impauriti, non capendo cosa avesse fatto di sbagliato.

“Io… ecco… alla fabbrica ne mangiavo sempre un po’. Il proprietario non ci dava mai abbastanza cibo per tutti, così dovevo arrangiarmi…”

“Be’, si dia il caso che qui tu non sia più alla fabbrica. Sei in una casa con abbastanza cibo per sfamare tutti. Infatti questa frittella è abbastanza grande per dividerla in tre come minimo”.

Minù osservò i gemelli con uno sguardo perplesso, prestando attenzione ad ogni passaggio che Jake eseguiva per preparare la colazione. Girò la grande frittella nella padella e la appiattì con la spatola per non creare bolle d'aria; prese una padella più piccola e la posizionò in un fornellino accanto al primo, la imburrò e appena sentì sfrigolare mise dentro il banco e il prosciutto. Poi passò vicino al lavandino per riempire una piccola brocca d’acqua, e tornò al piano cottura per farla bollire.

Dancing with my circusOpowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz