Lo Scambio Di Anime ~ Leo

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Già, ogni tanto respawno.

Ora capisco cosa prova chi tende ad avere le cosiddette "mani di ricotta". Non mi era mai successo, prima, e non mi sari mai aspettato che potesse succedere. Eppure, quello che vedevo era inequivocabile: più tentavo di chiudere la mano sopra al pacchetto di mentine, più quella vi passava attraverso.

Guardai la mia ragazza, di fianco a me, pallida come un cencio. Fissava il punto in cui la sua mano aveva attraversato il volto del tizio. E nonostante la scena fosse alquanto inquietante, anche considerando che quel tizio era, per aspetto, me, non mi venne nulla di meglio da dire.

- Cal... Calipso, io non.... Non... NON RIESCO AD AFFERRARE IL PACCHETTO DI MENTINE! È UNA TRAGEDIA! QUESTI TIPI LA PAGHERANNO CARA! - mi voltai verso il me- non me. - ASSEGERAI IL POTERE DI... -


- Sì, sì, certo, come vuoi. - Commentò lui. Poi fece un passo e mi attraverso come fossi fatto di vento. Il che, probabilmente, non era del tutto sbagliato.

Pensai che avrei iniziato a fumare di rabbia, come al solito. E invece, mi ritrovai solo col sangue che affluiva al volto, cosa che doveva farmi somigliare non tanto a un piromane vendicativo quanto a un clown. Probabilmente la mia versione incorporea non aveva i miei poteri... e nemmeno il mio fascino naturale o il mio tipico charm.

Il tizio che si era preso il mio corpo, invece, sembrava stare benissimo. Mi sorrise, prese il pacchetto di mentine caduto dalla cintura e se ne infilò in bocca tre o quattro.


- Mh... cavoli, mi ero scordato di quanto le diavolerie umane potessero essere stucchevolmente buone. - E sorrise.

Era troppo. Quelli erano il mio sorriso, la mia cintura degli attrezzi, le mie mentine e soprattutto la mia fantastica figataggine. Quel tipo non aveva nessuno diritto di...


Una vocina femminile alle mie spalle rise. - Ah, ragazzo... avrei voluto conoscerti nella mia vita precedente. Sei così buffo quando ti arrabbi, perfino più della media umana! -


- Tu lo superi di molto, sorella - ribatté il me- non me. - Sei ridicola in tutto ciò che fai. -


Oh, ma andiamo! Doveva proprio rubarmi anche le pessime battute?!

La donna lo guardò torvo, proprio come faceva Calipso quando si stancava. E in effetti, quella che stava usando era letteralmente la faccia di Calipso. In qualche orribile, stupido modo che non comprendevo, qui due si erano presi i nostri corpi. E probabilmente nemmeno loro sapevano bene il perché, visto che quando ci eravamo svegliati tutti e quattro nel quartiere disabitato sembravano confusi quanto noi.

- È così tanto tempo che non ci vediamo, fratello. - fece la donna, che intanto aveva recuperato un certo contegno. - E le tue prime parole sono insulti. Questo mi ricorda quanto magnifico sia stato il periodo in cui ero sola. -


- Già, così magnifico che ti sei unita ai nemici per disperazione. - ribatté un'altra voce.


Si sentì uno scalpiccio, e qualcosa dall'edificio più vicino calò su di noi.

Non avevo mai visto un mostro del genere. Nonostante avesse un paio di ali enormi attaccate alla schiena, per il resto sembrava del tutto umano. Ma c'era qualcosa di sbagliato, in lui. Non avrei saputo come altro spiegarlo: era semplicemente fuori posto. E non era una cosa comprensibile a vista: alla tenue luce della luna sembrava solo un uomo, un uomo comune, nonostante il sorriso sadico e forse leggermente folle. Ma non era questo. Era qualcosa che sentivo sulla pelle, la fortissima sensazione che ci fosse un errore di sistema nella realtà. Si trattava solo di un'impressione, senza cause e incomprensibile: era frustrante, come vedere un automa attivo senza avere la possibilità di capire cosa lo facesse funzionare.

Ma dovetti reprimere quella sensazione, perché al momento avevo cose più urgenti da fare. Tipo cercare di insultare quei tipi... non che avessi altre armi, al momento.

Eppure, quando mi ritrovai l'uomo alato davanti, rischiarato dal fascio di luce del lampione più vicino, mi passò la voglia di parlare.

La Nuova Generazione // I più grandi Eroi - libro 1Where stories live. Discover now