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La voce dell'usignolo

"Lo spettacolo è stato un successo come sempre, merito del nostro favoloso Idaho che giostra e gestisce sempre tutto meravigliosamente!"

"I fondi sono anche aumentati rispetto all'incasso precedente, non so se sia questo paese ad essere più generoso del primo".

"Sono stato bravo con le capriole signor Parsefall?"

"Quante volte ti ho detto di non chiamarmi Signore, Colin? Non sono così vecchio".

Intorno al tavolo della grande stanza, le risate e le battute stavano facendo da padrone rallegrando l'atmosfera. Lo spettacolo, inaspettatamente, aveva dato molti più frutti delle aspettative iniziali e con i soldi avanzati dall'incasso Lisette era riuscita a fare una consistente spesa, comprando anche dei tagli di carne belli abbondanti.

Era una loro abitudine: il ricavato di ogni esibizione veniva diviso come beneficenza a ospedali e centri d'accoglienza, per permettere a persone meno fortunate di procurarsi il pane il giorno dopo; la parte rimanente poi la tenendo per i loro bisogni, dal cibo ai prodotti per l'igiene. Andava avanti così da sempre, per loro era una cosa normale. E se il destinatario dei fondi decideva di rifiutare l'offerta, la parte veniva donata alla Chiesa del paese. Questo non voleva dire che non fossero credenti, ma erano dell'idea che la pratica mostrasse all'Altissimo molto di più di un semplice pensiero.

In quel momento, tuttavia, per quanto condividesse la loro allegria, Charlotte si sentì a disagio e fuori posto. Per quanto volesse sforzarsi, non avrebbe potuto prendere parte ai loro discorsi, lei in fondo non era un'acrobata come gli altri e non aveva ancora un posto negli spettacoli, forse non lo avrebbe mai avuto. Nonostante fuori ora avesse l'aspetto di una ragazza fatta e finita, dentro si sentiva ancora la Bestia che aveva sempre inorridito i clienti, inutile e sola, senza qualcuno che la facesse sentire a casa e al sicuro.

Era brutto, ma invidiava ognuna delle persone presenti in quel tavolo; dal grande e forte Logan al piccolo e vivace Colin, che tra tutti aveva il ruolo minore essendo un bambino. Avrebbe voluto essere solo contenta, ma quella sensazione di vuoto era forte e prepotente; per nulla leggera e premeva per uscire. E lei dovette fare un grande sforzo per ricacciarla dentro, in fondo a quell'abisso di sensazioni negative che l'avrebbero solo rovinata dall'interno.

Quando tutti ebbero consumato la cena, Charlotte riuscì finalmente ad ottenere il permesso per sparecchiare la tavola e ripulire. Ignorò lo sguardo contrariato di Idaho, sostenendo che gli altri avevano già fatto molto e meritavano un po' di riposo. Idaho scosse la testa, odiava terribilmente mollare tutta la fatica ad una sola persona, specie se aveva avuto delle difficoltà motorie e dei problemi di salute. La osservò da lontano per tutto il tempo, mentre sciacquava un piatto e ne asciugava un altro; ora usava il panno, ora immergeva nell'acqua un bicchiere, in modo meccanico e quasi automatico. Non era niente di speciale, eppure non riusciva a smettere di guardarla: quello sguardo rilassato e concentrato allo stesso tempo e il lieve suono della sua voce che intonava una melodia a lui sconosciuta. Doveva far parte del suo libro, bruciato con crudeltà da un elemento che mai aveva mostrato di essere umano.

"Si consuma se la fissi ancora in quel modo" lo prese in giro Logan passando dietro di lui con un consistente fagotto di vestiti tra le braccia. Di tutti i membri del Circo delle Speranze, il grande scozzese era l'unico a capire fino in fondo i pensieri del giovane dai ricci dorati, oltre ad essere l'unica persona con cui Idaho avesse sempre potuto confidarsi, godendo di un'età e di un'esperienza più avanzata di lui.

Dancing with my circusحيث تعيش القصص. اكتشف الآن