Il circo delle speranze

Settimane dopo il suo arrivo, Charlotte era riuscita finalmente a raddrizzare del tutto la postura. I movimenti delle gambe divennero più fluidi e meno ingessati, i dolori alle ossa diminuirono di molto. Ora che si sentiva più energica e meno convalescente come un paziente d'ospedale, aveva deciso di dare una mano in quella grande stanza dove ci abitavano fin troppi inquilini.

Il lavoro, tuttavia, si rivelò parecchio: Logan, l'uomo alto e muscoloso, consumava una grandissima quantità di asciugamani e camice tutti colmi di sudore che dovevano essere lavate almeno tre volte di fila; Jake, il gemello trapezista, strappava sempre i pantaloni e le calzamaglie - e Charlotte ringraziò di aver imparato a cucire nella sua lunga prigionia nel circo di Grave; Lisette aveva dei problemi con Colin per quanto riguardava la notte, e via a lavare le lenzuola sporche; Idaho invece era l'unico a mantenere un rigoroso ordine, tanto che un giorno l'aveva bloccata dal passare la scopa nella sua stanza: "Questo compito non dovrebbe spettare a te" le aveva detto sorridendole amichevole.

Ma per lei quello non era affatto un disturbo, anzi: ci teneva a rendersi utile, a far sentire la sua presenza e tutti quei giorni in cui l'avevano tenuta sotto un forzato riposo erano diventati davvero pesanti. Le prime volte lo aveva anche accettato, alcune mattine si erano rivelate davvero impossibili e tutti quei dolori alla schiena le avevano impedito di alzarvi dal letto. Era rimasta molto sorpresa delle loro attenzioni apprensione quando Belle le aveva portato la colazione a letto, chiedendole come stesse e dandole anche delle medicine per calmare le fitte. Non si era ancora abituata a quel trattamento tanto diverso.

"Charlotte! Pour l'amour de Dieu! Mi dici cosa stai facendo!?" la voce della francesina la fece trasalire, rischiando di gettare l'acqua contenuta nel secchio per terra. Si girò piano trovandosi davanti il viso sconcertato dalla ragazza che la stava fissando come se avesse scovato un ladro.

"Oh ti prego Belle, non ti ci mettere anche tu" la implorò lei mettendo per terra il materiale per le pulizie. Non era la prima volta che la beccavano ad entrare nelle loro stanze per pulire e rassettare il tutto, cacciandola fuori un secondo dopo dicendole, anzi ordinandole, di non scomodarsi a ripulire il loro disordine. In quella famiglia esisteva una regola: ogni elemento doveva pulire la sua sporcizia, e se si erano stabiliti dei turni, ognuno doveva rispettare il proprio ma for pulire ad un altro non era tollerato.

Idaho lo aveva spiegato tante volte anche a lei, ma Charlotte non si era ancora data per vinta.

"chéri, io capisco che tu voglia essere di aiuto, ma il tuo compito adesso è solo restez immobile et ne fatiguez pas vos pauvres muscles, ti devi riposare capito? E devi ambientarti" le prese gli stracci dalle mani senza che Charlotte avesse il tempo di replicare.

"Mi sono già ambientata abbastanza Belle! Sono stanca di restare ferma su una poltrona a fare niente! Posso farcela, te lo assicuro! Ti prego..."

"So che tu vuoi trovare il tuo posto in questo strambo gruppo, e lo troverai, il y aura une place pour toi aussi. Ma NON FACENDO LE PULIZIE!"

Charlotte sospirò rassegnata, non riusciva proprio a farsi comprendere sotto quell'aspetto. Belle, come gli altri, era davvero decisa a non farle muovere un muscolo.

"Ascoltami Belle" cercò di recuperare terreno, "Io apprezzo davvero il vostro modo gentile di accogliermi, ma avete tutti un ruolo in questo mondo, delle abilità; non voglio risultare una palla al piede, voglio dare il mio contributo e questo" indicò il secchio con gli stracci che ancora la francesina stringeva in mano, "Per ora è l'unico modo che ho".

Dancing with my circusWhere stories live. Discover now