Gesti inaspettati

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Provò un brivido nel guardarlo negli occhi. Come poter negare a se stesso il brivido che provava ogni qual volta incrociava quel rosso sangue.
Conosciuti per una casualità malsana, e ora ad un passo dal divenire qualcosa di più importante. Come se poi fosse stato facile per lui, riuscire a fermarsi da quella corsa che voleva portarlo lontano dal suo passato buio.
Cosa poteva saperne quell'estraneo, così poco attaccato alla vita, di cosa volesse dire soffrire?

Immediatamente si scostò dalla sua presa, guardandolo con odio, una reazione che lasciò abbastanza sbigottito l'altro.

"Sei sordo o stupido per caso?! - urlò - ti ho detto che non voglio avere nulla a che fare!"

"Perché mi rifiuti? - domandò con ostentazione - è perché sono un tossicodipendente, eh? E' per questo? Sarò pure un delinquente, ma questo non significa che sono necessariamente una cattiva persona".

Ciel si era accorto che Sebastian, nella foga, aveva aumentato la stressa sul suo braccio, forse con una violenza un pò troppo eccessiva, e ciò lo aveva portato a scostarsi, fremendo dalla paura poiché conosceva fin troppo bene il tocco violento degli uomini.

"Sei fatto! - urlò con le lacrime agli occhi - lasciami, mi fanno schifo quelli come te!".

Si liberò dalla sua presa, con una paura immane, correndo via, mentre le lacrime che da sempre provava a ricacciare, gli scivolavano via per le guance.
E poi eccola nuovamente, paura e immagini che se solo avesse potuto avrebbe cancellato per sempre.
Ecco il dolore lancinante al suo cuore che lo implorava di arrestare a sua corsa.

Soffriva, per diversi motivi. Forse un pò il senso di colpa nel trattare male una persona che sicuramente aveva i suoi motivi per comportarsi in quel modo. Ma dopotutto, non erano forse state le persone come lui a renderlo ciò che era ora?

Si voltò, pian piano, osservando la figura di Sebastian che, in piedi e immobile, lo osservava.
Nessuno  lo aveva mai visto arrabbiato, forse perché ogni volta che provava ira, si calmava automaticamente tirandosi.
La droga era un buon modo per sfuggire dalle proprie emozioni, per sfuggire dalla realtà.
Nessuno aveva mai visto Sebastian piangere, sta di fatto che quella volta, una lacrima solcò la sua guancia, lasciando una scia umida che immediatamente asciugò via.

Ciel non aveva visto male, il corvino stava davvero piangendo,  e non ne capiva il motivo, che fosse a causa di ciò che gli aveva detto?
Una parte di lui gli implorava di corrergli incontro e gridargli di smetterla di piangere poiché il vederlo lo faceva star male sin dal profondo, ma l' altra parte gli ordinava di continuare a camminare nella direzione opposta, perché in fondo sapeva che continuare a parlare con quel tipo gli avrebbe portato solo guai.
Eppure, non riuscì a trattenersi.

"E ora che diamine ti prende?! - urlò - si può sapere perchè stai piangendo?!".

Il corvino sussultò, quasi come se non si fosse reso conto di ciò che realmente stava facendo.

"Beh? - domandò - questa è la dimostrazione che non ero fatto. La droga azzera i sentimenti, non te l'hanno mai detto?"

"No, e comunque sia voglio sapere perché stai piangendo! Sono io quello che dovrebbe disperarsi visto che non mi lasci in pace!"

"E' che non ho mai conosciuto una persona forte come te, effettivamente - disse avvicinandosi - sei molto malato, eppure vai avanti. Se fossi stato io, non ce l'avrei fatta".

Il ragazzo strinse i denti, abbassando lo sguardo. Non era affatto forte, era solo apparenza.

"Non posso rimanere ancorato ai miei problemi, come fa qualcun'altro" - disse guardandolo.

"Infatti io non sono forte - sospirò - comunque sia non volevo essere aggressivo, e non volevo neanche spaventarti. Il fatto è che tu sei così sfuggente.Ti sei dimenticato che sono un essere umano?"

Loveless&SadnessDove le storie prendono vita. Scoprilo ora