Capitolo 7

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Garfield. Il nome dell'auto di Will era Garfield. Ma non per il gatto. La sua auto prendeva il nome da James A. Garfield, il ventesimo presidente degli Stati Uniti. 

Personalmente, una Toyota Camry bianca non aveva l'aspetto da presidente, ma lui ne era entusiasta. Passò la maggior parte del viaggio in macchina a discutere di ogni dettaglio della vita di Garfield e poi passò alla storia del 1880.

"Quindi quanto sei sicuro della tua conoscenza della storia da uno a dieci?" chiesi. 

"Dieci," rispose subito. "Storia americana, almeno."

"Veramente?" dissi. "Quindi, se ti faccio una domanda, sei sicuro al cento per cento di conoscere la risposta."

Sorrise- "Come ho detto, solo della storia americana."

"Va bene," dissi. "Se sbagli, allora...coprirai uno dei miei turni. Qualunque giorno io voglia."

Le sue sopracciglia si alzarono con interesse. "E se vinco io?"

"Cosa vuoi?" chiesi.

Strinse le labbra. "Un bacio."

Sorrisi. Che romantico. "Affare fatto."

"Chiedi pure," disse con gesto di mano.

Inclinai la testa di lato. "Quando è nato il presidente James Garfield?"

"19 novembre 1831," rispose facilmente. "È stato facile."

"Si?" chiesi innocentemente.

"Se avessi saputo che saresti stata così, avrei chiesto un'auto sportiva," disse, entrando nel parcheggio del mio appartamento.

"Ti chiederò ancora qualcosa," dissi mentre lui parcheggiava senza intoppi. "Se vuoi entrare."

L'auto si fermò così finalmente mi guardò con un sorriso. "Mi piacerebbe ma non andarci piano con me."

Prendemmo l'ascensore fino al mio appartamento e lui mi diede il tempo di cercare domande sul telefono. Come previsto, il soggiorno era vuoto quando entrammo.

"Pronto?" chiesi e lui annuì. "Quando sono le date di inizio e di fine della Guerra Civile? Mese, giorno e anno."

Scosse la testa. "Troppo facile."

Mentre stava per sedersi, la porta si spalancò e Zack entrò, con gli auricolari e il sudore che gli luccicava sulla pelle. Ci bloccammo tutti e tre.

Zack si schiarì la gola, riprendendo la sua camminata senza una parola, come Will stordito diceva, "dal 12 aprile 1861 al 9 maggio 1865."

Cominciai a rispondere quando vidi Zack che mi guardava.

Sogghignò.

Che bravo ragazzo, mimò prima di scomparire nella sua stanza. Anche mentre si allontanava, restai a fissare dove si era fermato. Pensavo avesse programmi per stasera. Anche se così non fosse, quali erano le probabilità che arrivasse a quest'ora esatta?

La vita, quella bastarda.

"Non era Zack Darrington?" chiese Will, aggiustandosi gli occhiali.

"Eh?" dissi. "Oh sì. Era lui."

"Ma pensavo... Non è il tuo ex?"

"Sì," dissi.

"Vivi con il suo ex?" chiese incredulo.

"Viviamo in stanze separate," dissi in fretta. "Siamo solo amici ora."

Will si irrigidì. Mi fissò come se fossi una strega e poi si sbuffò, iniziando ad allontanarsi. "Me ne vado."

"Will, aspetta," dissi. "Possiamo almeno parlarne?"

"No," disse aspramente. "Sul serio? Amelia, se pensi che un ragazzo uscirà con te quando vivi col tuo ex, sei pazza, cazzo."

"Non è proprio così," dissi. "E' da un po' che non stiamo più insieme."

"Non mi interessa!" esclamò, gridando a questo punto. "Ho chiuso con questo. Sei pazza."

I miei occhi lo fulminarono. "Non parlarmi così-" 

"Ehi, che succede?" La voce di Zack riempì la stanza, i suoi occhi come erano come lame mentre guardava Will.

"Ottimo," Will sbuffò. "Fai intervenire il tuo fottuto ex. Voi stronze siete pazze-" 

Zack si fece avanti, afferrando Will per il collo della maglia e sollevandolo da terra.

"Chiamala stronza ancora una volta," azzardò Zack. "E guarda cosa succede."

"Zack, mettilo giù," dissi, facendo un passo avanti. "Se ne stava andando." I suoi occhi guizzarono nei miei e ci capimmo in modo impercettibile fino a quando finalmente mise giù Will e si precipitò nella sua stanza.

Una volta andato, mi concentrai su Will. "Non parlarmi mai più," dissi. La mia mano andò alla maniglia della porta. "Vattene."

Gli occhi di Will erano tondi come palle, i capelli arruffati mentre rideva. "Come vuoi, Amélia."

Will uscì dalla porta, sbattendola dietro di sé. Non mi preoccupai di seguirlo, perché sapete una cosa? Anch'io pensavo di essere un po' pazza.

The End Zone ▪︎✔️ (Italian Translation)Où les histoires vivent. Découvrez maintenant