Capitolo 35

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La mattina dopo il matrimonio, mi svegliai con una voglia estrema di ciambelle che vendevano al negozio di alimentari locale. Mentre ero in Michigan, non li avevo mai desiderati, ma immaginavo che il mio ritorno causasse ogni sorta di reazione nel mio corpo.

Trascinai Zack fuori dal letto così saremmo potuti andarci insieme perché che divertimento c'era ad andare da soli? Le sue palpebre rimasero abbassate per l'intera passeggiata, ma apprezzai comunque la partecipazione.

Non appena entrammo, mi diressi verso le ciambelle mentre Zack si metteva in fila per il caffè e il tè. Il profumo zuccherino della cannella e della glassa mi avvolse mentre osservavo ogni singola ciambella nel tentativo di trovare quella migliore. Dopo aver scelto ciambella con granelle di cioccolato, guardai dove Zack era ancora in fila.

La sua attesa mi diede un po' di tempo per camminare. Il negozio era stato rinnovato, quindi non tutto era esattamente dove lo ricordavo. Stavo cercando dei cracker di riso quando la vidi.

Nel mezzo della sezione del pane, mia madre fissava una pagnotta di pane d'avena.

Mi congelai completamente alla vista della sua schiena, ammantata di un cardigan nero, e i suoi capelli raccolti in una crocchia. Non aveva nemmeno bisogno di girarsi per riconoscerla. Non fui in grado di correre o emettere alcun suono. Tutto quello che feci fu stare in piedi là. 

Studiò le diverse date di scadenza sulle confezioni, ne scelse una, e poi si girò.

Fu come se fossimo delle tessere del domino. Nel momento in cui si mosse, lo feci anch'io. Le avevo voltato le spalle quando vidi mio padre arrivare dall'altra parte. La sua espressione tremò leggermente alla mia vista, ma rapidamente si appiattì nel nulla.

Fu come essere accoltellata mentre mi sfiorava senza dire una parola.

Sussurrò qualcosa a mia madre e potei sentirla dire, "Figlia? Non ho una figlia."

La mia mano si strinse sul sacchetto della ciambella e mi girai. "Aspettate!" dissi, raggiungendoli prima che potessero andarsene.

Entrambi mi fissarono senza espressione. Come se fossi un'estranea.

Immagino di esserlo ora. Dopo questo, lo sarei stata sicuramente.

"Volevo solo dirvelo," iniziai, scioccata da quanto fosse ferma la mia voce. "Avevate torto."

Mio padre alzò gli occhi al cielo ma continuai prima che potessero scappare.

"Non avete mai creduto in me," dissi. "Non hai mai pensato che sarei diventata qualcosa. Hai pensato che senza di te nella mia vita, sarei crollata. Ma non l'ho fatto. Ho avuto successo nella mia istruzione, mi sono impegnata al college, ho attraversato l'inferno e ci sono uscita, e nel frattempo, sono rimasta umana e pura. Hai pensato che non sarei stata niente." I miei occhi si spostarono su di lei. "Ma ti sbagliavi così tanto."

Strinsi le labbra. "Potrò non essere una figlia per te," dissi. "Ma per me va bene adesso. Chiunque abbandoni il proprio figlio non è un genitore per me."

Me ne andai senza fretta. Me ne andai a testa alta sapendo che non avevo più bisogno di essere triste. Pensavo che stare per contro mio fosse iniziato quando mi avevano cacciata via, ma la verità era che ero sempre stata sola. Ero sempre stata bene e lo sarei stata per sempre.

The End Zone ▪︎✔️ (Italian Translation)Where stories live. Discover now