Il Vecchio Del Monte ~ Gym

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Sì, so che in teoria aspettavate l'aggiornamento per giovedì prossimo, ma ho una piccola comunicazione da fare:
Purtroppo, il prossimo capitolo della storia sarà l'ultimo pubblicato con una scadenza.

Credo che tutti gli studenti possano capirmi quando dico che la scuola, purtroppo, toglie molto tempo. Come se non bastasse, frequento una scuola in particolare conosciuta per essere una delle più impegnative; per questo, non so dirvi se e quando pubblicherò ancora fino alle prossime vacanze. Potrebbe esserci un aggiornamento ogni mese, ogni due mesi, ogni morte di Papa, o non esserci affatto.
So che non basta minimamente, ma ho deciso di pubblicare anche questo mini-capitolo tra le due pubblicazioni "ufficiali", per scusarmi e dirvi che, anche se ci sarà un'interruzione (o forse più interruzioni), ho tutta l'intenzione di portare a termine quest'idea, che nella mia testa incasinata è già abbastanza chiara da permettermi di scrivere suddetto capitolo. Non ho l'Occhio della Cooman, non sono l'Oracolo di Delfi, sono solo una Corvonero figlia di Poseidone (ehm... Sì, lo so che è altrettanto assurdo, ma ehi! Avvolte la vita è strana, e ti fornisce una personalità più impicciata delle ragnatele di Aracne); non posso sapere cosa mi riserva il futuro, ma farò quanto possibile.

D'accordo, la pianto con i miei sproloqui e vi lascio alla lettura!

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Quando vidi la mia auto esplodere, non mi impressionai più di tanto. Sarebbe più corretto dire che la cosa mi rese abbastanza felice. Sogghignai, rendendomi conto della potenza di quel ragazzo biondo, così come la sottile soddisfazione sul viso della ragazza allo scoprire che quella fosse la mia auto. "Jarom" e "Annaben" , mi sembrava si chiamassero, ma chi poteva saperlo. Ah, questi nomi ...

I miei "compagni" se la diedero a gambe levate quando videro l'esplosione. Feci per andarmene anch'io, ma prima decisi di restare un attimo a godermi la scena. Sapevo che loro non avevano visto il mostro, le armi, i poteri. Anch'io facevo ancora fatica, dopotutto.
Con fare pacato, mi alzai e mi diressi verso il retro dell'edificio le cui scalinate mi avevano ospitato per un po', fino ad arrivare in un vicolo.

Era il classico posto dove non si dovrebbe mai andare senza uno straccio di arma: pieno di scatoloni e gatti mezzi morti di fame che ti guardavano circospetti, con quei loro occhietti gialli e alieni, scale antincendio e non un'anima viva. Nonostante fosse giorno, tra quei palazzi regnava la penombra. Era davvero strano come, in quella città, tutto fosse così uguale a se stesso, eppure così mutevole. Era sconcertante il modo in cui si poteva passare dal non riuscire a camminare per la troppa folla alla sola compagnia di qualche animale randagio con pochi passi. Ma la cosa più sconcertante ne era la violenza: quante volte, camminando per quei vicoli, mi era capitato di assistere a scene di shippatori o rapitori che agivano indisturbati? Perfino io ero stato aggredito, una volta. Ovviamente, non avevo avuto problemi a trasformare i miei assalitori in qualcosa che fosse più di mio gradimento, eppure continuavo ad essere schifato da tutta quella corruzione che sembrava permeare ogni angolo dell'universo.

Io cambierò le cose, mi ripetevo allora. E, in definitiva, ogni scena di queste diventava per me una spinta a perseguire i miei scopi. Faceva male, avvolte, dover provocare tanta sofferenza per un bene superiore, ma sapevo che era necessario.

Ad esempio, se non avessi guardato quella Annaben come fossi stato uno smidollato, non avrei mai saputo fino a che punto sarebbe stata disposta a spingersi con delle minacce a degli esseri umani. Be', la risposta era stata sì, si spinge decisamente oltre il necessario, se è in difficoltà. E questo andava benissimo. Quella ragazza aveva un grosso potenziale, da leader. Avevo osservato lei e i suoi amici tutto il tempo, mentre combattevano il mostro che gli avevo spedito contro, e Annaben appariva decisamente come il capo della situazione, ma si vedeva che anche gli altri avrebbero saputo guidare un intero esercito se necessario. Bene, bene, mi ero detto. Dopotutto, quelle sarebbero state, presto o tardi, le mie truppe, avrebbero giocato al mio gioco, e andava bene che fossero potenti, anche se quanto bastava.

Era questo il problema: non tutti erano potenti quanto bastava. Non mi lamentavo di chi lo era di meno. La spina nel fianco era chi risultava più potente, troppo potente.

Fui riscosso da quelle considerazioni da un lieve fruscio. Mi voltai ostentando una sicurezza che in effetti avevo, mentre lui si avvicinava a passo svelto, attraversando il vicolo silenzioso e felino come i gatti lì da presso. Aspettò di essermi davanti prima di calare il cappuccio della felpa, rivelando il volto sormontato dal grosso neo brillante sulla fronte.

- Mio signore. - Esordì chinando il capo. Non risposi, chiaro segnale che stavo aspettando il suo resoconto. Lui esitò un istante, poi aggiunse: - Il ragazzo è scappato all'attacco dell'Assoggettato perché la vecchia Draconiana è riuscita a togliergli il marchingegno... - lo bloccai alzando una mano. - Sì, lo so. C'ero quando lo ha fatto, lo seguivo da quando ha lasciato il Campo dei semidei. - In effetti era così. Travestendomi da "Gym", quel ragazzone grosso e putrido a cui avevo rubato l'identità e che avevo ucciso quella mattina per non destare sospetti, avevo trovato molto più facile muovermi per New York. Avevo seguito Percy, e l'avevo osservato mentre combatteva l'empusa che avevo evocato, poi durante lo scontro con l'Assoggettato, e poi ancora contro quel paio di altri mostri che aveva incrociato mentre andava in aeroporto, solo per avere la conferma di ciò che già sapevo: quel ragazzo era decisamente troppo potente. E sarebbe stato un problema.

Abbassai la mano, per permettere al mio interlocutore di continuare. Appariva nervoso, ma andò avanti lo stesso. - Ha raggiunto la vecchia base dei Draconiani. L'Assoggettato mi ha mandato proprio ora la conferma. Pare abbia recuperato la vecchia spada di sua madre, insieme alle altre armi. - lo bloccai ancora. - Non mi serve la telecronaca di quello che succede alla Villa. Piuttosto, dimmi che hai novità sul vecchietto. - Lui sospirò, probabilmente perché gli ci era voluto molto per carpire quelle informazioni che io avevo banalizzato in un nonnulla. Ma il suo potere dipendeva dal mio, lui dipendeva da me, e saggiamente mi disse quello che davvero mi interessava: - L'ho trovato, mio signore. È sul Monte Tamalpais, nella baia di San Francisco, in mezzo alle macerie. - Ecco, quelle erano informazioni davvero utili, ma non diedi adito a soddisfazione. Di nuovo, andai dritto al punto. - D'accordo. La profezia? - lui mi guardò. - Cosa? - appariva davvero confuso. In un istante, il mio viso si contrasse in una smorfia di rabbia pura. - Dovevi ascoltare la profezia, e riferirmela. - dissi tra i denti. - Perché sapevamo che ci sarebbe stata una profezia, come succede quando nel mondo semidivino si prepara una catastrofe. Voglio conoscere la profezia. - Lui mi guardò smarrito. Idiota, se n'è dimenticato, pensai in preda a una furia cieca. Senza aspettare le sue scuse inutili, lo presi per la collottola e lo lanciai addosso al muro del vicolo. Lo agguantai per il collo e lo guardai negli occhi, pronto a fargli rivivere una delle peggiori sofferenze della sua vita. E lui dovette averlo capito, perché cominciò a tremare. - Ricordi cosa ci siamo detti quando ci siamo conosciuti? Puoi obbedirmi, oppure... -

- Lo so, lo so! - sembrava stesse per mettersi a piangere, rammollito. - Ti riferirò la profezia, e presto! Lo giuro! Lo...- lo lasciai andare prima che soffocasse. Cadde in ginocchio sull'asfalto. - Due giorni - ingiunsi - non di più. - Lui fece per protestare, ma alla fine chinò di nuovo il capo.

Lì avevo finito. Feci per andarmene, ma non mi ero ancora allontanato abbastanza quando mormorò "perché a me?". Ghignai, e lo guardai un'ultima volta dall'alto al basso. - Be', la prossima volta, vedi di non farti ammazzare se vuoi restare tra i "buoni". - senza aspettare una risposta, mi voltai e sparii nell'intrico di strade di New York, sicuro del fatto che lui fosse ancora mio, mio senza possibilità di riscatto.

Mio come, alla fine, tutto sarebbe stato.

- Philo_Sophia08

La Nuova Generazione // I più grandi Eroi - libro 1Tempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang