Incoraggiamento

La grande città aveva uno svantaggio rispetto ai paesi più piccoli: era meno adibita agli allenamenti esterni, quindi i ragazzi erano costretti spesso ad adattarsi alle piccole dimensioni degli spiazzi e delle zone che non venivano frequentate da altri abitanti. Avevano scoperto in fretta che lì la gente era particolarmente gelosa del proprio spazio, evitando a chiunque di invadere quel piccolo pezzo di territorio come un cane da guardia molto feroce. A malincuore, avevano sempre dovuto adattarsi al punto migliore, per quanto lo fossero stati i piccoli pezzi di parco dove le aiuole erano ormai appassite. Jake su questo campo aveva più volte accusato diverse difficoltà con il trapezio d'allenamento: l'angolo che gli era stato lasciato nel parco dove avevano allestito il tendone era pessimo per poter provare un numero decente e nuovo, non era possibile nemmeno fare un passo che già i passanti gli tiravano occhiatacce come se fosse stato un barbone.

Jessie non l'aveva vissuta meglio, ottenendo addirittura commenti poco carini da qualche gruppo di ragazzi che si erano riuniti per passare del tempo insieme. A lei non erano affatto piaciuti quegli sguardi e quei commenti, li aveva trovati davvero scomodi e di pessimo gusto, la cosa peggiore era stata che al quarto commento con tanto di risatina provocatoria, lei non ci aveva più visto e li aveva presi a bastonate con il legno dell'altalena, rischiando un bel po' di guai.

"Idaho! Meglio cambiare posto per provare, qui ci sono troppi rompiscatole, oltre che molestatori seriali..." mormorò Belle sospirando società, da dietro un albero, un uomo magro e dallo sguardo smunto la stava fissando in modo piuttosto inqueitante.

"I vecchi banchieri in pensione si rifiutano di lasciarci allenare, credono che roviniamo la loro lettura quotidiana del giornale" sbuffò Logan passando la palla a Colin e osservando quei vecchietti grattarsi la testa ormai priva di capelli e bofonchiare qualcosa da dietro le pagine sottili dei loro giornali.

La situazione era piuttosto chiara: era invivibile la convivenza tra artisti e gente ordinaria fatta solo di treni e caffè mentre chiacchieravano con i loro amici e colleghi di futili notizie, ma non si poteva fare molto e Idaho se ne rendeva perfettamente conto. Avrebbe voluto quanto loro poter cambiare quella situazione precaria, quel modo odioso di essere guardati, ma non avrebbe potuto certo mettersi a gridare in mezzo al parco o alla piazza accusando ogni passante di avere gli occhi e la bocca troppo grandi.

"Mi dispiace, ragazzi, ma non possiamo proprio farci niente. Questo è quello che passa il convento e noi possiamo solo accettarlo".

"Accettarlo!?" Jessie si avvicinò con passi pesanti, "Ma tu ti rendi conto di quanto sia difficile poter allenarsi in santa pace!? Non possiamo fare un passo che tutti ci giudicano male".

"Preferisco saltare la data dello spettacolo e rimandarla piuttosto che farmi deridere da quei damerini senza cervello!" protestò Jake pestando un piede sul terreno, non avrebbe mai accettato di fare da zerbino a degli stupidi ragazzi che non erano capaci nemmeno di varcare la soglia di casa senza la presenza della governante, non esisteva proprio. Non era venuto fino a lì per essere guardato e deriso come un comune animale da baraccone, sapeva benissimo di valere molto di più di tutti quelli che osavano mettere in discussione la sua sanità mentale.

"Proprio PERCHÉ vi deridono che dovreste esibirvi con più grinta! Una volta che avranno visto di cosa siete capaci voi e di cosa NON sono capaci loro" il ragazzo dai ricci dorati richiamò l'attenzione su di sé battendo una volta le mani in segno di applauso, era consapevole che non fosse piacevole come situazione, ma avevano superato di peggio e non erano giustificati a fare i capricci in quel modo.

Dancing with my circusWhere stories live. Discover now