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Di solito, Beidou si trova da sola, al mattino, sul ponte. A volte poi torna a dormire, quando i primi membri della ciurma hanno finito di strisciar fuori dalle cabine, stirandosi e sbadigliando. Si assicura che tutto sia a posto, poi accetta un altro po' di riposo.

Ma nel primo mattino in cui ci sono a bordo quegli ospiti, quando è appena l'alba, sul ponte c'è anche quel Kuni. A guardarlo così, di profilo mentre non se ne accorge, sembra tanto simile a Kazuha; è un ragazzo. E ha quell'espressione, quando è da solo e nessuno lo vede, che le ricorda tante immagini già vissute.

Gli cammina incontro con calma, per non spaventarlo. Lui si spaventa lo stesso; come un gatto, si gira di colpo e la fissa, le pupille che mettono a fuoco, i capelli al vento.

Poi la riconosce e si rilassa.

Cosa gli hanno fatto? Che ferita ha addosso, lui, per aver guadagnato quello sguardo?

"Buongiorno, Kuni. Come va oggi?"

"Mh, bene. Buongiorno."

Le domande, in potenza, sono tante, ma non possono venir fuori che una alla volta. "Hai difficoltà a dormire? O avevi voglia di guardare il mare?"

Lui non risponde. Continua a guardare l'acqua e a respirare, senza più vedere lei. Infine, dice: "Ho sempre difficoltà a dormire. Ma non è un problema."

"Capisco." Beidou mette le mani sui fianchi e solleva il volto verso il cielo, una posa aperta per rassicurare. "Anche Kazuha, all'inizio, non dormiva mai. Ora riposa come un bimbo. Magari capiterà anche a te, mentre sei qui con noi."

"Già, magari."

Eh sì, quelle risposte. Strano: Nahida ha cercato di spiegarle, nel suo modo un po' confusionario, cosa fosse accaduto a Kuni, ma le pareva di aver capito che fosse... antico. Che non fosse per nulla un adolescente, ma che avesse centinaia di anni alle spalle. Eppure, quello non è un centenario; non è neppure un uomo poi così adulto. Forse è che gli uomini sono così, pensa, e nemmeno i secoli riescono ad aiutarli a crescere. Oppure, Kuni è, in effetti, ancora giovane. Qualsiasi possa essere la sua natura, è un ragazzo ferito. E in quello, be', è uguale a Kazuha.

"Avete litigato, ieri sera?" gli chiede.

Kuni sbuffa piano. "Forse. Non è che io l'abbia capito."

Beidou ride, con una mano sulla bocca. "E quindi sei triste, ora, per questo? Perché temi che oggi non ti rivolga più la parola?" Si gira, affonda una mano nella cesta di frutta che ha preparato per la colazione di tutti. Prende un frutto e glielo porge. "Vai nella sua cabina con questo e vedrai che avrà già dimenticato qualsiasi cosa tu abbia fatto ieri."

Kuni tiene il frutto fra le mani e lo scruta, come se potesse dargli una spiegazione, un consiglio. Poi solleva gli occhi su di lei e fa una specie di sorriso incerto. "Dici?"

"E non essere troppo insistente, con lui. Prova a... essere gentile."

"Gentile..." ripete Kuni, e ci riflette.

"Sì. Tipo Nahida, per dire. Dovresti prenderla come modello."

Lui sembra perplesso. "Non riuscirei mai a essere come Nahida."

"Ah, be', non importa. Provaci. Andrà comunque meglio."

"Ok, ci provo." Sta per andare via di corsa, ma poi torna dov'era e le resta davanti, la fissa, lei inclina il capo come per chiedere, e allora lui aggiunge, con un po' di imbarazzo: "Grazie."

Fa un cenno di saluto abbassando un po' il cappello, e va. Oh, certo, sta provando a comportarsi come pensa che farebbe Nahida, giusto.

Beidou sorride al mare e si appoggia sul legno per respirare meglio l'aria del primo mattino. Il sole si è alzato, gli altri cominciano a svegliarsi; le voci assonnate, come ogni giorno, la circondano e la fanno sentire meno sola. Si va verso Liyue, e quando succede il suo umore si addolcisce.

House of MemoriesWhere stories live. Discover now