CHAPTER 2 || #that weakling of your husband

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❝Il giorno dopo che suo padre gli aveva sganciato la bomba, Shōyō era entrato nell'ufficio del suo padrino sul piede di guerra

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❝Il giorno dopo che suo padre gli aveva sganciato la bomba, Shōyō era entrato nell'ufficio del suo padrino sul piede di guerra.
Lui. Lui e Tobio erano ancora sposati.
Ma davvero? Ma che stracazzo...

Kuroo era seduto alla sua scrivania; la camicia bianca gli metteva in mostra i bicipiti, la cravatta rossa era leggermente allentata. Shōyō da bambino aveva avuto una cotta stratosferica per lui, voleva sposarlo.
La scrivania era stracolma di scartoffie. Il telefono fisso continuava a suonare.
E la segretaria continuava ad andare avanti e dietro con pile e pile di scartoffie sottobraccio.

Kuroo Tetsurō ricopriva la carica di primo ministro interno nell'amministrazione del regno di Bokuto Kōtarō.
E in particolare, il primo ministro - che ricopriva in sostanza la carica di vicepresidente - doveva risolvere le crisi interne.
E quella che stava vivendo Shōyō era una fottuta crisi interna.

Kuroo non lo aveva neppure guardato.
Continuava a leggere le scartoffie, a firmare documenti, ad impilare pile su pile e ad affidarle alla sua segretaria. Tutto questo in un loop che sembrava infinito.
Shōyō sospirò dal naso, si sistemò la giacca nera che aveva indossato quella mattina e si sedette sulla sedia libera davanti alla scrivania dell'alpha; accavallò le gambe una sull'altra e attese che il suo padrino gli riservasse un minimo della sua attenzione.

Dopo che i suoi genitori erano tornati a casa, dopo che Tobio era tornato a casa sua e dopo aver messo i bambini a letto; Haruiki era a telefono con i genitori di Atsumu -, lui e Atsumu non avevano fatto altro che litigare furiosamente per tutta la notte.
Atsumu affermava che la colpa era tutta di Shōyō, che Tobio non era mai andato a consegnare le carte del divorzio perché lo amava ancora e che Shōyō lo sapeva perché provava ancora lo stesso. Aveva anche avuto il coraggio di dirgli nel modo più serio che potesse avere, che il loro matrimonio era stato tutta una farsa, addirittura credeva che Haruiki non fosse suo figlio ma che fosse figlio di Tobio.

Shōyō lo aveva schiaffeggiato. E lo aveva cacciato dalla camera da letto lasciandolo dormire nella camera degli ospiti - trattamento più che giusto, considerato che Tobio dormiva sempre sul divano quando lo faceva incazzare.
Quella mattina mentre preparava i bambini per la scuola, lui e Atsumu non si erano rivolti la parola neppure per scambiarsi il consueto saluto del buongiorno. Haruiki li aveva osservati straniti, mentre Dalai una volta da solo con il suo papà gli aveva fatto domande su domande. Shōyō gli aveva risposto che andava tutto bene, e aveva messo su il sorriso più convincente che fosse riuscito a fare.

<<So già perché sei qui, non c'è bisogno che mi spieghi nulla. Keiji questa mattina mi ha chiamato per avvertirmi che saresti passato da me per quel piccolo problemino>>

Shōyō inarcò un sopracciglio. <<E?>>

<<E nulla. Ti conviene divorziare dopo la campagna elettorale>>

Shōyō si lasciò andare ad una risatina ironica; col cazzo, il suo matrimonio era su una punta di coltello per una cazzata avvenuta a causa di problematiche di scartoffie, e lui gli chiedeva di divorziare dopo una campagna elettorale a cui non voleva neppure partecipare? <<Io non voglio prendere parte a nessuna campagna elettorale. Io voglio solo continuare a lavorare nell'amministrazione del branco, servire con la massima onestà e rispetto il mio capobranco ed essere felicemente sposato con mio marito, vivere una bella vita con i miei bambini ed essere felice nella mia quotidianità>>

ʀᴇᴘʟᴀʏ || ᴋᴀɢᴇʜɪɴᴀ, ᴀᴛsᴜʜɪɴᴀWhere stories live. Discover now