Capitolo 22

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La sveglia, ahimè, suono sempre presto.
Per me non è mai tardi.

Però, Adrian era così felice e poi sta organizzando la mia permanenza ad Hoorn nei minimi dettagli.

Di conseguenza, mi alzai quasi subito.

Lo faccio solo per gentilezza e cortesia, si.

Quanto meno, ha avuto il buon senso di non parlare senza sosta e mi ha lasciata bere il mio latte caldo.

Una volta, lavata e sistemata, esordì con "Sei mai stata su un treno a vapore?"

Ovviamente risposi di no.

"Meraviglioso!"
Il suo entusiasmo era palpabile ed altamente contagioso.

Presi un cappellino di lana nero, abbinato ai jeans skinny.

"Dunque, oggi ti faccio fare un giro turistico, grazie al servizio del Museumstoomtram Hoorn Medemblik, una delle storiche linee ferroviarie.
Vedrai alcune delle città principali, quelle più folcroristiche e paesaggi veramente mozzafiato"

È proprio affascinante quando parla con quel sorriso.

D'accordo, è il sonno, si, il sonno, ho tanto sonno.

È molto, meticoloso, bravo, già, volevo dire questo.

"È un'ottima idea, grazie"
Sussurro, senza sapere cosa altro dire.

Questo senso di inettitudine, inadeguatezza, non lo sopporto.
Senza far nulla riesce a darmi sentire così, che fastidio.

Di solito, sono io che organizzo le attività, che mi occupo delle persone, dell'organizzazione nei minimi dettagli.
Lui è bravo persino in qualcosa che non fa abitudinariamente.

Una volta giunti al museo, vedo un sacco di famiglie con bambini.
Ad occhio e croce, ci sono pochi ragazzi della nostra età.

Il controllore passa per controllare i biglietti, che ovviamente, ha Adrian.

"Ho prenotato in anticipo così da non avere scocciature"
Mi disse lungo la strada.

Il signore controlla i nostri biglietti e dice qualcosa in olandese e non conoscendo la lingua, faccio un cenno ad Adrian.

"Nulla di che, un equivoco"
Farfuglia, alzando le spalle, distogliendo lo sguardo dal mio, come se avesse fretta o non sapesse cosa inventarsi.

"Del tipo?"
Insisto, incuriosita più che mai.

Nonostante il suo tentativo di sviare la mia attenzione, chiedendomi come avessi dormito e se sono pronta a gustare dei piatti tipici della zona, ritorno sull'argomento.

"Mangio di tutto, sai che non mi faccio problemi.
Cosa ti ha detto il controllore?"
Dico incrociando le braccia.

Il ragazzo accanto a me sbuffa, arrendendosi ad una oianta grane come me.

"Pensava che fossimo una coppia, nel vagone ristorante fanno dei dolci per coppie con una sorta di sconto o prezzo ridotto"
Oh.

Adrian evita il mio sguardo, allungando di poco il collo per vedere quanto manchi alla partenza e poter salire il treno.
Essendo più alto di me ci riesce e senza fatica.

Io avrei bisogno di mettermi sulle punte, come minimo.

Questa storia mi ha ammutolita, sono una testa quadrata, perché non mi ero accorta che non aveva senso continuare?

Resto in silenzio fino a quando non saliamo sul treno ed anche dopo.
Non a causa dell'imbarazzo, ma per il paesaggio.

Adrian aveva ragione, è mozzafiato.

Per il pranzo ho assaggiato il patat, tipico street food olandese, nonché il preferito del mio amico.

"E per stasera, speculaas"
Sorride soddisfatto della giornata.

Tornando a casa abbiamo organizzato lo scherzo da fare al piccolo guasta feste.

"Dovremmo essere convincenti"
Io e Adrian ci accordiamo e pianifichiamo lo scherzo alla perfezione, il fratello non è scemo, basterebbe un minimo errore e finirebbe tutto.

Invitiamo il ragazzino a cena, il fratello maggiore sarebbe andato a prenderlo.

"Ciao amica insignificante di mio fratello"
Che ragazzino adorabile, non si smentisce mai.

"Andrea!"
Il più grande si infastidisce abbastanza e tenta di farmi e di farsi rispettare, ma poco importa.
Adesso ci si diverte.

"Senti coso, ti abbiamo invitato per ricordarti che nessuno sa della mia esistenza, che dovresti stare attento, dell' accordo e soprattutto, non è intelligente fare delle foto qui col rischio che qualche tuo parente cervellone le veda. Chiaro?"
Blocco Adrian e mi faccio valere, dando inizio alle danze.

"Lo so, lo so.
La vostra luna di miele potrebbe finire male.
Io ho fame, che si mangia?"
Scansa il discorso così.
Sicuramente ha personalità da vendere.

"Speculaas"
Sospira il ragazzo vicino a me, esausto nel battibeccare col fratello minore che non da segni di cedimento.

"Beh dai, non c'è male"
A sto ragazzino gli servono due sberle educative.
Non lo sopporto, ho i nervi che stanno per esplodere ed è solamente il secondo giorno che lo vedo.
Fortunatamente avevo deciso di restare poco tempo qui, altrimenti sarebbe una lotta all'ultimo sangue.

Noi più grandi apparecchiamo la tavola e pochi secondi dopo, ci accomodiamo.

"Buona cena!"
Esordiamo in coro.

Cala il silenzio, dovuto al fatto che siamo impegnati a mangiare con gusto.
Questa roba è buona, sono stupita.

In questi giorni c'è una scoperta dietro l'altra.
Dietro a tutto questo, c'è sempre lo zampino e l'organizzazione di Adrian.

Un ragazzo perfetto.

Sento la gola infastidita e inizio a tossire, provo a togliere il fastidio con dell'acqua, ma con scarsi risultati.

"Ma che ha?"
Domanda il piccolo.
Il fratello scuote la testa, non avendo una minima idea.
Quest'ultimo si avvicina e mi chiede cosa non va.

"La gola, la gola"
Pronuncio con voce flebile, a causa della tosse e di questo fastidio incredibile che mi sta torturando.

"Fratellone, non è allergica a qualcosa vero?"
La piccola peste scende dalla sedia e si avvicina, cercando di essere utile e dando il suo supporto al fratello maggiore.

"Cosa?
No, non lo so.
Io non ci ho pensato"
Farfuglia colto dal panico Adrian, che tenta in tutti i modi di darmi una mano, ma senza alcun risultato.

"Mandorle"
Riesco a pronunciare tra un respiro e l'altro.
Comincio a non respirare bene, ho delle difficoltà.

"Cazzo io ho comprato la variante con le mandorle"
Sbotta Adrian.

Girl Power.Where stories live. Discover now