Capitolo settimo - Mitì

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«Doganesi! Popolo delle Terre Libere! Ho una bella notizia per voi!» Polimnia era sopra una pedana di legno e stava provando un discorso ufficiale. Sembrava qualcosa di importante. Davanti a lei, Calliope era seduta su una sedia e seguiva attentamente le parole leggendole da un blocco per gli appunti.

«Una notizia che mi rende fiera...»

«Applausi!» la interruppe Calliope in tono neutro come per dare il tempo al discorso.

Sibilla si chiese che senso avesse prevedere la reazione del pubblico. Come facevano quelle due a sapere quando la folla avrebbe tributato i suoi applausi all'oratore? E se invece lo avessero fischiato?

«Fiera di amministrare questo paese che, grazie all'impegno dei nostri uomini e delle nostre donne, diventerà ancora più ricco!»

«Applausi. Se sei d'accordo userei la parola "prospero" al posto di "ricco"». Senza aspettare la risposta, con la matita tracciò una riga netta sul foglio e scarabocchiò un appunto.

A meno che gli applausi non arrivino a comando. Il pensiero maligno attraversò la mente di Sibilla come una meteora in una notte estiva. La ragazza si schiarì la voce interrompendo il siparietto.

«Sibilla, mia cara!» Polimnia scese subito dal piedistallo e le andò incontro nel miglior stile "Doganiera". La abbracciò scusandosi: «Ti abbiamo lasciata sola, siamo imperdonabili!»

«Il tuo traghetto parte domani pomeriggio e fino ad allora ci sono tante cose da fare e così poco tempo!» Calliope la prese sotto braccio. «Penso che vorrai visitare Dogana, prima di partire» .

«Si, ma ...»

«Sono sicura che la nostra amica muore dalla curiosità di visitare la nostra biblioteca!» Polimnia le fece l'occhiolino. «Quattro piani di libri rari. Tutto il sapere della Marca ed è proprio qui, sotto ai nostri piedi» disse, indicando il pavimento.

La famosa biblioteca di Dogana. Sibilla ne aveva sentito parlare. Si diceva che fosse la libreria più antica della Marca.

«Qui?» Certo! per questo il palazzo aveva la forma di un forziere e i suoi sette piani svettavano severi sul mare. Più della metà di quel castello era una sola, immensa biblioteca e lei avrebbe potuto perdersi in quel posto, tra quei corridoi polverosi.

«Andiamo. Sono sicura che troverai quello che cerchi!» Calliope la spinse gentilmente verso la porta, sempre tenendola sottobraccio come si farebbe con un'amica di lunga data.

Sibilla però non si mosse. «Sto cercando i miei amici» disse per tutta risposta. «Pensi che li troverò in biblioteca?»

Le due si guardarono per qualche istante, poi Polimnia fece spallucce: «I tuoi amici se ne sono andati» le rispose con un sorrisetto imbarazzato.

Gli artigli di un qualche mostro le afferrarono il cuore e per un tempo interminabile lo strinsero senza alcuna pietà togliendole il respiro, poi glielo strapparono via, gettandolo nel caminetto acceso.

«Ne siete sicure? Non sarebbero mai partiti senza salutare» si sentì dire come se quelle parole senza senso le avesse pronunciate qualcun altro.

Partiti. Andati via. Scomparsi. Un'ondata di gelo riempì la voragine che il mostro aveva scavato pochi secondi prima.

«La tua amica ha ricevuto un messaggio da Frate Adelmo. Sembrava una cosa importante e ha chiesto di rientrare subito a Sarnus. L'Erratico si è offerto di accompagnarla. Per essere uno zingaro ha uno strano senso della cavalleria!» ridacchiò. «Hanno preso la diligenza della mattina. Ci sono diversi giorni di cammino per Sarnus» disse, rafforzando l'urgenza della decisione.

Sibilla e le leggende della MarcaWhere stories live. Discover now