Capitolo 4

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"Mi dispiace, ma fino a quando non finisce la messa non si può visitare la cattedrale"
Come ogni mattina, il nostro servizio d'ordine ci indica che dobbiamo metterci all'entrata e far passare solo chi è per la messa.

Di solito una piccola percentuale si lamenta o ci crea problemi per questa nostra direttiva che non decidiamo noi, quando vediamo che quella determinata persona esagera o vuole lamentarsi chiamiamo il sacrista, una persona molto simpatica e severa.
Quando si arrabbia fa paura anche a me.

Tra i vari turisti tedeschi ed inglesi di stamattina, notai quella testa mora, con i capelli a spazzola ed il ciuffo sparato verso l'alto e la camicia bianca di ieri.

"Ciao"
Mi saluta, poco dopo essersi avvicinato.

"Ciao"
Rispondo.
Perché è qui?

Angelo ricordandosi di lui mi da una gomitata.
Giro il mio viso per vedere cosa gli stia passando per la testa, lui è capace non di film mentali, ma di sale cinematografiche.
Muovo leggermente la testa, non si deve azzardare a fare qualche sua stupida battutina, altrimenti finisce male.

Ho il ciclo e sto bastardo viene mentre dormo, quindi ho passato una nottata di merda.

"Posso aiutarti in qualche modo?"
Gli chiedo, curiosa di sapere cosa lo ha portato qui.

"Em, si.
Vorrei chiederti scusa per i miei colleghi dell'università"
A quel punto Angelo iniziò ad essere troppo invadente.
Con tutto il lavoro e le solite lamentele, si occupava di me?!

"Aspetta.
Mi allontano cinque minuti e torno"
In tal modo avrei parlato da sola con il ragazzo, Angelo avrebbe smesso di ficcanasare ed io mi sarei fermata.

Gli indico un angolo del giardino principale isolato, vicino ad una statua in marmo e varie aiuole colme di rose.

"Scusa, ma era necessario.
Non volevo che ci disturbassero"
Spiego, tenendo nascosti alcuni punti.

È diverso, è difficile da inquadrare, vorrei capirlo.

"Volevo chiederti scusa per il comportamento dei miei colleghi, sono stati dei gran cafoni.
Avrei voluto dirtelo ieri, ma con la tua spiegazione ed altri miei pensieri, me ne sono dimenticato"
Annuisco, colpita dalla sua eleganza, ogni suo movimento è raffinato e delicato.

"Nessun problema"
Al momento neanche ricordo cosa mi diede fastidio quel giorno.
Ha un naso sottile, degli zigomi leggermente definiti e pieni, una mascella larga, un mento sporgente e prorzionato alla misura del viso, delle labbra non particolarmente carnose, ben marcate dal piccolo arco al di sopra  fino ad arrivare agli occhi scuri, un colore freddo, contornato da folte ciglia scure.

"Mi fa piacere che ti sia piaciuto"
Alludo al giorno precedente, a quando io l'ho accompagnato al salone.

"Sono sicuro che sei la migliore"
Sorrise.
Non voglio che se ne vada.
Mi piace parlare con lui.

Questa persona è terribilmente positiva e contagiosa, deve avere un gran carisma.

"Se ti va, il sabato apriamo un'altra zona.
Oggi si lavora mezza giornata e per due ore circa"
Vengo interrotta.

"Oh si, ho visto il programma"
All'ingresso principale e laterale abbiamo messo dei cartelloni con i vari orari, divieti e disponibilità.
Non li legge nessuno.

"Non ci credo"
Sussuro, incredula a ciò che vedo.
Cos'è uno scherzo?

Non lo vedo da mesi, per mia e sua fortuna, ora invece me lo ritrovo dappertutto.

Il ragazzo si volta verso il mio ex, teneramente stresso alla sua nuova ragazza.
Vorrei strappare i capelli a lei e rompere il cazzo a lui, a quanto pare non riusciva a tenerlo dentro i pantaloni.

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