Un regalo per Charlotte

“Dovrebbero creare degli spettacoli apposta per invitare noi, nessuno ci ha mai guardati con quegli occhi sognanti!”

Charlotte nascose il viso rosso dietro al bicchiere, era la prima volta che riceveva degli elogi tali da renderla la regina della sera solo per una performance e nemmeno troppo elaborata.

Mesi fa non avrebbe creduto di potersi trovare in mezzo a tutti gli altri nello stesso tavolo, ricevendo personalmente dei complimenti invece che sentirli e basta. Non che avesse mai sognato di essere la protagonista indiscussa per darsi delle arie, ma a pensarci le sarebbe piaciuto avere anche solo dieci minuti di gloria. Adesso poter godere della stessa allegria degli altri invece che percepirli in modo passivo tra l'acqua del rubinetto e il sapone per i piatti.

“Ma li avete visti tutti quei ragazzi? Non le staccavano gli occhi di dosso!”

“Avrebbero venduto la pelle pur di stare al posto di Idaho”.

Charlotte sentì il suo compagno di performance ridere di gusto, ma lei in quel momento voleva solo scomparire dall'imbarazzo: sentire tutti quei discorsi incentrati su di lei, con tanto di occhi che la fissavano quasi volessero scavarle dentro. Ma allo stesso tempo… era davvero appagante avere quell'attenzione.

“Nessuno potrà mai prendere il mio posto. Io sono inimitabile” mormorò divertito il ragazzo dai ricci dorati, dando un buffetto alla sua partner in segno di affetto.

“Più unico che raro…” si lasciò scappare lei, abbassando del tutto lo sguardo per paura che potessero scrutare i suoi pensieri attraverso gli occhi. Non era sicura che gli altri avessero visto il loro bacio, e per certi versi sperava proprio di no: non voleva che quel momento venisse condiviso abusivamente da tutto il mondo, per la prima vota sentiva di avere qualcosa di davvero suo, dopo aver perso l'unica cosa che le aveva sempre permesso di superare ogni giornata. Era incredibile: era riuscita a non pensarci per molto tempo, ma ogni tanto, di notte, quel brutto peso tornava a farsi sentire. Il suo libro… il piccolo scoglio su cui la sua scialuppa si era sempre tenuta salda, quell'uomo crudele di nome Grave glielo aveva portato via con la forza.

Idaho la guardò con un sorriso dolce, sentendo quel complimento totalmente suo e sapendo che non lo aveva mai detto a nessuno, non avrebbe mai potuto e di certo non lo avrebbe riservato a nessun altro. Per lei, il ragazzo dai ricci dorati era l'unico angelo custode presente sulla faccia della terra, l'unica persona che l'avesse mai vista come una creatura degna di dignità.

“Non sono l'unico ad essere più unico che raro… Usignolo”.

“Mi sembra di capire che su quell'asse non abbiamo solo avuto uno spettacolo fiabesco, eh voi due?” intervenne Logan guardandoli con uno sguardo tra il sospettoso e il malizioso, costringendo i due ragazzi a guardarsi e scoppiare a ridere. Avrebbero dovuto dirlo? Dovevano tenerselo per loro? Forse no, in fondo erano in famiglia, e avevano il diritto di sapere.

“Diciamo che Logan ha ragione” mormorò Idaho mettendo una mano su quella della giovane, “Oltre allo spettacolo… è successo qualcos'altro”.

“Uh… e non volevate dirci nulla?” incalzò Jessie posando il bicchiere e sporgendosi verso i diretti interessati.

“No! Voglio dire: ve lo avremmo detto, ma in un'occasione più adatta…”

Dancing with my circusWhere stories live. Discover now