Un metro più alto

Jake e Jessie erano sempre stati portati per acrobazie che vedesse una certa abilità con il corpo, bisognava essere molto flessibili e molto veloci in certi movimenti; il rischio era di sbagliare il tempismo ottenendo serie conseguenze per sé stessi e per gli altri.

Un metro in più questa volta, che pur essendo solo una manciata di centimetri, per dove erano soliti esibirsi faceva una grossa differenza. Le altalene sembravano ancora più alte e pericolose, parevano oscillare in modo minaccioso, quasi avvertendo i due ragazzi che avrebbero potuto sbagliare. Ma le parole di Charlotte ancora rimbombavano nella testa dei gemelli, e se lei credeva in loro, come tutti, allora avrebbero dovuto esibirsi con più sicurezza. Alla fine avevano superato di peggio, affrontato momenti più imbarazzanti e assistito ai numeri più spaventosi; se Belle, Logan e Colin erano stati in grado di sopravvivere e scrivere un frammento in più della loro storia, anche i fratelli trapezisti n sarebbero stati in grado.

“Be', se ci pensi…” se ne uscì a un certo punto Jake, osservando con fare mezzo disinteressato i trapezi sopra le loro teste, “Alla fine non sarà poi tanto difficile”.

“Ti ricordo che abbiamo una bella serie di passi improponibili da eseguire alla perfezione, credi davvero che sarà una passeggiata?” chiese la sorella con un tono incredulo. A volte suo fratello era in grado di partorire pensieri che nemmeno un ubriaco si sarebbe sognato di estraniare, ormai ne aveva la conferma.

“D'accordo, ma se la devi vedere in modo tanto negativo, non sali più. Dai Jessie, alla fine è solo un metro rispetto alla norma, abbiamo provato di peggio”.

Vero: nella loro carriera circense avevano dovuto affrontare numeri peggiori, dato che l'interesse del pubblico variava in base alla zona dove si trovassero. C'erano stati spettatori che avevano già assistito ai numeri più strambi, e alcuni che non avevano mai messo piede in un circo, ma solo osservato semplici feste di paese. E lì, come potevano vedere entrambi i ragazzi, si stava parlando di damerini rigidi e vestiti bicolore come fossero stati tanti pinguini in una scatola, il ché implicava che il loro tasso di stupore era molto basso.

“Sappi che, se dovesse andare anche solo una cosa storta, questi metri saranno gli stessi sotto cui saremo sepolti, in una bara”.

“Quanto sei tragica… non è mai successo, e secondo te può succedere oggi?”

“Tu non esserne troppo convinto, Jake…”

Quegli occhi annoiati puntati addosso, sul corpo della trapezista facevano un brutto effetto: si sentiva giudicata ancora prima che potessero capire cosa avessero intenzione di fare, e lei di tutta risposta avrebbe voluto di gran lunga invitarne uno in scena e ridere mentre si spiaccicava al suolo per non aver preso bene il legno del trapezio. Era cattivo come pensiero? Forse un pochino, ma alla fine davvero lecito. Evitò però di darci troppo peso mentre saliva la scaletta a pioli che l'avrebbe condotta sul trampolino per raggiungere la giusta altezza, nel lato opposto del fratello per partire sincronizzati come sempre; fissò la traiettoria con gli occhi, mantenendo la schiena ben dritta e rigida per dare il peso necessario a tutto il corpo per poter dondolare in modo omogeneo. Avrebbe poi dovuto aumentare la velocità una volta eseguite tre oscillazioni, lo stesso lo avrebbe fatto Jake, in questo modo si sarebbero incrociati per cambiarsi posizione.

Fino a qui nulla di nuovo, era un meccanismo che sapevano a memoria, ma lo ripassarono lo stesso mentre prendevano in mano quel piccolo e sottile cilindro di legno e stringendolo tra le mani. Pochi passi e si sarebbero trovati sospesi a mezz'aria senza più possibilità di un sostegno saldo. Nella propria testa, dopo uno sguardo d'intesa, contarono fino a tre. Uno… un respiro per calmare la mente. Due… sciolsero le spalle ed eseguirono un ultimo passo, quello decisivo che avrebbe tolto loro il terreno da sotto i piedi. Tre! I due corpi si lasciarono andare disegnando un arco ampio e lineare tra i due sostegni su cui saltarono. Tutto il pubblico emise un sussulto all'unisono, parve una piccola scossa di terremoto che colpì ogni panchina allestita negli spalti.

Dancing with my circusWhere stories live. Discover now