Occhi Verdi, Capelli Rossi ~ Fabio

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Guardai il grande albero al centro della stanza. Il tronco si innalzava maestoso fino al soffitto, la scala vi si attorcigliava come un rampicante.
In teoria, non avrei dovuto essere lì. Avevo ancora le valigie in mano, i vestiti fradici dopo il "bagno di piacere" nel lago di Albano, il viso sporco di terra. In breve, avevo l'impellente bisogno di una doccia fredda. Mi serviva anche per schiarirmi le idee: l'incredibile mondo della mia giovinezza che avevo fatto di tutto per dimenticare era tornato da meno di ventiquattrore, e le stranezze che un tempo erano all'ordine del giorno avevano già cominciato a farsi sentire. D'accordo che le visioni siano necessarie, ma proprio mentre ero vicino a un lago?

Pochi minuti prima...

Stavo ammirando il paesaggio davanti alla villa. Di solito non sono un tipo sentimentale, ma quel posto era praticamente stata l'unica vera casa della mia adolescenza. Ero appena tornato dopo tanto tempo, e prima di salire mi ero preso qualche secondo per cercare di riambientarmi. Ero sulla riva del lago, e mi ero sporto un attimo verso l'acqua; volevo vedere quanto fossi effettivamente cambiato dall'ultima volta che mi ci ero specchiato. Ricordavo vagamente che, in quell'occasione, avevo Sofia affianco, e che le tenevo un braccio attorno alle spalle. Eravamo felici, tutto sommato...

Era stato allora che il mondo si era oscurato, giusto il tempo per mostrarmi delle immagini che non mi risultavano nuove anche se non le vedevo da un sacco di tempo: prima quella sfocata di Draconia, come una foto riuscita male; poi, il volto del prof che mi sorrideva e faceva come per dirmi qualcosa, ma senza riuscire davvero a parlare. Era durato tre secondi, non di più; per quanto ne sapevo, poteva essere stato solo un lontano ricordo, una sorta di flashback. E quando la realtà era tornata, mi ero reso conto di essere caduto nell'acqua di faccia. Inutile dire che avevo imprecato in ogni lingua esistente.

E così ora ero lì, in piedi a gocciolare sul pavimento della sala, che una volta era lindo. Già, avrei dovuto darmi una ripulita, avrei dovuto posare le valige nella mia vecchia stanza, avrei dovuto avvertire Sofia che ero arrivato... Eppure, tutto quello che riuscivo a fare era rimanere lì, a fissare l'albero che era il simbolo della mia vita perduta. Non è una metafora: in teoria, quella vita non avrebbe dovuto più esistere, né tantomeno quell'albero. Durante l'ultimo anno che avevo passato lì, prima dell'incidente, quel posto era solo una villa un po' retrò, senza dettagli particolarmente strani. E invece, da quando ero arrivato, mi era sembrato di essere finito in un passato perduto, quasi fosse stato tutto un sogno. Lo stile ottocensco che da giovane mi faceva girare la testa, quel maestoso albero, e poi le raffigurazioni di draghi praticamente ovunque. Ancora non li avevo visti, o meglio rivisti, ma sapevo che c'erano anche le nostre vecchie camere, a immagine e somiglianza di Draconia, e il bunker dove ci allenavamo e dove...

Mi chiesi solo in quel momento se la Gemma fosse effettivamente ancora lì. Sofia non me ne aveva parlato, ma d'altronde nemmeno io avevo chiesto nulla, dandola per scontata. Eppure, ricordavo con fin troppa chiarezza quello che Karl e Sof erano stati costretti a fare per incollare i pezzi del frutto di Thuban, perché anche se non ero effettivamente presente avevo potuto vedere la barriera che collassava, avevo quasi potuto sentirla andare in pezzi. L'idea che la Gemma potesse esserci di nuovo mi risultava tanto rassicurante quanto impossibile.

Eppure, mi dissi, a detta di Sofia durante la guerra non era andata distrutta solo quella, ma tutta la villa... Possibile che sia davvero tornato tutto come prima, Gemma compresa? Non ne avevo idea, anche perché non sapevo nemmeno come avesse fatto la villa a tornare così, e soprattutto come fosse possibile che non ci abitasse nessuno...
Mah, non che fosse così assurdo. Negli ultimi giorni avevo affrontato ben di peggio come assurdità.

Cavoli, in un giorno scarso me l'ero vista con tutto il mio passato che tornava a galla, la notizia del ritorno degli Assoggetati, le crisi d'amore di mio figlio, un dio del mare travestito da pescatore, una ragazza bionda furiosa armata fino ai denti e una Costituzione americana da qundici quintali.
Qualche stranezza in più non poteva farmi male.

La Nuova Generazione // I più grandi Eroi - libro 1Where stories live. Discover now