Capitolo 8

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"Buonasera"
Non credevo ai miei occhi.

Obbligatoriamente doveva venire da un'altra epoca.
Parcheggiò vicino casa, scese dalla macchina, in quei pochi secondi ricevetti l'approvazione di mamma.
Che ci vogliamo fare, anche l'occhio vuole la sua parte.

Indossava una camicia bianca e dei jeans, infondo neanche io ero vestita casual, ma neanche elegante.

"Mi chiamo Adrian"
Tese la mano a mio padre, il quale ricambiò e fece lo stesso con mia madre.

A differenza delle altre volte, i miei vollero vederlo, volevano capire e dopo aver origliato quella conversazione, non riuscivo a negarglielo.

"Essendo sabato pensavo di riportarla a casa verso... "
Mi stavo avvicinando a lui per salutarlo come si deve.

"Ma no, tranquillo, siete due adulti.
Grazie del pensiero"
Mamma stava sorridendo, era più serena.
Papà non si esprime subito, ma deduco che gli piaccia, altrimenti non avrebbe esitato.

Feci un cenno ad Adrian ed andammo in macchina.

"Sei bella"
Disse non appena chiusi la portiera.

Lo disse con una tale naturalezza che mi mise in imbarazzo.
Sembrò quasi che non stesse aspettando altro.

"Grazie.
Tu sei stato molto carino a presentarti ai miei, stavo per ridere, è una cosa che non fanno in molti"
Confessai, i miei ex di solito aspettavano un po', d'altronde l'imbarazzo è così grande che lo posso comprendere.

"È imbarazzante, però volevo fare bella figura"
Sorrise a disagio, ma non doveva, aveva centrato l'obbiettivo.
Lui non sarebbe mai passato per il cattivo ragazzo, qualsiasi genitore vorrebbe un genero così, magari più sveglio, ma è una piccolezza.

"Dunque.
Intolleranze?
Preferenze?
Allergie?"
Chiese pochi secondi dopo essersi assicurato che avessi allacciato la cintura, corretto fino in fondo.

"Sei il mio dottore?
No, riesco a mangiare pure la tua porzione se voglio"
Lo avvertì.

Sfortunatamente o fortunatamente, ho un'ottima forchetta, mangio di tutto, inoltre vado pazza per la pasta.
Il mio organismo mi ha aiutata, ma verso i quindici anni non mi piacevo, mangiavo ed il mio corpo non poteva sostenere quel passo, così decisi di aiutarlo e di accettarmi attraverso la palestra.

Oggi, grazie al cielo, mangio quasi tutto quello che voglio e quanto voglio, continuando a fare un minimo di attività fisica.

"Vedrò di stare attento al mio piatto.
Hai mai provato giapponese?"
Onestamente no, sono sempre stata attratta da quella cultura, dai loro costumi, dal cibo, tant'è vero che sono un'appassionata di anime.
Ne avrò visti centinaia, se non di più.

Fu come se la bambina dormiente si stesse risvegliando.

"No, per favore possiamo andarci?"
Chiesi, che stupida.
Se me lo stava chiedendo probabilmente stavamo andando lì.

La macchina era tirata a lucido, profumava di lavanda.

Di sicuro non era il tipo che mangiava in macchina o buttava cartacce qua e là.
Io faccio parte della prima categoria, un bel panino caldo, la birra o il chinotto, la mia macchina e la radio, ahh, che bellezza.

"Hai già qualche idea su cosa prendere?"
Domandò mentre parcheggiava, facendo manovra il mio sguardo cadde sui muscoli delle braccia.
Non era macho Man, però sapeva camuffarsi bene, perché gli altri giorni mi sembrava che avesse un fisico normale, asciutto, ma non muscoloso, non definito.

Sbaglio, enorme, come le sue spalle.
Una porzione di muscolo ben definita, sembrava che volesse sporgere dalla camicia e mi chiesi se ci fosse qualcos'altro d'interessante sotto la camicia.

Aprì gli occhi, quasi a volermi rimproverare per questo pensiero, fuori luogo e troppo prematuro.

Alla fine siamo tutti umani, carnali e passionali.
L'occhio vorrà sempre la sua parte.
Il corpo reagirà.

"Em, vorrei provare il ramen, il sukiyaki, i gyoza ovvero i ravioli, il donburi, i dango ed anche i dorayaki"
Nella mia mente tornavano a galla scene di anime, dove questi piatti sembravano gustosi e finalmente avrei potuto capire cosa provassero.

Adrian era scioccato, mi guardava stralunato, con una espressione divertente.
Avevo esagerato, chissà cosa starà pensando.

Che siamo distanti.

Dopo attimi di silenzio sorrise.
"Scusa, ma siamo sicuri che entri tutto quel cibo?"

Ero impreparata di fronte ad un reazione del genere.
Annuì e basta.

Come un cavaliere parlò con chi di dovere per sapere il tavolo, aveva prenotato con largo anticipo, da quello che avevo capito e mi fece strada.

"Ordina quello che vuoi, ci trovo più gusto a mangiare a chi ama il cibo.
Ad un certo punto le finte intolleranze e la credenza che i piatti vegani si utilizzano solo per dimagrire, mi scoccia"
È vero, varie volte dove pranzo sono sorte queste teorie.
Ragazze che per dimagrire, da un giorno ad un altro, diventavano vegane o vegetariane, per poi ritornare alle origini.

Personalmente mi piace variare e sono curiosa nel provare cose nuove, infatti trovi alcuni hamburger vegetariani molto buoni.

"Ci vieni spesso qui?"
Chiesi, notando come stesse a suo agio.

"Si, da tre anni circa.
La prima volta ci sono venuto con la mia ex, dopodiché iniziai a venirci con gli amici e la mia famiglia"
L'ambiente lussuoso, con arredi neri e le tovaglie rosse con tavoli sistemati e ben organizzati, facevano risaltare la camicia di Adrian ed il suo fare delicato e raffinato si sposava perfettamente al ristorante.

Io mi sentivo come una borsa cinese in mezzo a tante Luis Vuitton.

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