promesse rotte

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Un altro mese era passato da quella fatidica giornata, e molte cose erano cambiate. Luka aveva cominciato la cura di chemioterapia, e stava rispondendo molto bene a quest'ultima, nonostante si trovasse costretto fra quattro mura d'ospedale, a causa dei continui controlli a cui occorreva sottoporsi, era uno dei piccoli pazienti più allegri.
Alois, dal canto suo, dopo la dichiarazione di Claude, come era sua abitudine, non gli aveva dato una risposta, uscendosene con un semplice "dobbiamo conoscerci meglio" e "penserò alla risposta quando Luka sarà guarito", o risposte comunque vaghe. Claude non gli aveva però messo fretta: sapeva di essersi dichiarato in un momento delicato e che sicuramente il biondo aveva altri pensieri momentaneamente per la testa. Ciò che non sapeva, era che in realtà quest'ultimo doveva destreggiarsi tra l'ospedale e il locale in cui si ostinava ancora ad andare.

Andare in quel luogo, per alcune ore riusciva a distrarlo, una distrazione spesso dovuta all'alcol che ultimamente assumeva più del solito. Quando si trovava nel suo covo, oramai non si rendeva neanche più conto di cosa realmente facesse, piuttosto si sentiva come una marionetta senza anima che andava avanti senza un vero motivo. Avrebbe tanto voluto poter essere in grado di lasciarsi andare a cose come l'amore, la tranquillità, la speranza... ma sapeva di non potere.

William invece, aveva deciso di riprendere Grell a lavorare con se. Quest'ultimo si era dimostrato entusiasta, ed inoltre pareva stesse rispettando la sua promessa: oramai non frequentava più quel locale, e sembrava essere tornato quello di un tempo. Non erano ancora arrivati ad una riappacificazione a 360°, ma il moro sperava di poter riuscire presto anche in questo, sperava che davvero Grell, una volta per tutte, potesse cambiare.

Non troppo bene le cose andavano anche per Ciel. Vero era che Sebastian, dal giorno della sua promessa, passava molto meno tempo in strada e molto più con lui, ovviamente non toccando neanche un grammo di droga, e ciò si poteva intuire dalle sue continue crisi d'astinenza, ma era anche vero che ci fosse ancora una piccola questione in sospeso.

Marzo era orma arrivato, e finalmente il freddo aveva loro lasciato tregua. Purtroppo tutte le raccomandazioni di William sul non stressarsi e lo stare a risposo erano stati inutili visto che il ragazzo continuava ad andare a lavoro 6 giorni su 7, non avrebbe potuto smettere senza dare una spiegazione che fosse plausibile, Anche a casa, le cose non erano facili: combattere contro le crisi di astinenza di Sebastian non era difficile, spesso diveniva piuttosto aggressivo e rude. Provava a capirlo,  ma la gravidanza lo aveva reso davvero fin troppo sensibile.

Quella mattina di domenica, unico suo giorno di risposo, stava seduto sul divano a mangiare una fetta di torta con le fragole, visto che i dolci erano l'unica cosa che non gli davano la nausea, guardando l'ultima ecografia che aveva fatto. Oramai, anche se non avrebbe mai pensato di esserne in grado, si stava pian piano abituando all'idea di avere un bambino dentro di sé, come se fosse stato una donna, nonostante al primo impatto il pensiero facesse strano. William gli aveva detto che probabilmente sarebbe nato ad agosto, un mese bollente di certo, ma ne era felice, l'estate era una stagione gioiosa.
Forse era proprio quello il suo stato d'animo, si sentiva inspiegabilmente felice, forse era naturale, dopotutto era di avere un figlio che si stava parlando, e nonostante non si aspettava di averne uno così, ora il pensiero lo rendeva più felice che altro. Anche se ovviamente, a questa felicità si opponeva la preoccupazione di dover rivelare a Sebastian che fosse un ermafrodita e che lo aveva ingravidato, cosa non facile, doveva sicuramente aspettarsi una sua reazione violenta, magari se fosse stato fortunato sarebbe svenuto, e lì avrebbe dovuto ringraziare il cielo.

Nel sentire aprire la porta, Ciel si affrettò a riposare l'ecografia dentro la propria giacca. Sebastian comparve davanti a lui, i capelli in disordine e gli occhi stanchi.
Il sabato sera aveva passato il suo tempo fuori con gli amici, e un vizio che non aveva ancora eliminato era quello di rincasare ad alba inoltrata. Non che Ciel non volesse che avesse una vita, semplicemente non voleva che facesse stupidaggini, e in quell'attimo fu felice di rendersi conto che Sebastian non fosse fatto e che soprattutto l'odore pungente di alcol non gli impregnava i vestiti.

Loveless&SadnessWhere stories live. Discover now