Capitolo secondo - Il cantastorie

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«Apri subito questa porta!» gridò con quanto fiato aveva nei polmoni colpendo ripetutamente le assi di legno che la separavano dalla libertà. «Maledetto bastardo, apri questa porta!»

«Non sprecare il fiato, tanto non ti faranno uscire da qui». Una voce alle sue spalle la fece sussultare. Non era sola in quel posto. Si voltò a guardare chi avesse parlato. I suoi occhi si stavano abituando al buio e i pallidi raggi di sole che filtravano tra le assi rivelarono almeno una decina di teste. Uomini, donne e bambini se ne stavano seduti sul pavimento, tra paglia, sterco e qualche animale. «Sono armati». La voce di un ragazzo proveniva dal fondo del carro. Sibilla si guardò intorno e per un momento non capì. Le donne portavano vestiti colorati, gli uomini nastri e spille d'argento tra i capelli. I bambini erano nudi. Quegli uomini erano Erratici, proprio come quelli che l'avevano rapita.

«Io ho provato a ribellarmi e ci ho guadagnato questo» disse ancora il ragazzo indicandosi il volto con un dito. Era un giovane Erratico, forse poco più grande di lei. Qualcosa nel suo aspetto la colpì anche se quel giorno Sibilla non seppe dire il perché. Forse era il modo in cui se ne stava seduto, le lunghe gambe distese davanti a lui, come se non fosse minimamente turbato da quella situazione. O forse erano i lunghi capelli neri come l'ala di un corvo e gli occhi di lupo con cui la fissava, occhi a mandorla ma di un insolito colore grigio.

«Ma perché vi hanno rinchiusi?» chiese, distogliendo lo sguardo dal suo viso e fissando i suoi piedi.
«Hanno attaccato il nostro villaggio e ci hanno portato via. Non hanno perso tempo in spiegazioni, sai come funzionano queste cose» concluse, in tono canzonatorio. Due ragazzini sporchi e mezzi nudi fecero capolino alle sue spalle, incuriositi dalla presenza della ragazza.

«Ma sono Erratici come voi!»
«Noi siamo Erratici, quelli sono banditi. Pali, smetti di fissarla o penserà che non abbiamo ragazze nei nostri villaggi!» disse, rivolto a nessuno in particolare. Uno dei due bambini gli si avvicinò e sussurrò nel suo orecchio: «quell'uomo ha detto che lei è una principessa!» Il modo in cui la guardava, come se fosse stato un animale raro, le strappò un sorriso. «Sono sicuro che le principesse non vanno in giro da sole e soprattutto che non hanno questo aspetto» rispose lui, divertito. «Scusa?» Sibilla pensò di aver sentito male. «Quale "aspetto"?» chiese, piccata. Non aveva mai dato importanza alle apparenze. Quasi non ascoltava più le lamentele di Ada, ma sentirsi criticare così apertamente da un perfetto estraneo, che per di più apparteneva ad un popolo di zoticoni, proprio no!

Il ragazzo finse di pensarci un po' su prima di rispondere. «Innanzitutto, sei bagnata fradicia. Dove sei finita, in un pantano? Poi hai dell'erba che spunta dai tuoi capelli e questo non è molto "principesco"».
Pali rise a quelle parole e gli occhi del giovane si illuminarono.

«Tu sei Sibilla. Sibilla Biancofiore, vero?» una donna si avvicinò al gruppetto, abbassandosi per non battere la testa. «Tuo padre compera il nostro grano e ci vende i suoi attrezzi. È una brava persona». La donna le sorrise. «Non ascoltare mio nipote, è abile con le parole ma non sa come comportarsi con le signore». «Tia, se c'è un uomo di mondo, quello sono io. Ho cantato in tutte le corti della Marca!» rispose lui, fingendosi offeso dalle sue parole.

«Ion è un bravo ragazzo» continuò lei, «ma a volte la sua lingua lunga prende il sopravvento».
Sibilla le sorrise, riscaldata dalla presenza di una persona che diceva di conoscerla. Quella donna riusciva a farla sentire a suo agio. Forse era così con tutti. «Chi sono queste persone? Cosa vogliono da noi?»

«Sono banditi. Hanno assaltato il nostro villaggio e l'hanno dato alle fiamme. Poi ci hanno portati via. Non so perché fingono di essere Erratici, so solo che rapiscono la gente» rispose preoccupata. «Li ho sentiti mentre parlavano. Sono diretti a Nord, forse ...». Le parole le morirono in bocca mentre il carro frenava bruscamente sbalzandola contro la parete. Sibilla cadde a terra di schiena e Ion impedì a Pali di volare via.

Sibilla e le leggende della MarcaWhere stories live. Discover now