Capitolo 21

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Quando entrai a lavoro, la prima cosa che attirò la mia attenzione fu un mazzo di rose bianche posato sul mio tavolo. Le mie sopracciglia si aggrottarono confuse quando Chris si avvicinò con un accenno di sorriso.

"Chris," cominciai. "Grazie per i biglietti del musical-"

"Oh, pensi che quelli fossero buoni?" disse, sorseggiando dalla sua tazza di Papà #1. "Aspetta di vedere cosa ti ho portato."

Mi fece cenno di andare avanti così io posai i fiori e lo seguii nella stanza delle fotocopie. Sbirciai mentre si avvicinava alla macchina, ma mi fermai prima che io potessi seguirlo.

"Aspetta lì," disse. "Chiudi gli occhi."

Incrociai le braccia e chiusi gli occhi, cercando di decifrare i rumori fruscianti a seguire.

"Va bene, apri," disse Chris.

Quando aprii gli occhi, mi stava guardando con un sorriso enorme e stava tenendo una risma di carta.

Era questo il mio nuovo incarico? Che tipo di scherzo malato...

"Oh mio Dio," esclamai, scattando in avanti per afferrargli i fascicoli dalla mano. I miei occhi scorsero sulle parole una volta. Poi ancora.

"Questi..." dissi. "Questi sono i miei racconti che ti ho dato da recensire. Sono stampati. Come..." Alzai lo sguardo su Chris con soggezione.

"Hai talento, ragazza," disse, vuotando la sua tazza di caffè. "Andranno nella nostra newsletter la prossima settimana e appesi nella nostra wall of fame."

"Stai scherzando," dissi. "Ti è piaciuto davvero?"

Alzò un sopracciglio. "Non sembrare così sorpresa."

"Grazie, Chris," dissi. "Seriamente, questo significa il mondo per me."

"Sai che questo non significa che verrà pubblicato nelle librerie o altro-" iniziò con cautela.

"Lo so," dissi. "Ma questo è comunque sorprendente."

Sorrise. "Il bel giovanotto che ha lasciato quei fiori per te deve averlo saputo in qualche modo."

La mia faccia iniziò a bruciare. "Grazie ancora," dissi.

Durante la mia pausa, chiamai Zack mentre infilavo il cucchiaio di riso in bocca.

Rispose al primo squillo. "Pronto?"

"Erffergusrkamess."

Ci fu una pausa. "Che cosa?"

Ingoiai. "Ho detto che ho inviato alcuni dei miei lavori al mio capo e li sta inserendo nella nostra newsletter e li appenderà nella nostra wall of fame dei dipendenti e ha detto che ho talento."

Si alzò in modo così aggressivo che potei sentirlo dal telefono, "Cosa?!"

"Lo so vero! Lo stanno appendendo adesso."

"Porca putt- aspetta lì, sto arrivando."

"Mi restano, tipo, dieci minuti dalla mia pausa. Faresti meglio a sbrigarti," dissi, le mie labbra si sollevarono al suono del suo motore che ruggiva in sottofondo.

Cinque minuti dopo, Zack stava correndo nell'ufficio, ansimando pesantemente. Sorrisi alla vista.

"L'unica volta che sei in anticipo..." borbottai. "Vieni qui."

Lo portai lungo il corridoio fino alla fine dove erano state incorniciate le pagine del mio racconto.

"Questo è tuo?" disse, facendo un passo avanti e fissando il mio nome su esso. Tirò fuori il telefono. "Stai lì," disse. "Sto documentando questo momento."

"Zack..." cominciai. Mi guardò e questo fu tutto ciò che mi servì per correre davanti all'inquadratura e mettermi in posa. Stavo per lanciare il mio 40esimo segno di pace quando apparve Chris, segnalando che avevo superato il limite della mia pausa.

"Devo andare." dissi. "Grazie per essere venuto." Le mie braccia lo strinsero. "E grazie per i fiori."

Il suo corpo si irrigidì sotto il mio tocco. "Fiori?"

Fu un dejà vu. Lo stesso del liceo. La goccia del mio cuore. I miei occhi andarono su quelli di Zack e potei dire che stessimo pensando la stessa cosa.

Marcus.

La mia vista iniziò a diventare offuscata mentre ogni ricordo, ogni paura che avevo messo da parte mi colpì in faccia. I miei respiri si fecero più superficiali, più disperati. Zack mi tenne per le spalle, cercando di guardarmi.

All'improvviso mi rivolsi a Chris. "Il tizio che mi ha lasciato i fiori," chiesi. "Che aspetto aveva?"

Chris inclinò la testa, pensando. "Capelli biondi. Indossava una cappello da baseball o qualcosa del genere." Mi guardò. "Va tutto bene?"

"Non conosco nessuno con quella descrizione," dissi.

Chris ci pensò su per un secondo poi schioccò le dita. "Sai cosa, abbiamo un'altra Amelia nel nostro team pubblicitario. Forse si è confuso." Mi rivolse un sorriso rassicurante. "Non me ne preoccuperei troppo."

Ne offrii uno debole in cambio. "Giusto," dissi. Anche a me stesso, la mia voce suonava spenta.

"Aspetta- quindi chiunque può entrare in questo edificio e lasciare roba?" chiese Zack, senza sforzarsi di nascondere il suo fastidio.

Chris alzò un sopracciglio. "Come te?" Sospirò. "Amelia, perché non fai sapere al tuo amico che il tempo delle visite è scaduto?"

"Non me ne sto andando," disse Zack. "Non dovresti almeno controllare i filmati della sicurezza e assicurarti che tizi a caso non lascino fiori sulle scrivanie di ragazze-?"

"Zack," lo bloccai, tirandolo da parte. "Devi andare."

"No," disse. "Non quando c'è la possibilità che tu non sia al sicuro qui-"

"Non sono sempre al sicuro qui," dissi. "Non mi sento al sicuro camminando per strada da sola o prendendo un taxi di notte o ubriacandomi a una festa. Anche con persone di cui mi fido..." Abbassò gli occhi. "Non sarò mai te. Fa schifo e ho paura, ma questo è il mio posto di lavoro. Cosa pensi che diranno le persone se faccio una scenata in questo momento? Pensi che simpatizzeranno per l'adolescente ragazza che ha paura di ricevere fiori? Mi chiameranno pazza ed emotiva e io-" presi fiato. "Non posso perdere tutto questo."

I suoi occhi iniziarono a calmarsi ma la sua mascella era ancora salda. "E se fosse stato lui?" 

"Il mio capo ha detto che non lo era," dissi. "Come fa a sapere dove lavoro, comunque?"

Mi fissò, chiaramente non voleva andarsene. "Ti vengo a prendere," disse. "A che ora stacchi?"

"Cinque," dissi, sinceramente sollevata dal fatto che sarebbe stato qui a prendermi. "Ci vediamo allora, va bene?"

Restò fermo per un po' prima di annuire.

"Grazie per essere venuto," dissi, "ci vediamo alle cinque."

Esitò poi annuì, allontanandosi mentre lo guardavo. Non appena se ne andò, Chris disse, "Quindi quello è il tuo ragazzo?" Quando esitai, aggiunse, "Temevo che il tizio che ti ha lasciato i fiori potesse essere l'amante."

Scossi la testa. "No," dissi. "No, lui è l'unico per me."




S/A.

È stato Marcus oppure no?👀

The End Zone ▪︎✔️ (Italian Translation)Where stories live. Discover now