Capitolo 20

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Alle otto e mezza circa, il mio sonnellino venne interrotto da un coglione di primo categoria.
L'essere malvagio che odiai con tutta me stessa, aveva incollato il suo ditino santo al campanello.

Sperai di riaddormentarmi o di fare finta di nulla per i primi cinque minuti.

I miei neuroni invece erano troppo elettrizzati all'idea di vedere cosa avesse in serbo per Adrian.
Probabilmente era già pronto da minimo mezz'ora.

Lui era organizzato, a differenza mia.

Sono una tipa notturna, eppure la sera precedente decisi di addormentarmi relativamente presto.

Mandai un messaggio di buongiorno ai miei, così da comunicargli che sono viva e nessuno mi ha rapita o uccisa nelle ultime ore.

Rimasi a letto per almeno altri quindici minuti, stavo bene e mi scocciavo.
L'idea di preparami, uscire, quando in realtà avevo già quello che necessitavo.

Letto, cibo, tv, telefono, musica, libri e compagnia.
L'ultima era il fattore più sicuro.

Una volta in piedi, lavata la faccia e sistemato i capelli, sentì delle voci provenire dal salone.

Fu il nanerottolo, che poi non era così piccolo in realtà, ma fu il primo nomignolo a venirmi in mente, con il succo di frutta alla pera 90% naturale a suonare di prima mattina.

"Buongiorno, dormito bene?"
Adrian mi accolse calorosamente, senza invadere il mio spazio.
Non ero molto socievole, quando ancora avevo solo un occhio aperto.

"Ma chi è questa barbona?"
Quello che scoprì essere il fratello minore di Adrian, non fu tanto gentile con me.

Il mio nuovo amico, provò a rimproverarlo, imbarazzato, ma fu tutto vano.

Tra me ed il nano, era guerra.
Continuavamo a sfidarci con lo sguardo, anche adesso mentre sto facendo colazione.

"Avevo detto che stavo qui per studiare"
Adrian le provava tutte per mandare via il bamboccio, che mi fregava i cereali al cioccolato fondente e mandorla.

"Si, bel tentativo.
Ci hanno creduto tutti, io no.
Se avessi detto la verità, ci avresti informati almeno una settimana in anticipo e non pochi giorni prima della partenza"
È furbo e conosce bene il fratello.

Mi domando se questo ragionamento non sia stato fatto anche dagli altri parenti e abbiano chiesto al più piccolo di controllare.

"Va bene bamboccio, cosa vuoi in cambio?"
Adrian era fin troppo diplomatico.
Una come me era la persona ideale, anche perché non credo che il ragazzo abbia mai trattato.

"Sei brutta, ma almeno riesci a ragionare.
Io posso venire qui tutte le volte che voglio e la mia boccuccia resterà zitta"
Lo guardai, sperando che cadesse dallo sgabello della cucina.

Voleva evadere.
Accidenti, due figli su quattro non volevano restare in quel ambiente.
Cominciavo a credere che quelle regole, già scritte dalla nascita, pesino e tanto.

Allungai la mano ed il nostro patto venne sancito.

"Scusate, ci sarei anche io"
Per pochi attimi Adrian, venne eclissato.
Io e Andrea, il marmocchio, o saremmo diventati amici, o avremmo raggiunto un equilibrio.
Al momento eravamo alla fase del "conoscere il nemico".

"Quando sei qui non devi disturbarci, soprattutto non infastidirla"
Disse Adrian, incrociando le braccia all'altezza dei pettorali, celati da un maglioncino azzurro.

"Ah, non ci tengo a vedere un film a luci rosse"
Borbottò il fratello minore, andandosene in salotto.

Adrian andò da Andrea, nella speranza che si scusasse.

Io rimasi immobile, imbarazzata e  sorpresa dell'umorismo del quattordicenne.

Una volta terminata la colazione, tornai in camera solo per gli ultimi ritocchi.
Sistemai i capelli in una coda alta, preparai un piccolo zaino con bottiglia d'acqua, fazzoletti, salviettine ed una felpa in più.

Molto basic, ma almeno erano cose utili, Adrian non mi aveva detto ancora nulla sul piano di oggi.

"Sei pronta a conoscere Horn?"
Fu l'unica frase interessante di oggi, rimase concentrato sul bamboccio.

Era un ottimo fratello, apprensivo, dolce, contemporaneamente prova a farsi rispettare, rimprovera, da consigli e sa cosa fare.

Ma esattamente, cosa mi sarei dovuta aspettare?

Andrea rimase in casa, promise che non avrebbe creato alcun problema.
Ne dubito fortemente, anche perché non ci sarà nessuno ed avrà il via libera per rovistare tra le mie cose.

"Horn ti piacerà"
Varcati la soglia di casa, entrammo nell'auto, un ambiente confortevole solo per il riscaldamento accesso.

Fuori si congelava, ero già pronta a declinare l'invito.
La curiosità e il non voler sembrare pigra ebbero la meglio.

Adrian creò un programma veramente bello ed equilibrato.
Deve essersi concentrato molto.
Mi annoio abbastanza facilmente, oggi non è accaduto.

Di mattina visitammo delle rune antiche ed il parco principale.
Il pomeriggio andammo ad un parco avventura, fossi stata in Italia avrei rifiutato, senza ombra di dubbio, mi sono sempre sentita goffa in attività come l'arrampicata.
Oggi invece volevo fare il meglio di me, far vedere che non sono tanto strana.

Comunque mi diede una mano Adrian, non ero abituata a quel tipo di attività, a differenza sua.

La giornata passò in fretta, ciò che mi interessava di più era parlare con il ragazzo, scoprire qualcosa in più sul suo conto.

A pranzo andammo in un ristorante vicino il centro, parlammo della temperatura, dell'itinerario, dei piatti tipici di Horn, dei suoi gusti alimentari e scoprì che era allergico alle fragole.

Verso le cinque del pomeriggio le nostre attività finirono e potremmo tornare a casa, dove ad aspettarci c'era ancora il marmocchio.

"Andrea dovresti tornare a casa"
Disse Adrian, mentre si toglieva il giubbotto e lo appendeva accanto all'ingresso.
Io lo seguì a ruota e mi avvicinai al camino acceso.

"Così potrei raccontare alla mamma che hai una nuova fidanzata"
Borbottò con un ghigno, certo della sua vittoria e del fatto che lui aveva il coltello dalla parte del manico.

Girl Power.Where stories live. Discover now