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Com'era inevitabile, poi rimane in disparte.

Lui non c'entra nulla con tutta quella gente. Avrebbe dovuto saperlo, fin dall'inizio. Rimanere coinvolti in una situazione come quella, invece di restare nella sua camera e studiare, è stato solo un errore. Loro sono sorridenti e felicissimi di blaterare del niente; persino Nahida gli sembra un'estranea, immersa in quella socialità come se niente fosse, con facilità.

Come a lui non riesce.

Sta con la schiena contro una parete a caso e mangia con rabbia il pasticcino che ha preso dal tavolo del buffet. Tzè, inutili zuccheri; non ne avrebbe nemmeno bisogno. Quegli umani sono noiosi proprio come il loro cibo, tutti intenti a celebrare l'occasione come fosse la conquista di un impero. Invece stanno semplicemente parlando di accordi commerciali, di denaro, di sciocchezze da umani.

Ne prende un altro.

"Ti riempirai di brufoli. Se diventi brutto, sarà ancora più difficile perdere la verginità." Ne prende uno anche Cyno, impegnandosi a sembrare di passaggio casualmente.

"Se l'hai persa tu, c'è speranza per tutti."

"Ah-ah, divertente. Vuoi che trovi una scusa per portarti qui il ragazzino?"

Aggrotta la fronte. "Quanti anni ha?"

"Ho chiesto a Nahida. Diciannove. Ne ha diciannove."

"Per quale motivo lo hai chiesto?"

Cyno alza le spalle. "Per sapere se avrei dovuto arrestarti."

"La pianti?"

Dal centro dell'allegra socializzazione, Nahida fa un cenno verso di loro.

"Parla con te" dice Cyno.

"Eh? Con me?"

"Non hai ancora capito che farà di tutto per farti avvicinare a Kazuha?"

"Io... non penso che la sua intenzione sia proprio quella che hai capito tu, Cyno."

"Ma non guasterebbe."

"Ha solo diciannove anni..."

Cyno annuisce, pensoso. "Ma tu ne dimostri quattordici. Forse è lui che dovrei arrestare."

"O te stesso, considerando quanto stai immaginando la perdita della mia verginità."

Nahida fa un altro gesto.

"Vai da lei, su, così non dovrò immaginare ancora a lungo, Kuni-kun."

Sospira e va, ma prima afferra un altro pasticcino al volo. Arriva al centro della sala leccando crema al limone.

"Eccoti!" Nahida lo spinge di lato, si guarda intorno come se stesse organizzando un omicidio. "Come va?"

"Uhm... Che cosa, di preciso? Le molestie del tuo Generale, o il buffet?"

Lei inclina il capo per un momento, pensa di chiedere, poi scuote la testa. "Intendo con Kazuha."

"Aah, con lui... No, nulla. Non gli ho ancora detto niente, e... non so se sia il caso, è solo un ragazzino. Cioè, come potrei prendere l'argomento?"

Nahida gli punta un dito contro e fa un risolino. "Esatto, proprio per questo volevo chiederti se ti va di fargli vedere la città, stasera."

"... Stasera?" Finisce la crema, posa il resto del pasticcino sul tavolo. "Stai sul serio cercando di farmi fidanzare con lui, Nahida?"

"Ma no! So che Cyno è un ragazzo pieno di entusiasmo e di strane idee e non so cosa ti abbia detto, ma... sto solo cercando di..." Stringe i pugni al petto e guarda altrove, cerca come dirlo. "...di darvi un po' di spazio per chiarirvi. Sai che non succederà presto, di rivederlo qui in giro. E, lo so, non sono proprio bravissima nel creare situazioni, uhm..."

"... sane..."

"Eh, infatti, però... Forse puoi provare, no? Solo se te la senti. Se no, mal che vada avrai un nuovo amico."

L'ennesimo sospiro. "Devo considerarlo un ordine?"

Nahida sta per rispondere (di no, ovviamente, non gli imporrebbe mai nulla, non vorrebbe metterlo a disagio), ma ormai lo conosce. Si impegna per generare un'espressione severa, annuisce decisa. "Sì, lo è."

"Be', allora suppongo di non poter rifiutare."

"Precisamente."

Si avvicina a quello strano ragazzo, che nel frattempo è intento a studiare le bottiglie dei succhi per assicurarsi che non siano alcolici.

"Vuoi fare un giro in città, più tardi?" gli chiede in fretta, con il tono più scocciato che riesce a produrre.

"Oh..." Kazuha invece produce uno dei suoi sorrisi, del tipo che se avesse una vision dendro fiorirebbe tutta la stanza insieme al suo viso. "Volentieri. Ti ringrazio per la tua ospitalità, Kuni-kun."

"Allora ci vediamo qui fuori fra... tre ore, va bene?"

"D'accordo, ne sarò felice."

Si volta e va via, verso la sua stanza. Almeno, dopo quell'invito, nessuno potrà costringerlo a rimanere lì con la truppa.

Se deve proprio spezzare quel sorriso con la verità, che sia. E allora capiranno che nessuno potrebbe mai amarlo, altro che fidanzamenti e stupidate varie.

Kazuha è solo un ragazzo, un umano, come gli altri. Non ha importanza il sangue, non importa il suo viso, non hanno importanza i suoi modi lievi o le sue spalle delicate. Come tutti, lo guarderà con disprezzo appena avrà saputo.

E allora che avvenga, così lo capiranno anche loro e smetteranno di immaginare per lui un futuro.

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