sesenta y tres

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"Pablo, aspettami!" strillò Anita. "Ho capito che la nostra spiaggia è stupenda, però queste rocce sono appuntite!"
"Ogni volta è sempre la stessa storia" commentò Gavi, sbucando da una macchia di cespugli poco più avanti. "Abbassa la voce, altrimenti sveglieremo San Pepillo."
"Piantala, stupido" scoppiò a ridere la ragazza.
"Su, dammi la mano" sospirò il calciatore. "Mamma mia, la prossima volta noleggio una carriola, così viaggi a bordo di quella."
"Che simpatico..." lo scimmiottò Anita.
Pablo attese finché lei non raggiunse la cima della roccia sulla quale si trovava, poi se la caricò in spalla e cominciò a saltare con agilità da un masso all'altro, senza dare ascolto alle proteste della ragazza; quando i suoi piedi cominciarono ad affondare nella sabbia, però, la rimise a terra.
"Pazzo!" lo sgridò Anita.
"Guarda piuttosto quanto è bello il mare" replicò il calciatore ridendo. "Sei pronta a prenderti un'altra broncopolmonite?"
"Stavolta non accadrà" affermò la ragazza. "È una giornata perfetta per restarsene tranquilli in spiaggia ad abbronzarsi" aggiunse, iniziando a togliersi i vestiti e rimanendo in bikini.
Pablo, invece, si diresse senza esitazione verso il bagnasciuga, improvvisò una corsa nell'acqua bassa e, non appena si ritrovò a mollo fino alla vita, si tuffò, scomparendo per una decina di secondi sotto il livello delle onde. Quando riemerse, venti metri più in là, tremava dal freddo.
"Visto?" gli gridò Anita dalla sponda. "Te l'avevo detto che ti saresti congelato."
Per tutta risposta, lui cominciò a nuotare, allontanandosi dalla riva a grandi bracciate. La ragazza sorrise tra sé e si stese sulla sabbia; tutt'intorno, l'aria era tiepida, carica del profumo salmastro del mare e punteggiata dai dolci gorgoglii delle cinciallegre... insomma, la baia di San Pepillo poteva tranquillamente venir definita un luogo paradisiaco.
"Ti prendo!" esclamò Pablo, risvegliando Anita dallo stato di dormiveglia in cui si era adagiata.
"No, che fai?" cercò di respingerlo lei, invano: in meno di un secondo si ritrovò a mezz'aria, stretta fra le braccia del calciatore lanciato in una folle corsa verso il mare. "Ti prego, no..." ebbe solo il tempo di dire, prima di finire sommersa insieme al ragazzo.
"Beh, l'acqua non è poi così fredda" le sorrise Gavi, non appena furono tornati in superficie.
"Tu hai dei problemi di sensibilità termica" commentò la ragazza, battendo i denti. "Ti odio, lo sai?"
Lui annuì, la prese per mano e la trascinò al largo.
"Non hai niente da riferirmi?" le chiese, dopo averla aiutata a salire su uno scoglio.
Se fossero stati i protagonisti di un quadro, il pittore avrebbe dovuto semplicemente mutare le gambe di Anita in una lunga coda di pesce per trasformarla in una sirena intenta a discorrere con un baldanzoso semidio greco che, nuotandole attorno, assediava la sua roccia.
"Lisa ti ha detto del matrimonio?" domandò a sua volta la ragazza.
"Esatto" confermò il calciatore. "Credevo mi avresti proposto di partecipare come tuo cavaliere."
"Ma certo, ti voglio al mio fianco!" rise Anita. "E sono certa che anche Pilar sarà felicissima di averti con lei nel suo giorno speciale, e..."
"Vieni giù, subito!" la interruppe Pablo, scomparendo sott'acqua alla velocità della luce.
Anita scese immediatamente dallo scoglio, confusa, ma prima di immergersi fece in tempo a scorgere un motoscafo in avvicinamento: a bordo c'erano tre persone e... no, non poteva essere... due di loro erano munite di macchine fotografiche dagli obiettivi esageratamente lunghi. La ragazza trattenne il respiro e nuotò via il più velocemente possibile, consapevole che, presto, il suo nome sarebbe comparso su tutte le pagine di gossip.

Todo lo que quiero - Pablo GaviDove le storie prendono vita. Scoprilo ora