Capitolo primo - L'imbrogliona

18 4 0
                                    

«Adelmo» disse l'uomo, tendendole la mano.

«Sibilla» rispose lei, fredda, continuando a gettare occhiate nervose verso sua madre. Ada sembrava sulle spine, come se avesse paura della sua risposta. Certo, lei non era proprio la figlia modello che la donna aveva sognato, ma era comunque in grado di comportarsi in modo educato, se voleva. Era pur sempre una Biancofiore, che diamine! Solo che in quel momento tutto tramava contro di lei, come se le forze celesti si fossero messe in moto per causarle una delle sue leggendarie sfuriate. Chi era tutta quella gente? Cosa ci faceva a casa sua? Perché il vecchio continuava a sorriderle, ma soprattutto chi era? Stava per rispondergli per le rime, quando Ada intervenne.

«Alcina è morta. Ho mandato Edo ad avvisarti. Frate Adelmo è qui per portarci le sue ultime parole, lui è il Padre Priore» si affrettò a dire, anticipando le sue domande ed evitandole una brutta figura.

«Posso parlarti un attimo?» chiese l'uomo, con la sua voce melliflua che gli ricordava quella di un incantatore di serpenti. Qualche anno prima ne aveva visto uno alla Fiera di Mezzavalle. Sperò che il monaco non avesse la capacità di leggere nel pensiero e si limitò a fare un cenno di assenso con la testa.

Il vecchio indicò la porta. «Da soli» specificò, lasciando che lei facesse strada. Il giardino si era improvvisamente vuotato ed era avvolto delle lunghe ombre della sera. Sibilla rabbrividì.

«Condoglianze». La voce del monaco ora lasciava trasparire empatia, solidarietà. Ancora una volta quei sentimenti le sembrarono falsi.

«Perché? Non conoscevo la Prozia Alcina. Era una lontana parente» rispose senza troppi giri di parole. Non aveva mai capito tutte le storie che la gente faceva quando moriva un perfetto sconosciuto. Certo, Alcina era la Regina Maga, un orgoglio per la sua famiglia, ma per lei non era niente di più che un nome.

«Eppure lei ti ha pensato sul suo letto di morte» la contraddisse in modo bonario. «Mi ha dato una cosa per te, pregandomi di consegnarla solo nelle tue mani ed in quelle di nessun altro».

Sibilla lo guardò incredula. Alcina aveva vissuto tutta la vita come un'eremita, sola nella sua grotta e, da quello che le avevano raccontato, non aveva più avuto contatti con la sua famiglia da quando era diventata la Regina Maga. Perché mai avrebbe dovuto farlo da morta?

Adelmo aveva infilato una mano sotto al pesante mantello invernale e stava cercando qualcosa. Ne tirò fuori un sacchetto di velluto viola, chiuso da un rametto di erica e glielo porse con la stessa devozione con cui avrebbe trattato una reliquia.

«Che cos'è?» chiese, sospettosa.

L'uomo fece spallucce. «So solo che negli ultimi giorni ha commissionato un lavoro ad uno dei mastri orafi del Piccolo Popolo. Credo contenga un gioiello». Per la prima volta la sua voce tradì una certa frustrazione.

«Quindi lei non sa di cosa si tratta?»

Il Padre Priore evitò di rispondere alla sua domanda irriverente. «È ora che io mi rimetta in viaggio» disse invece, richiudendo il mantello. «Questa notte ci sarà una veglia di preghiera e anche tu, ragazzina, non ti dovresti attardare. Tuo padre ti accompagnerà alla Schola. Ci vedremo là». Le sue parole non ammettevano replica.

Sibilla si fermò a guardare il sacchetto nel palmo della sua mano e quando alzò lo sguardo per ribattere l'uomo era già arrivato al cancello. Doveva avere una gran fretta perché non era rientrato per salutare i suoi genitori.

Oppure sei riuscita ad irritarlo oltremisura.

Sorrise tra sé.

Il fatto era che odiava la Schola e detestava ogni singola materia che insegnavano in quel posto orribile. Avrebbe fatto ogni cosa in suo potere per convincere tutti che non era adatta a quella vita. Così non perdeva occasione per irritare la Matriarca, Suor Sabatina e tutte le consorelle. Nonostante i suoi sforzi però Ada non si era ancora convinta a ritirarla dalla scuola. E ora? Alcina era morta e avrebbero dovuto scegliere la sua sostituta, una giovane novizia da mandare in esilio sulla montagna per rispetto ad una tradizione millenaria. Non era un segreto per nessuno che sua madre sperava che sarebbe toccato a lei prendere il posto della prozia. Ma la scelta, per sua fortuna, non spettava né ad Ada, né ad Alcina. Nessun Terreno poteva decidere chi sarebbe diventata la nuova Regina Maga.

Sibilla e le leggende della MarcaWhere stories live. Discover now