Dimostrazione di superiorità

Per tutti era sembrata una mossa folle, pronta solo a mietere infortuni e interrompere lo spettacolo. Non che agli altri importasse più un esibizione che una vita umana, ma era proprio per questo proposito che tutti tentarono in ogni modo di intervenire senza doversi per forza spingere oltre le tende del retroscena. Ma a cosa stava pensando Colin quando aveva chiesto a Logan di mischiare i propri numeri? Era consapevole che questo avrebbe potuto metterlo in serio pericolo? Aveva solo sei anni in fondo, non sarebbe riuscito a provvedere del tutto alla propria sicurezza in autonomia, e il grande uomo muscoloso poteva vegliare sulla sua incolumità fino a un certo punto.

"Sei sicuro di quello che vuoi fare, Colin?" chiese Logan mettendogli una mano sulla spalla, prima di posizionarsi nel perfetto centro del palco, "Sappi che è una cosa molto rischiosa, non so se riusciamo..."

"Voglio farlo lo stesso. Non sono più piccolo, e voglio mostrare di essere parte integrante della compagnia".

Il pubblico li osservava incuriosito, cercando di capire cosa si sarebbero dovuti aspettare con due acrobati portanti una differenza tanto evidente, sia di età che di fisico. Uno era possente e molto piazzato, l'altro un bambino piccolo e gracile; era difficile capire quale tipo di numero avessero in mente, ma ti certo doveva essere o qualcosa di semplice oppure li avrebbero stupiti in modo eccellente.

Da dietro le tende, Lisette era un fascio di nervi. Non voleva intervenire, avrebbe decretato una grave carenza di fiducia nei confronti dell'uomo, ma una parte di sé la stava letteralmente obbligando e tuffarsi in mezzo al palco e fermare qualsiasi cosa avesse avuto in mente suo figlio. Perché Colin si ostinava sempre a volersi far vede grande quando a mala pena aveva imparato ad allacciarsi le scarpe da solo? Avrebbe avuto tutto il tempo a disposizione prima di buttarsi seriamente in un numero complesso, perché tanta fretta?

"Io li fermo".

"Lisette..." Idaho la bloccò con un braccio, beccandosi un'occhiata colma d'odio, "Hai paura. L'abbiamo tutti. Ma se vai lì..."

"Quanto meno avrò impedirò che a Colin possa succedere qualcosa!"

"E cosa farai dopo? Eh? Come gestirai il suo broncio, il suo nervosismo... Lisette io capisco che in quanto madre vuoi intervenire per proteggerlo, lo vogliamo tutti. Ma lascia che sia Logan a provvedere" il ragazzo biondo non intendeva affatto impedire ad una madre di accorrere in soccorso di suo figlio, ci mancherebbe, ma non voleva dipingere agli occhi di tutti Logan come un fallito in fatto di protezione e di attitudine. Conosceva bene il bambino, non lo avrebbero convinto ad andarsene, ma l'uomo rosso di capelli ne sarebbe rimasto profondamente scottato.

"Non intendo delegare ad un esterno ciò che spetterebbe a me, e quando tornerà qui dietro Colin dovrà subire un bel discorsetto!"

"Adesso non puoi farci niente, dopo potrai avvalerti delle tue competenze di madre!"

"Ragazzi!" Charlotte si mise in mezzo ai due. Avevano ragione entrambi ma adesso non era assolutamente il momento di parlarne, tanto non avrebbero potuto fare molto in quel momento. Poterono solo aggregarsi ai gemelli e alla francesina e osservare con il cuore in gola quello che di lì a poco sarebbe successo.

Logan mise per terra una pedana abbastanza ampia, e Colin ci si mise sopra, iniziando a maneggiare la sua palla mantenendola in equilibrio sul bastone e facendola passare in mezzo al cerchio. Fino a quel punto, per il pubblico non fu nulla di eclatante: avevano già visto diverse volte i bambini al parco giocare in un modo simile, per cui quella scena risultò abbastanza noiosa e ridicola. Il bambino però non ci fece caso, non aveva tempo di deprimersi e demoralizzarsi solo perché nessuno aveva ancora visto il reale cuore dello spettacolo; avrebbero solo dovuto attendere ancora un pochino, e poi sarebbe stato necessario un ferma bocche per tenere chiuse le loro mascelle. Quando aveva deciso di chiedere aiuto a Logan, quello lo aveva dapprima guardato come se avesse sentito una battuta scherzosa, ma solo dopo averlo notato fin troppo serio, il sorriso dentro la folta barba di colore carminio si era spento. Doveva averlo definito pazzo, e forse ancora lo stava pensando mentre si preparava a sollevare quella pedana e ad aggiungervi pesi sempre più consistenti.

Dancing with my circusWhere stories live. Discover now