Capitolo 2

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Mia saltò sul mio letto mentre esaminavamo le opzioni di outfit sul suo. Beh, lei esaminava. A me non mi interessava proprio cosa avrei indossato all'appuntamento di domani sera.

"Si chiama Will, giusto?" chiese Mia, sollevando una gonna e un maglione. "Dov'è che l'hai incontrato?"

"È il mio collega," dissi, prendendo i vestiti dalle sue mani.

Lavoravo in un bar carino da quando ero tornata in Michigan e Will era stata la prima persona che avevo incontrato lì. Amava i libri anche più di me quindi avremmo fatto un appuntamento in libreria.

"Carino," disse Mia. "E dovrei preparare dei tappi per le orecchie?"

La colpii con un cuscino. "È solo il nostro terzo appuntamento. Se le cose vanno bene, potrei invitarlo per il dessert."

"Ooh, dessert, eh?" fece eco, agitando le sopracciglia in modo suggestivo.

"Smetti di pensare male," dissi.

Lei ridacchiò allegramente in risposta, tirando il mio cuscino tra le sue braccia.

"Davvero non è strano vivere con Zack?" chiese. "Tipo, e se entra mentre ti stanno scopando sul divano?"

"Nessuno fa niente sul nostro divano," avvertii. "È bianco." Mi lanciò un'occhiataccia e io dissi, "E' okay. Ci siamo lasciati da tipo sei mesi."

"Stai davvero bene?" chiese dolcemente.

Cominciai ad appendere il vestito scelto in preparazione per domani.

"Sì," dissi, praticamente recitando a questo punto. "Possiamo parlare d'altro?"

Lei cambiò argomento. "Sì, scusa. Ehi, non hai detto che hai vinto quel concorso di scrittura?"

Un sorriso attraversò le mie labbra.

"L'ho vinto," dissi. "Il premio era di 1.000 dollari, quindi dovrebbe aiutare con l'affitto."

Prima che potesse rispondere, Zack si schiarì la gola, attirando la nostra attenzione su dove si trovava vicino alla porta. Entrò senza esitazione, tirando fuori la sedia della scrivania di Mia con una mano e prendendo posto.

Mia ed io ci scambiammo uno sguardo.

"Cosa fai qui?" chiesi.

Inclinò la testa all'indietro, i suoi occhi scrutarono la stanza prima di atterrare su di me.

"Sono qui per parlare con te," disse.

I suoi occhi si posarono su Mia finché non si alzò in piedi. Alzando gli occhi al cielo, avvertì, "Sii gentile". La salutò mentre se ne andava.

Incrociai le braccia. "Cosa c'è?"

I suoi occhi guizzarono sugli abiti sul letto di Mia e poi sui vestiti che avevo appeso. Si prese il suo tempo scrocchiandosi il collo e toccandosi i capelli prima di parlare.

"Quindi Raj mi ha fatto una predica sul...essere gentile con te," disse. Alzai un sopracciglio e lui continuò, "E lo ammetto, sono stato un po' immaturo."

"Un po'?" dissi.

Fece una smorfia. "Non insistere."

Indicai la porta.

"Bene. Sono stato molto immaturo," disse. I miei occhi si strinsero sospettosamente e lui aggiunse, "Mi dispiace".

Presi le sue parole, contemplando la possibilità di chiedere di più, ma mi accontentai, "Anch'io sono stata immatura, quindi accetto le tue scuse."

"Fantastico", dice.

Diventò tutto silenzioso. Mi girai i pollici. Si guardò intorno nella stanza.

"Quindi, immagino che d'ora in poi terremo gli insulti al minimo," disse.

Il mio occhio si strinsero leggermente.

"Certo," ero d'accordo. "Sembra...grandioso."

Le sue sopracciglia si alzarono. "Grandioso?" ripetè. Potei praticamente vederlo sopprimere le battute, ma tutto ciò che disse fu, "Ottimo."

"Eccellente."

"Fantastico."

"Perfetto."

"Sono così entusiasta di essere gentile con te."

Aprii la bocca per dire qualcosa sulla falsariga di "Non sei mai educato", ma invece mi accontento di un: "Anch'io."

Il fantasma di un sorrisetto giocò sulle sue labbra mentre si alzava.

"Buona notte, Amelia," disse.

Cercai di formare un sorriso che non fosse sarcastico. "Buona notte, Zack."

Sorrise silenziosamente mentre stava per andarsene. La sua mano si fermò sulla maniglia della porta ma si girà prima di girarla.

"Indossa la maglia viola," disse. "Ti fa risaltare gli occhi."

Poi, chiuse la porta dietro di sé, attento a non fare rumore mentre se ne andava.

The End Zone ▪︎✔️ (Italian Translation)Where stories live. Discover now