sesenta y siete

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Tutto era pronto, perfetto e in ordine, esattamente come Pilar aveva sempre sognato. Non le importava affatto che colui che entro un'ora sarebbe diventato il suo sposo provenisse da un altro matrimonio, fosse vedovo, avesse una figlia adolescente da mantenere e un figliastro insediatosi oltreoceano.
"Sai, Anita, a volte ho paura che questa storia non possa funzionare" rivelò la donna, senza preoccuparsi di spostare lo sguardo verso la sua interlocutrice. "Penso che io e Carlos siamo completamente differenti, che non abbiamo nulla a che vedere l'una con l'altro... in effetti è così. Proveniamo da mondi diametralmente opposti, certo, e abbiamo anche due personalità molto diverse tra loro, eppure proprio per questo motivo riusciamo a completarci a vicenda, a scrivere la nostra ricetta della felicità."
"È un pensiero molto toccante" commentò la ragazza.
Pilar sorrise: "Non credi anche tu che, molte volte, gli opposti si attraggano?"
"No" rispose schietta Anita. "Secondo me, siete semplicemente le estremità di due rami cresciuti dalla biforcazione di un unico tronco."
"Molto profondo" ammise la donna.
"Sposa! Damigella! Siete pronte?" gridò Lisa, facendo irruzione nella stanza. "Tutti i sedili sono stati occupati, mancate solo voi."
Pilar si voltò verso le due ragazze.
"Come sto?" domandò, nonostante loro le avessero più volte ripetuto che il vestito bianco contribuiva divinamente a renderla del tutto simile a una principessa.
"Sei bellissima" le sussurrò Anita.
La donna sorrise, afferrò saldamente il bouquet che giaceva adagiato su un tavolino e imboccò l'uscita, sbucando nel giardino della villa che lei e Carlos avevano affittato per celebrare le loro nozze. Ad attenderla trovò i cento invitati, accomodati su altrettante sedie disposte in modo da formare un corridoio centrale, alla fine del quale troneggiava la figura elegantemente vestita del futuro sposo.
"È un sogno..." mormorò Pilar, incantata di fronte a quella visione.
"Sì, ma tu sei riuscita a renderlo realtà" la spronò Anita, porgendole il braccio.
La donna si commosse: "Sono convinta che i miei genitori, lassù in cielo, siano fieri di me."
"Lo credo anch'io" concordò la ragazza, già con le lacrime agli occhi. "Su, andiamo."
Le due percorsero il giardino accompagnate dagli sguardi benevoli dei numerosi amici e parenti della coppia, finché non giunsero ai piedi dei tre scalini che conducevano alla veranda contornata di bouganville atta a ospitare il rito.
"Carlos, ti consegno Pilar" affermò Anita, fallendo nel suo intento di rimanere seria.
"E io la accetto volentieri" rispose l'uomo con un sorriso.
La ragazza fece dietrofront e prese posto in prima fila accanto a Lisa e Pablo; quest'ultimo cercò immediatamente la sua mano e la strinse durante lo svolgimento dell'intera cerimonia. Quando anche il secondo "sì, lo voglio" risuonò nel giardino della villa, tutti si alzarono in piedi applaudendo, i colleghi di Carlos intonarono un coro e Anita non riuscì a trattenersi, scoppiando in un commosso e sincero pianto di liberazione.

Todo lo que quiero - Pablo GaviDove le storie prendono vita. Scoprilo ora