Tradito

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Ciel si alzò, nonostante la stanchezza, a causa di un potente senso di nausea. Si tirò su goffamente, stando ben attento a non inciampare in tutta la cianfrusaglia che vi era in giro, andando verso il bagno. Quando ne uscì, era pallido, la testa gli doleva, così come l'intero corpo. Stendendosi nuovamente, prese il cellulare, digitando il nome di Sebastian.
Che ironia della sorte, fu ciò che pensò, un ragazzo malato di cuore, aspettava il figlio di un tossicodipendente, una perfetta trama per qualche fiction televisiva, ma la dura realtà per lui.

"Pronto?" - rispose ad un tratto la voce dell'altro lato.

"Buongiorno - dichiarò - ti sei ripreso?"

"Suvvia, ero soltanto un pò brillo" - disse accennando una risata.

"Brillo? Tu eri completamente fatto! Devi piantarla Sebastian, devi avere un minimo di responsabilità, devi farlo per noi...." - si lasciò sfuggire, dimenticandosi per un attimo di come l'altro non sapesse ancora nulla della sua particolare situazione.

"Per chi?" - domandò.

"Per noi, per te e per me, per la nostra relazione" - tagliò corto.

"D'accordo sì, ci proverò - sbuffò - adesso ti saluto, baci, baci" - concluse chiudendo bruscamente la chiamata.

Infastidito, Ciel gettò via il telefono. Quando Sebastian si comportava in quel modo immaturo, gli dava davvero l'impressione di essere esattamente come quando lo aveva conosciuto. Però non poteva preoccuparsi anche lui.. prima di tutto veniva la sua salute... e quella di suo figlio, strano da dire ma era così.

Sebastian se la rideva alla grande mentre si ritrovava preda dell'effetto che la cocaina aveva avuto sul suo organismo. In quegli ultimi giorni aveva assunto più droga del solito, come a voler azzerare qualche sensazione che cercava di celare con quel comportamento così dannoso e che lo avrebbe nuovamente riportato in ospedale, a causa di un overdose. Pareva che lentamente le cellule del suo cervello morissero l'una dopo l'altro, lasciando spazio al semplice delirio.

Claude non avrebbe voluto vederlo in quelle condizioni, ma sapeva di non essere nelle condizioni di dire nulla. Avrebbe potuto parlare quanto voleva, ma alla fine spettava a Sebastian decidere della propria salute.
Scese dall'auto, vestito un pò più elegantemente del solito, con le mani dentro le tasche, avviandosi verso dove si trovava il corvino, assieme agli altri tre amici.

"Oh, guarda un pò chi c'è - rise Lau - Claude, ma che fine hai fatto? Hai tanto l'aria di un damerino vestito a quel modo"

"Molto divertente - costatò - e tu Sebastian? Cosa fai qui così presto? Non dovresti essere Ciel?"

"E piantala, non sei mio padre, e poi io e lui mica siamo sposato" - disse mostrandogli gli occhi completamente arrossati.

"Questo qui è completamente andato - sbottò l'altro -  si può sapere quanta cocaina ha assunto?"

"Ecco - rispose Snake - un pò in realtà"

"Cosa? E voi non avete fatto nulla per fermarlo?" - urlò.

"E' inutile che te la prendi con loro, Claude - rise in modo inquietante - sono io quello con cui devi prendertela"

"Sì, infatti é con te che me la prendo! - urlò ancora strattonandolo - che cazzo fai? Esiste un limite a tutto, anche alla tua stupidaggine!"

"Mollami! - esclamò afferrandolo violentemente - non mi faccio giudicare da te! Credi di essere migliore?"

"No, ma almeno io ho un minimo di rispetto per la mia vita! - dichiarò - mentre tu non l'hai né per te né per gli altri!". Sebastian lo guardò un attimo, per poi lasciarlo andare, lasciandosi ad andare ad una strana risata. Poi, senza dire nulla, infilò le mani in tasca, allontanandosi e lasciandosi andare ogni tanto ad un accenno di risata isterico.

Loveless&SadnessWhere stories live. Discover now